Da quando Pane&Maionese è andata in pensione, due anni fa (per la gioia di tutti: perché negli ultimi tempi è un eufemismo sostenere che mirava a fare il giusto), la cattedra di Italiano e Storia del biennio ha subito variazioni multiple e continui cambi di titolarità, volta per volta, neanche fosse la D.A.D.A. di Voldemort, forse per sfortuna, forse perché l’umorismo dello sceneggiatore è assai sottile, o forse per ricordare a tutti che a scuola troppo spesso si va di male in peggio. Fu la volta, per prima, di DormoRitta, colei che (la ‘povna lo raccontò qui) riuscì a millantare, bella bella, una finta legge 104, forte della quale passò una buona metà dell’anno a farsi i cazzi propri. A giugno 2013, se dio vuole, chiese il trasferimento; e, dalla lontana Calabria, arrivò il collega Letizia. Lui era serio, puntiglioso e preparato, se non altro: certo, più a storia che a italiano, e poco adatto a insegnare nel biennio; ma comunque ne sarebbe potuta venire fuori una collaborazione proficua e interessante. Ma anche lui, l’anno dopo, volò via con i trasferimenti (per tornare a lidi liceali e filosofici che riteneva, per se stesso, più consoni e efficaci).
E’ stato così che l’anno scolastico in corso ha portato a scuola la collega Pota!, dal profondo nord, questa volta. Costei è, per sua stessa ammissione, una vecchia conoscenza della ‘povna, con la quale pare avere frequentato (senza essersi segnalata per particolarità che spingessero al ricordo) un corso di aggiornamento legato all’Appennino. Quando si sono incontrate, per la prima volta in collegio docenti, la ‘povna ha dovuto prima di tutto fare forza su se stessa per non ridere, perché il pesante accento bergamasco che Pota! sfoggia con un certo orgoglio (con ciò sostenendo la sua “efficienza lombarda”) è da caricatura di barzelletta. Ma poiché le apparenze ingannano, e lei stessa non ha nessun merito se non quelli del caso e della nascita a sfoderare una dizione da cruscante, virtualmente senza accento, la ‘povna si è guardata bene dall’infierire (se non in qualche imitazione ben riuscita – non si soggiorna al nord per quindici anni impunemente – con Mr. Higgs e con Esagono), e ha deciso di attendere, per giudicare, l’inizio di una collaborazione vera.
Si è cominciato con la riunione di dipartimento, alla quale Pota! si è presentata piena di buona volontà e di proposte: “Certo, anche io faccio leggere un libro al mese, sempre!”; “Che bella idea il cinema scolastico: ho giusto un bellissimo film che ho fatto vedere a Bergamo, l’anno scorso!”; “Anche io non uso solo i manuali, per il materiale didattico!”; “Possiamo fare una programmazione parallela, in certe classi!”. La ‘povna ha ascoltato, ha ringraziato, si è detta d’accordo. Poi ha fatto il verbale (come sempre), creato una mailing list e iniziato il coordinamento; mettendo in comune le sue idee e i suoi materiali autoprodotti, e aspettandosi che Pota! facesse seguire ai punti esclamativi i fatti, con le risorse sue proprie.
La prima risposta non si fa attendere. Pota! incontra la ‘povna nel corridoio e subito la ferma: “‘povna, volevo chiederti, hai mica le tracce dei temi di ingresso? Sai, per confrontarci”.
“Certo, Pota!, te li mando” – la ‘povna risponde pronta e poi esegue la promessa. Pota! riceve, ringrazia, e la ‘povna ne approfitta: “A proposito, per quel film di cui ci parlavi, non è che metteresti la copia nel cassetto dei dvd, insieme a quelli che ho portato io, a disposizione di tutti?”. Ma la risposta all’email rimane vuota.
Qualche giorno dopo, la ‘povna torna alla carica. Pota! si scusa: “Ho avuto problemi con la posta”; la ‘povna sorride, abbozza, e mormora il “non c’è problema” di prammatica. Pota! dice che provvederà presto, ma intanto, a oggi, il sospirato film ancora non si vede.
Qualche giorno dopo, Pota! ferma la ‘povna in sala insegnanti: “Scusami se ti disturbo, ma per il progetto Comunità del libro come si fa a procurarsi i materiali”.
“Sono sul sito della scuola, Pota!, da quindici giorni”.
“Ah davvero?”.
“No, per finta, lo dico per farti uno scherzo” – ai Merry Men la ‘povna talvolta risponde così, e loro ridono. Ma Pota! deve avere un senso dell’umorismo bergamasco, dunque è meglio attenersi a risposte solo serie.
“Sì, Pota!, davvero. Basta cliccare sul link e seguire le istruzioni”.
Ovviamente Pota! tampinerà la ‘povna ancora parecchie volte, perché “non trovo il link”, “le istruzioni sono poco chiare”, “non funziona”, “nelle scuole lombarde invece sì che…”. La morale della favola è solo prevedibile: e la ‘povna è costretta a inviare per e-mail tutti i volumi.
Si prosegue così per tutto ottobre: con Pota! che si lamenta (dell’inefficienza della scuola, di internet che non funziona, delle cose che “come si fanno in Lombardia” non ce ne è al mondo), poi ti abbranca in corridoio, e ti chiede di aiutarla. Senza alzare i toni, senza urla; la sua voce è monotona e costante: un gattino bergamasco appeso con le unghie a stracciare, impavido, i coglioni.
“‘povna, posso?”.
“Dopo volentieri, Pota!, ora devo andare in classe, i Merry Men hanno compito”.
“Va beh, te lo chiedo lo stesso”.
Toc, toc.
“Avanti”.
“Scusami ‘povna se ti disturbo durante la lezione, ma volevo chiederti…”.
Non c’è tregua alla sua ottusità, che giudica ossessivamente tutto e tutti; e non dà requie fino al raggiungimento dell’obiettivo (che consiste nel far lavorare gli altri a procurarle le facilities). La ‘povna, oramai, se può, la evita. Mr. Higgs sostiene che sia fuori come i terrazzi, e per questo ridacchia.
Ma la ‘povna (che di questi soggetti, sulla sua materia e non solo, ne ha visti parecchi) inizia a pensare che l’efficientissima lombarda, oltre che (indubbiamente) esserci, ci fa.
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