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Alcide De Gaspari e' ricordato in tutti i libri di storia come tra i piu' grandi statisti che l'Italia abbia mai conosciuto; visti gli attuali successori, la sua collocazione non appare cosi' tanto peregrina. Ma la memoria storica spesso omette le parti oscure, meno nobili, dell'operato degli uomini. Cosi e' per la famigerata "Legge truffa" , voluta proprio dal suo governo e promulgata il 31 marzo 1953, a ridosso delle elezioni che si tennero poi a giugno. Consisteva in un premio di maggioranza che assegnava il 65% dei seggi alla coalizione che avesse raggiunto la maggioranza assoluta dei voti (50% +1).
L'abominio, al di la' del merito che puo' essere diversamente giudicato, fu' l'idea di sottomettere la prima legge dello stato, alle necessita' contingenti di favorire un partito o una data parte politica. Non a caso venne approvata con articolo unico, approfittando della sospensione dei lavori dell'aula la domenica delle palme. L'idea stessa di approvare una legge elettorale a ridosso delle elezioni, e' indicativa della volonta' di "scippare" una parte di legittima rappresentanza, moncando, nei fatti, il ruolo degli elettori nella democrazia partecipativa. Farsi carico di questa istanza dovrebbe provocare rossori di vario genere e, piu' in generale, una sorta di pudico, silenzioso, imbarazzo.
Niente di tutto questo lasciva intuire Rutelli, qualche giorno fa', all'uscita dei lavori della commissione affari costituzionali del senato, che si sta' appunto occupando di modificare la legge elettorale a quattro mesi dal voto. Testuale, ha dichiarato: " Occorre una soglia alta per avere un premio di maggioranza per governare altrimenti il rischio è che il primo partito che ottiene il premio è Grillo". Ha detto proprio cosi, forte e chiaro. E non e' stato redarguito, oltraggiato, vituperato; semplicemente, ha detto quello che tutti pensano.
Lo pensa il Presidente Napolitano che dopo anni di silenzio nel merito , ha scoperto da qualche mese l'urgenza improcrastinabile di una riforma elettorale, sollecitata ad ogni pubblico comizio. Lo pensa il Presidente Monti, che furbescamente ha dichiarato la possibilita "tecnica" di un intervento del governo in merito, auspicando pero' che a sporcarsi le mani siano i partiti. Lo pensano, in massa, gli esponenti della casta di ogni ordine e grado, letteralmente terrorizzati dall'idea di un mini esercito di cittadini che venga a fargli le pulci.
Che i rappresentanti piu' alti delle istituzioni abbiano acquisito un profilo morale cosi basso e' sconfortante; da chi altri, se non da loro, e' lecito aspettarsi la difesa delle regole comuni che fanno di un paese una nazione civile? Nei libri, questi uomini, saranno ricordati per quello che sono; inadeguati al ruolo che ricoprono per manifesta assenza di rigore morale e senso dello stato.
Nell'attesa di vedere come finira' l'iter parlamentare della nuova legge truffa, la storia ci porta soccorso. Alle votazioni del 53' i partiti autori dell'imbroglio non arrivarono al quorum, e furono severamente bastonati dagli elettori: la dc, da sola, perse oltre l'8% dei consensi. Forse per ogni deputato rubato, ce ne sara' uno regalato..
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