Putin come Hitler? Un paragone forte, per certi versi improprio, ma che uso subito per far capire cosa voglio intendere.
Domani,1° settembre, ricorre il 75° anniversario dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Un evento che nasce da lontano. Negli anni che vanno dal 1933 al 1939 il Führer usò la scusa della riunificazione tedesca per invadere i paesi confinanti ed allargare il potere della Germania.
Dapprima con i territori ex tedeschi del Saargebiet (1935), poi con l’annessione dell’Austria (1938), successivamente con la conquista della regione dei Sudeti (1938), dove viveva una consistente minoranza germanofona in Cecoslovacchia. Großdeutschland, la Grande Germania, ossia l’unificazione dei territori aventi la maggioranza della popolazione di lingua ed etnia tedesca, fu il filo conduttore di tutto.
La restituzione di Danzica, città polacca abitata in maggioranza da tedeschi, fu infine il pretesto per l’invasione della Polonia (1 settembre 1939), attuata solo dopo aver stipulato un patto di non aggressione con l’Unione Sovietica. Così ebbe inizio la Seconda Guerra Mondiale. L’Inghilterra e la Francia, che precedentemente avevano usato il ‘guanto di velluto’ con Hitler, pensando di evitare la guerra, dovettero intervenire. Troppo tardi. Quando la Germania era diventata militarmente quasi imbattibile.
Il resto è cosa nota. I tedeschi invasero mezza Europa e solo la folle idea di Hitler di combattere su due fronti (Occidentale e Russo), unita all’intervento americano post Pearl Harbor, fece volgere la guerra in favore degli alleati. Altrimenti oggi, come ipotizza il libro Fatherland di Robert Harris, saremmo tutti tedeschi, gli ebrei e le altre minoranze sarebbero state definitivamente sterminate e l’Europa non avrebbe sede a Bruxelles ma a Berlino.
Tornando al presente, perchè paragonare Putin ad Hitler? Facciamo un piccolo passo indietro, di una ventina di anni.
All’interno delle singole Nazioni sorte dal disfacimento dell’Unione Sovietica vi sono svariate regioni russofone alcune delle quali, con il tempo, hanno dichiarato l’indipendenza dai relativi Paesi, pur non essendo riconosciute in ambito internazionale da nessuno tranne che dai Russi. E’ il caso della l’Abkhazia ad esempio. Territorio georgiano poi proclamatosi repubblica indipendente. Anche la Transnistria, situata all’interno della Moldavia ma ‘di fatto’, sotto il controllo russo dagli inizi degli anni 90.
Il grande campanello d’allarme però è rappresentato, secondo me, da ciò che accadde nell’estate 2008. Quando la Georgia provò a riprendere il controllo di una sua regione, l’Ossezia del Sud, in mano ai russi, Putin non esitò ad invadere la nazione georgiana pur di ‘liberare’ l’Ossezia. Quell’avvenimento, oggi, assume un significato diverso.
La Russia mesi fa, sfruttando la crisi politica ucraina, si è ‘ripresa’ la Crimea. Nel frattempo l’Ucraina è impatanata in una guerra civile tra la parte ovest filo europea e quella est filo-russa. Anche se poi smentita dal Cremlino, inizia a circolare la notizia della possibile creazione di uno Stato filo-russo nell’est Ucraina. La Novorossiya, la ‘Nuova Russia’.
Tutto questo si ripercuote anche in Medioriente. I tentennamenti americani in Siria hanno permesso lo sviluppo e la crescita dello Stato Islamico poi chiamato ‘Califfato’. La scelta di Putin di appoggiare da sempre Assad si è rivelata una mossa perfetta ed ora Obama è costretto a fare dietrofront spostando il mirino da Assad al Califfato. I russi negli ultimi mesi hanno stretto patti commerciali con l’Iraq di al-Maliki, recentemente dimessosi dopo una crisi politica interna. Putin ha anche stipulato accordi per il nucleare in Giordania, tratta forniture militari con l’Egitto. Gli Stati Uniti rispondono con trattative di ‘pace’ con l’Iran.
Sintetizzando. Il crollo dell’URSS aveva lasciato una Russia economicamente in ginocchio, in balìa degli aiuti occidentali e guidata da una oligarchìa corrotta capitanata da Boris Elstin. Dopo l’arrivo di Putin, in pochi anni, i russi hanno rafforzato la propria economia, sfruttando le ricchezze naturali come gas e petrolio, hanno pagato in anticipo i prestiti finanziaria ricevuti dall’Occidente e sono divenuti una delle potenze emergenti assieme a Brasile, India, Cina e Sudafrica (BRICS).
La politica estera russa è oramai sempre più spregiudicata, non solo in campo economico. La creazione di uno Stato filo-russo spaccando l’Ucraina potrebbe dare il via alle annessioni dirette di tutte le regioni ruffone presenti in altre Nazioni. Non solo Abcazia, Ossezia,Transnistria, Crimea ed Est-Ucraina quindi.
Una Russia ‘umiliata’ dall’Occidente negli anni 90, rafforzatasi attorno ad un uomo forte (Putin) negli anni 2000, che inizia una ‘campagna di annessione’ negli anni 2010. Se non ricorda ciò che è accaduto alla Germania nazista, ditemi voi ..
L’Europa rimarrà a guardare anche questa volta? Come fu per la nascita e l’espansione della Germania hitleriana? E’ di ieri la notizia di un imminente intervento Nato in Ucraina a sostegno delle truppe regolari e contro i miliziani secessionisti sostenuti dalla Russia:
NEW YORK, 30 AGO – La Gran Bretagna e altri sei stati creeranno una forza multilaterale con almeno 10.000 uomini per rafforzare la risposta della Nato all’aggressione della Russia in Ucraina. Lo scrive il Financial Times. L’annuncio ufficiale e’ atteso la prossima settimana dal premier inglese, David Cameron al vertice della Nato. I paesi al momento coinvolti nella forza, che includerà unità navali e truppe di terra, sono Danimarca, Lettonia, Estonia, Lituania, Norvegia e Olanda.
Nuove sanzioni Occidentali contro la Russia avranno come conseguenza una crisi commerciale tra gli stessi russi e l’Europa, ciò vorrà dire un aggravamento delle condizioni economiche del vecchio continente ed i primi dati negativi della locomotiva tedesca appaiono come i primi sintomi di ciò che accadrà a breve.
Ci avviamo quindi verso una nuova Guerra Fredda, la cui degenerazione in un conflitto effettivo potrebbe essere più veloce del previsto. Non credo Putin voglia davvero iniziare una guerra mondiale. Cerca piuttosto di aumentare molto il potere economico e politico del suo Paese, ricalcando in alcuni aspetti ciò che fece l’Unione Sovietica. A volte però le cose sfuggono di mano. Gli imprevisti sono dietro l’angolo. Come fu per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nata da un omicidio politico.