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Quando alla Marvel diedero a Loeb e Finch il permesso di creare quel pasticcio indigesto,chiamato simbolicamente “Ultimatum”, si diede solo ai detrattori dell’universo Ultimate la possibilità di dire: “Noi ve l’avevamo detto!”
Pagine sature di botte da orbi, dalle quali non ritornava un granché, dei supereroi del nuovo universo così fortemente voluto da Quesada.
Tra i morti figuravano, (Gi)Ant-Man, Wasp, Thor, quasi tutti gli X-Men, insomma si la sensazione era che l’universo Ultimate, fosse arrivato al capolinea.
Invece possiamo ancora goderci qualche piacevole rantolo.
La trilogia Ultimate Enemy-Mistery-Doom, di Bendis, è uno di questi. Conclusasi proprio in questi giorni, è tra le uscite dell’Universo Ultimate post-Ultimatum, più gradevoli.
Affermazione che posso darvi dopo aver letto la traballante Armor Wars di Ellis , gli assolutamente mediocri Ultimates Avengers di Millar, abbandonati dopo i numeri disegnati da Yu, il superfluo ed insipido Ultimate Captain America di Aroon (con l’ennesima variante del siero del supersoldato sparsa per il globo, eccheppalle!) e il caruccio Ultimate Thor di Hickman.
Ma andiamo con ordine.
Cominciamo dai punti forti di questi tre volumetti:
Le tavole dello sconosciuto (almeno per me) Rafa Sandoval sono godibilissime e bellissime, pulite, innovative, originali e soprattutto fedeli al geniale concetto di Wide-Screen Comics “ideato” da Hitch nei suoi Ultimates, che doveva caratterizzare le testate di questa nuova linea Ultimate, caratteristica ahimè che si è poi purtroppo persa, diluita nella monnezza dilagante.
La struttura della pagina, le inquadrature, il taglio delle vignette, non sono mai convenzionali, le frequenti “splash-page” nei momenti topici, disegnate sempre con un ottimo livello, sostengono e danno risalto al ritmo molto sostenuto della storia. Ripeto è un vero e proprio action-movie condito di sci-fi, quindi poco riflessivo e decisamente spiccio, letto con queste aspettative, è una buona lettura.
Ottimo anche il lavoro svolto da Bonet e Wilson, per le chine ed i colori.
Come detto, Bendis confeziona la storia per un bacino d’utenza fatto di un pubblico giovane e meno smaliziato, veloce, ricca di suspence, piena zeppa di duelli e combattimenti e distruzioni, all’insegna insomma del classico fumetto super-eroistico caciarone.
Il cast di cui abusa Bendis per l’occasione, sono quasi tutti super-adolescenti, Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, la Donna Ragno (qui un clone di Peter Parker) più i soliti Nick Fury ed il suo SHIELD, l’immancabile Zia May, meno cariatide della sua controparte Marvel Universe, Capt. Marvel, Rick Jones, Misty Knight, insomma un bel po’ di gente, la cosa divertente delle serie Ultimate è sempre stata vedere la rivisitazione fatta dagli autori, dei personaggi dell’universo “titolare”, per così dire, eccoci quindi a far la conoscenza anche del Wendell Vaughn di questo mondo, per chi non lo conoscesse l’agente dello Shield, Vaughn è l’alter-ego del Vendicatore Quasar, creato dal prolifico Gruenwald nei primi anni ’90. Qui lo troviamo al comando del Progetto Pegaso dello Shield, dove si tengono conservati tutti gli oggetti d’origine sconosciuta e d’inspiegabili poteri che gli Stati Uniti hanno trovato nel corso degli anni, date un’occhiata alla spash-page della grande sala principale, che questo talentuoso Sandoval riempie di teche, e fatemi sapere cosa riconoscete, brutti Nerd che non siete altro.
Insomma bella storiellina incalzante con un inaspettato villain, del quale forse non sono troppo chiare le origini, ma come detto questa trilogia di Bendis non brilla certo per gli aspetti riflessivi, più cinetica che potenziale, se mi consentite i riferimenti alla fisica.
Potrà risultare noiosa solo per via di quello stile ormai famoso di Bendis, che personalmente odio, infatti l’unica pecca che riesco a trovare in questa miniserie, sono gli assurdi dialoghi che l’intoccabile pupino di Casa Marvel mette in bocca ai suoi personaggi, questi “assolo” che ho sempre trovato insopportabili, ma che sembra lo abbiano reso un icona, a mio parere spezzano il ritmo della storia, in maniera costante, in una doppia tavola in cui compaiono Spider-Man e il suo clone femminile, giuro sui miei fumetti, l’autore arriva ad infilarci ben trenta baloon, di chiacchiericcio inutile sulle tette e il quoziente intellettivo di Spidergirl.
Il reality secondo Bendis insomma. Stancante.
L’edizione brossurata della Panini sulla collana Marvel Mega, costa 4,30 euro, abbordabile direi, considerato che è un dignitoso volumetto di 96 pagine, molto più accessibile per esempio di Ultimate Thor, uno spillato di sole 48 pagine, venduto a ben 3 euro. Prezzo ottimo anche della saga intera, dodici euro e novanta per duecenottantotto pagine, considerando i prezzi delle collane 100%, che ormai non superano le duecento pagine ma spesso e volentieri (volentieri per loro) il prezzo dei volumi si aggira intorno ai tredici euro.
Senza calcolare il fatto che di solito in quelle pagine ci sono aborti della nona arte tipo Deadpool: Re del Suicidio. Insomma direi che questi tre Marvel Mega, valgono la spesa, e se ve lo dico io, che detesto Bendis ci potete pure stare.
Ultima curiosità, per i Nerd, non sono riuscito a capire cronologicamente dove dovrebbe inserirsi questa storia nell’universo Ultimate, magari sarete più fortunati voi, in un paio di tavole ho visto qualche strafalcione, Wasp, che tecnicamente è morta in Ultimatum, Thor che tecnicamente è appena risorto, con Cho-Loeb, e il martello che in queste pagine è di nuovo quello della versione Hitch, mentre di recente se ne vede uno molto simile a quello originale, e che comunque girava già, anzi volteggiava già nei disegni di Finch in Ultimatum, gaffes che confermano la mia ipotesi, ossia che la Marvel si vanta ed è famosa per qualcosa che è fallita pochi giorni dopo essere nata, la continuity, e si che questo universo è neonato è gestito più o meno dalle stesse teste.
Comunque a cose da Nerd a parte, fumetto consigliato, specie alle nuove leve.
Insomma la morale nascosta è di dargli un’occhiata.
Soprattutto per le matite di Sandoval, veramente dotato.
Baci ai pupi.
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