Il quotidiano La Padania, giornale di partito della Lega Nord, dal prossimo primo dicembre sospenderà le pubblicazioni dopo 18 anni di vita. I giornalisti che vi lavorano andranno in cassa integrazione, mentre già sono cominciate le operazioni di accusa e gli scaricabarile: Matteo Salvini, segretario del partito del Nord, afferma che la colpa della chiusura è di Renzi che ha tolto i finanziamenti ai giornali di partito, i lavoratori de La Padania, invece, se la prendono anche con lo stesso Salvini, colpevole di non destinato parte dei soldi di cui dispone la Lega per far sopravvivere la testata, e nonostante i consensi siano in crescita.
Effettivamente si tratta di un evento molto importante, che conferma la volontà di Matteo Salvini di chiudere formalmente con il passato e allontanare sempre di più il fantasma di Umberto Bossi, dopo l’uscita di scena di quest’ultimo e dei suoi compari, travolti da scandali giudiziari e e dal crollo del base di elettori. Il giornale di partito non è più una pedina strategica, perché Salvini è caccia di voti anche al Sud, dove il consenso si trova inventandosi qualche altra cosa: lì il sogno della Padania libera non funziona, e non funziona più il razzismo verso il Sud. Ecco allora individuati i nuovi nemici, che sono l’Euro e gli stranieri immigrati in Italia, cavalli di battaglia che hanno fatto dimenticare a molti abitanti del Mezzogiorno tutti gli insulti rivolti loro dai leghisti, e dallo stesso Salvini, da parecchi anni. D’altra parte l’italiano ha la memoria corta ed è senza orgoglio, altrimenti non si potrebbero spiegare gli anni al Governo di Silvio Berlusconi e la sua banda, l’indifferenza verso la corruzione della politica e i decenni di potere della Democrazia Cristiana costellati di delitti; quella del meridionale è poi una tragedia nella tragedia, poiché costui non si accorge del risalente ed insistente disegno di affossare il Sud, la colonia interna dello Stato Italiano.
“La Lega non è più quella di prima”, ripetono gli elettori del Sud, ed hanno ragione. La Lega, con i propri anni di esperienza nei meccanismi corrotti dello Stato ha imparato che l’Italia conviene tenerla unita, che la fattoria ha bisogno dei polli e i polli non bisogna trattarli male, altrimenti, quando ti avvicini per acchiapparli e spezzargli il collo, divengono aggressivi – se sei loro amico, al contrario, ti assecondano.