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La pagina di un libro/7 - Peregrin d'amore

Creato il 02 maggio 2011 da Mapo
Che palle!La pagina di un libro/7 - Peregrin d'amoreSchematizzando quel tanto che basta, potrei dire di aver pensato più o meno sempre la stessa cosa dalla prima alla 409esima pagina (i ringraziamenti, confesso, li ho saltati a piè pari) di questa entusiasmante - il corsivo è per meglio evidenziare il sarcasmo - antologia della letteratura italiana, che prova a rilegge tutti i classici della nostra feconda letteratura. L'idea sarebbe anche buona: passare in rassegna i principali protagonisti dello scrivere italico attraverso aneddoti nei loro luoghi di nascita, a rincorrere per le strade delle città in cui hanno abitato spettri somiglianti ai personaggi che ne popolano i romanzi. Un capitolo dopo l'altro, in una schematica ricostruzione da Dante (da ben prima, in verità!) a Pasolini. In quanto al risultato... Questo tale Eraldo Affinati, sicuramente uno noto nell'ambiente, traspira antipatia già dalla foto a colori che compare in fondo al libro, in quarta di copertina dove sorride alla fotocamera. Sullo sfondo quella che sembra una città popolosa, forse una medina islamica. In primo piano la sua faccia baffuta, resa ancora più tonda da una pelata che lo fa sembrare un giovane stempiato, piuttosto che un anziano erudito. E dire che, leggendolo, non si direbbe. Si ha infatti come la percezione di avere a che fare con un vecchio professore universitario in pre-pensionamento, più impegnato a dimostrare di saper scrivere bene e con un lessico forbito che a far appassionare un lettore. Riga dopo riga, Peregrin d'amore è una trincea di doppi sensi, sottintesi e aneddoti appena accennati. Tutto è dato per scontato, con un dare di gomito al lettore che però, purtroppo, non sempre è un accademico che si gira i pollici sulla panza fatta maturare a furia di visitare le taverne di tutta Italia sulle tracce del Pirandello o del Manzoni di turno. Magari è un imbianchino, un assicuratore, un macellaio, o, perchè no, un medico che annoia semplicemente il tempo sul tram.E dire che la copertina avrebbe dovuto allertarmi: non ci sono molti dubbi sul titolo del libro che la tizia stesse leggendo sul tappeto prima di perdersi in un sonno profondo.
Eppure trovare una pagina che mi sia piaciuta non è stato poi così difficile. Basta dire Manzoni e Bergamo.
"BergamoIl monastero delle suore di clausura francescane del Montello, nella diocesi di Bergamo, è un palazzo come tanti altri, adiacente alle villette residenziali, gli ipermercati, le strade a scorrimento veloce intervallate dalle rotonde che, negli ultimi anni, sono state preferite ai semafori. Potrei restare colpito dallo scarto tra la promiscuità confusa del nostro mondo e lo speciale raccoglimento presente nel chiostro se dimenticassi che l'una e l'altro non sono in grado di esistere da soli. E' suor Alessandra che attira invece la mia attenzione. Di fronte alla sua scelta così radicale, il vecchio tema del libero arbitrio torna a risuonare ancora una volta dentro di me come se fosse enunciato nei titoli di coda dei Promessi Sposi.Ognuno di noi, per essendo condizionato dai talenti di cui dispone, dalla formazione ricevuta, dalle esperienze fatte, dall'ambiente nel quale vive, può diventare il Griso o l'Innominato, Lucia o Gertrude. Nessuno può controllare la propria combinazione chimica, irriducibile e distintiva, insieme alle infinite variabili culturali che s'innestano a ogni frazione di secondo nella sua esistenza, ma tutti possiamo modificarne, anche soltanto in modo impercettibile, la direzione di marcia.Il giudizio dell'uomo sull'uomo è legislazione, dottrina, patto sociale, diritto, compromesso storico, civiltà, costume, usanza: una commovente buona volontà al lavoro, distante mille miglia da quella che sin da bambini abbiamo imparato a definire come "la verità"; ma proprio perchè non vorrei nascondermi dietro questa consapevolezza, certe domande restano inevase: qual'è il margine di manovra dell'empio e quale quello del giusto? Fino a  che punto don Rodrigo è colpevole, come lo pensa Renzo, quando finalmente lo vede morente al Lazzaretto, oppure ingiudicabile dall'uomo, secondo l'intuizione finale di Fra Cristoforo?Suor Alessandra prega, suona la chitarra, scrive al computer e, di là dalla grata, mi trafigge con gli occhi."
Eraldo AffinatiPeregrin d'amorePag. 194

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