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"La carrozza si fermò. E se non scendessi nemmeno, pensò Fridolin, e invece tornassi subito indietro? Ma per andar dove? Dalla piccola Pierrette? O dalla prostituta della Buchfeldgasse? O da Marianne, la figlia del morto? O a casa? E con un lieve brivido si rese conto di preferire a quello qualsiasi altro luogo. O era forse perchè quella strada gli sembrava la più lunga? No, non posso tornare indietro, si disse. Avanti per la mia strada, portasse anche alla morte. Rise lui stesso di quella parola grossa, eppure non si sentiva molto allegro.Il cancello di un giardino era spalancato. Il carro funebre davanti a lui si inabissò ancor più nel precipizio, o nell'oscurità che gli appariva tale. Nachtigall, dunque, doveva essere già sceso. Fridolin balzò in fretta fuori dalla carrozza, ordinò al cocchiere di aspettarlo lassù a quella curva, anche se si fosse trattenuto molto a lungo, e per maggior sicurezza lo pagò in anticipo, generosamente, promettendogli una somma uguale per il viaggio di ritorno. Giunsero le carrozze che avevano seguito la sua. Fridolin vide scendere dalla prima una donna velata; poi entrò nel giardino e mise la maschera; uno stretto sentiero, rischiarato dalla luce che proveniva dalla casa, lo condusse fino alla porta, i battenti si aprirono di scatto, e Fridolin si trovò in una piccola anticamera bianca. Un suono di armonium gli echeggiava incontro, a destra e a sinistra stavano due domestici in livrea scura, i volti coperti di maschere grigie.- Parola d'ordine? - li udì bisbigliare all'unisono. E lui rispose: - Danimarca -. Uno dei domestici prese in consegna la sua pelliccia e sparì con essa in una stanza laterale, l'altro aprì una porta e Fridolin entrò in un'altra sala in penombra, quasi buia, interamente rivestita di seta nera. Le maschere, tutte in costume ecclesiastico, passeggiavano su e giù, quindici o venti persone tra frati e monache. Le note dell'armonium, una melodia sacra italiana in soave crescendo, sembravano venire dall'alto. in un angolo della sala stava un piccolo gruppo, tre monache e due frati, che si erano voltati fuggevolmente verso di lui e subito avevano distolto lo sguardo, come di proposito."
Arthur SchnitzlerDoppio SognoPag. 59
E, ora, mi concedo un doppio sogno anche io.
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