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La pagliuzza del Canada e la trave dell’Italia

Creato il 04 febbraio 2011 da Idl3

In rete si e’ innescata una forte critica verso quel che e’ accaduto in Canada, mi riferisco alla decisione della Canadian Radio-Telecommunications Commission (CRTC) di approvare l’Usage-Based Billing (UBB). Ma vediamo di chiarire le cose, e capire se noi dall’Italia possiamo permetterci di criticare il Canada o non dovremmo forse preoccuparci della situazione critica qui da noi, anche per cercare di cambiare le cose.

La pagliuzza del Canada e la trave dell’Italia

Tutto ebbe inizio l’anno scorso, quando la Bell chiese con forza di limitare il limite massimo di banda. Ufficialmente le motivazioni di Bell sarebbero il “problema dei downloader“, ossia l’eccessivo traffico causato da chi scarica molti file e di grosse dimensioni. Qualcuno invece mangio’ la foglia d’acero e noto’ come i contenuti streaming su internet siano per Bell un pericolo per il suo business televisivo.

La pagliuzza del Canada e la trave dell’Italia
A distanza di un anno la CRTC approvando l’UBB e’ venuta incontro alle richieste di Bell. Cosi’ e’ stato abbassato il limite massimo di banda dai 200 GB a 25 GB al mese, ai quali possono essere sommati GB aggiuntivi a seconda del tipo di contratto con l’”insurance option“. Potete vedere un esempio in questa tabella.
La pagliuzza del Canada e la trave dell’Italia

Secondo la tebella la tariffa piu’ costosa, quella che garantisce 105 GB mensili, viene a costare 41,45 dollari canadesi (circa 30 euro). Ricordo che il tetto dei 25GB non e’ una decisione degli ISP ma un’imposizione di Bell e del CRTC.

Per analizzare la situazione con un minimo di obiettivita’, e senza farsi prendere dal panico dell’”oddio ci fanno pagare tanto questo e’ un furto” occorre prima di tutto stabilire alcuni punti: esiste il problema dei “downloader“? 25GB e’ un limite coerente?

La linea se non e’ in fibra ottica richiede molta manutenzione per funzionare efficientemente e inoltre incorre in problemi di intasamento. Dunque e’ vero che il problema dei “downloder” esiste, ma esiste perche’ la rete su cui passa il traffico internet e’ vecchia o comunque non efficiente. I 25GB sono pochi, non pochissimi, ma pochi. 50GB sarebbero stati una misura piu’ coerente (100GB ad essere generosi), comunque con una spesa mensile di 30 euro viene garantito un traffico mensile di 105GB (secondo la tabella).

Dunque il problema esiste ma e’ stato affrontato nel modo piu’ semplice, senza risolvere comunque il problema (che e’ quello dell’inefficienza della rete).

La pagliuzza del Canada e la trave dell’Italia
IN ITALIA – Adesso che abbiamo analizzato la pagliuzza canadese veniamo alla trave italiana. La situazione di internet qui in Italia l’ho descritta per sommi capi in un post precedente, e a quello rimando. Aggiungo solo che i nostri ISP anche se non pongono ufficialmente un limite di traffico, attuano comunque dei comportamenti che ai fini pratici sono ancora piu’ gravi. Ad esempio la banda reale e’ di gran lunga inferiore non solo a quella massima, ma anche a quella “garantita“, molti ISP bloccano il traffico ai P2P (a tutti o ad alcuni) e alcuni protocolli, ecc. Contate inoltre che mentre il resto del Mondo si e’ dato una strategia digitale da seguire per innovare il sistema, l’Italia non sa neppure cosa sia la strategia e relega tecnologia e internet a un interesse di nicchia [1].

La pagliuzza del Canada e la trave dell’Italia

© Altan

Noi ci stracciamo le vesti per il Canada, eppure se ci garantissero di non attuare blocchi o censure in cambio di un tetto massimo di 25GB mensili a 24 euro o 100GB mensili a 30 euro, per noi sarebbe un miglioramento rispetto alla situazione attuale.

L’ALTERNATIVA – Come ho gia’ scritto a proposito di Google e Verizon, gli ISP vogliono una fetta della torta creata dai fornitori di servizi. Chi fornisce servizi agli utenti, attraverso internet (audio e video on demand, giochi, ecc.) guadagna, e secondo gli ISP lo fa a spese delle linee, causando un traffico eccessivo, creando disfunzioni, inefficienze, costi di manutenzione, e bla bla bla.

Gli ISP hanno due modi per guadagnarci, il primo e’ quello di far pagare ai fornitori di servizi (che gia’ pagano l’uso della rete, ma a quanto pare agli ISP non basta), l’altro e’ quello di far pagare agli utenti che superano una certa soglia di traffico garantita.

La pagliuzza del Canada e la trave dell’Italia
La prima strada mina la Net Neutrality alle fondamenta, la seconda ha l’aspetto negativo che si puo’ trasformare facilmente in una sorta di tassa e un vincolo troppo stretto. O peggio ancora, come mezzo per fare concorrenza sleale ai contenuti non graditi, quelli dei concorrenti ad esempio, nel caso in cui l’ISP o il gestore della rete fornisca anche un servizio simile in abbonamento. Eppure se il tetto venisse posto in una misura non eccessivamente bassa e se il costo dei GB aggiuntivi (fino a una soglia sufficientemente alta) non fosse esagerato, e se non fosse discriminatorio, potrebbe rivelarsi una buona soluzione. Ad esempio, un tetto di 50GB mensili, con un costo aggiuntivo di un euro ogni 10GB aggiuntive fino a 150GB e un euro ogni GB aggiuntivo fino a 300GB non mi sembra cosi’ male.

LA TERZA STRADA – Esisterebbe anche una terza strada, ossia ristrutturare la rete, mettere la fibra, ripensare tutto il sistema e il modo in cui e’ stato attuato (eliminare le barriere che impediscono l’ingresso nel mercato degli ISP, togliere la gestione della rete a chi la usa facendo una concorrenza sleale agli altri, ecc.). Ma gli ISP non ci guadagnano (almeno nell’immediato), costa soldi a chi gestisce la rete e toccando alcuni poteri forti e’ ampiamente ostacolata.

Siccome dunque questa terza strada sembra nessuno la voglia percorrere, dobbiamo accontentarci delle altre due (a meno di richiedere a gran voce un cambiamento), e dovendo scegliere la meno dannosa, e’ preferibile quella canadese.

[1] Date un’occhiata al sito: Agenda Digitale, contiene molte informazioni interessanti di come il resto del Mondo si stia muovendo e di come l’Italia resti ferma. []


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