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La palude dietro Miami: le Everglades

Creato il 25 febbraio 2016 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Pensare che le Everglades siano solo una palude brulicante di alligatori, è l'opinione più sbagliata che possiate avere su quella che si può tranquillamente considerare la palude per eccellenza, e non una palude qualsiasi. Munitevi di un'auto e di una guida cartacea se volete visitare le Everglades, e partite di buon mattino, la strada è tanta, le cose da vedere molte e una selezione sulle attrazione da vedere va per forza fatta.

Le Everglades si trovano alle spalle di Miami e si estendono per tutta la parte sud della Florida, dalla sponda Atlantica fino al golfo del Messico. Capirete che siete entrate nella palude quando vi lascerete alle spalle gli ultimi fast food che costeggiano la strada che prende il nome di Tamiami Trail, una strada che si estende da Miami fino a Tampa, se vogliamo essere pignoli, ma il pezzo che interessa a noi arriva fino a Naples, una ridente e solare cittadina che si affaccia sul golfo del Messico.

La palude dietro Miami: le Everglades

Lasciamo Miami non senza difficoltà, è facile perdersi anche con un navigatore, ma quando prenderete la Highway 41, siete sulla strada giusta. Come dicevo prima, una selezione di cosa vedere va fatta. Noi la facciamo strada facendo. Un cartello vi segnalerà l'ingresso alle Everglades, lasciandovi alle spalle la caotica e a volte incivile Miami per entrare in un luogo ancora selvaggio e a volte anche incontaminato.

Noterete subito numerosi posti in cui potrete visitare gli alligatori tramite un Overcraft o un Airboat. Il prezzo sicuramente non è economico, quindi decidiamo di procedere anche oltre la Shark Valley e arriviamo fino all' Oasis Visitor Centre, un luogo dove potrete riposarvi e rifornirvi di bevande e snack - negli Usa, distributori di bibite, snack e bancomat li trovate ovunque - ma soprattutto potrete avere un assaggio della natura selvaggia delle Everglades. Affacciandovi sul fossato, oltre a delle specie di uccelli che potete vedere solo qui, potrete vedere riposarsi sotto il sole o a pelo d'acqua il simbolo della palude: l'alligatore.

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Poco più avanti c'è un altro posto molto curioso: è l'ufficio postale di Ochopee, una specie di casetta di qualche metro quadro in legno con una bandiera a stelle e strisce e un cartello che ne spiega la particolarità: è l'ufficio postale più piccolo d'America. Dentro c'è una dipendente che accetta di buon grado le vostre lettere o le vostre cartoline e le fa arrivare in qualsiasi angolo del mondo. Quello che vi consiglio è di rallentare appena vedete il cartello in strada, l'ufficio si trova subito dopo a sinistra e potreste non notarlo. Pensare che la signorina si annoi è sbagliato, molte persone di passaggio si fermano di proposito per inviare una cartolina da qui.

La palude dietro Miami: le Everglades

Gli insediamenti dell'uomo alle Everglades sono molto scarsi, ma noi andiamo a visitarne uno che è forse anche uno tra i più rappresentativi. È Everglades City, non propriamente una città ma un piccolissimo villaggio di pescatori nel cuore della palude e si affaccia quasi sul Golfo del Messico, il quale è nascosto da una foresta di mangrovie. È un villaggio di pescatori, dove le case sono costruite rialzate da terra in quanto, in passato, l'innalzamento del livello dell'acqua della palude sommergeva le strade della città.

Si è quindi deciso di continuare a costruire così le case. Sono fatte per lo più di legno e soprattutto hanno dei colori vivacissimi. Iniziamo però a notare un particolare curioso: le case non sono dotate di recinto. C'è il giardino, magari qualche passeggiata che conduce dal marciapiede all'ingresso ma non c'è un muretto o una rete a separare ciò che è proprietà privata dalla proprietà comune. Ci chiediamo come possa la gente vivere senza la preoccupazione che qualsiasi sconosciuto possa violare il proprio territorio.

La palude dietro Miami: le Everglades

Terminata la visita a uno dei pochi insediamenti umani decidiamo di aprire la caccia - in senso figurato ovviamente - alle pantere. Lasciatoci alle spalle il paese, proseguiamo verso nord fino ad arrivare al Fakahatchee Strand Preserve, una riserva naturale dove è l'uomo l'estraneo e la natura selvaggia comanda su tutto. Le strade sono fangose e incolte, e la più larga costeggia un lago che sembra sterminato. È qui che con un po' di fortuna e magari con un binocolo, potrete osservare le pantere nere. Sono poche ma se la dea bendata vi assiste si possono scorgere.

La palude dietro Miami: le Everglades

Mentre stiamo viaggiando a passo d'uomo, un pick up con targa canadese, proveniente dal senso opposto, si ferma e abbassa il finestrino per chiederci cosa stessimo cercando. Alla nostra risposta ci dice che se vogliamo, aguzzando la vista, dall'altra parte del lago si può notare un orso che poco prima stava facendo il bagno. Ovvio che saremmo curiosi ma non siamo neanche sicuri che in queste zone ci siano orsi e se ci sono, è meglio stare alla larga dagli orsi bruni. Continuando la marcia, un'altra auto, sempre proveniente dal senso opposto ci ferma e ci fa la stessa domanda e ci dice "se continuate più avanti, forse ne vedete una. Ci ha attraversato la strada un animale di colore nero. Non sono sicuro fosse una pantera ma potrebbe esserlo, ero troppo distante per riconoscerla e lei troppo veloce nel passarmi davanti."

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Tanto vale tentare. Per mezzora giriamo e rischiamo pure di impantanarci, ma alla fine desistiamo e usciamo dalla riserva. Le mangrovie, la natura selvaggia e gli sguardi degli animali ci accompagnano fino a scomparire poco prima di arrivare a Naples, dove si torna alla civiltà.

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