La scorsa settimana Leonardo mi sorprende con una delle sue solite uscite :
” Mamma lo sai, Riccardo, all’asilo lo prendono in giro perchè ha le orecchie a sventola ! ”
A volte mi spiazza, ha soltanto quattro anni e mezzo eppure mi accorgo che ogni giorno si trova ad affrontare una piccola società, con le sue dinamiche e i suoi ” problemi “. Torna a casa nervoso, se ha litigato con un compagno, esuberante se una maestra gli ha fatto un complimento davanti al suo gruppo, quello dei “ Rossi “. E guai a confonderlo con i ” Blu “ quelli sono i bimbi del primo anno, ed è quasi un’offesa
…” Tu non hai preso in giro Riccardo vero…? ” Gli ho chiesto guardandolo negli occhi. Riconoscerei quell’espressione da Lupin che ha appena rubato la Gioconda al Louvre in qualsiasi momento, perchè è la stessa della protagonista del quadro !
” No, io no. ” Mi risponde e fà per girarsi e andare in camera. Lo afferro per il cappuccio della felpa !
” Non è vero, l’hai fatto anche tu e sai che non si fà. Non è bello prendere in giro gli altri…Ti piacerebbe se lo facessero a te ? ”
” No, ma io l’ho detto poco. E’ stato di più Alessandro ! E anche Gabriele e poi Riccardo si è messo a piangere. ” E te credo…Poverino !
Così ho deciso di lasciar perdere in quel momento, avrei affrontato l’argomento più in là, quando lui non se lo aspettava. Era già successo altre volte e avevo avuto successo.
L’occasione si è presentata qualche giorno fà…In un tardo pomeriggio in cui grossi nuvoloni minacciavano la collina e le vallate circostanti di temporale. Dato che sono una madre matura e responsabile, ho deciso di uscire lo stesso
! Però ci siamo coperti bene !Ecco come si presentava il cielo guardando verso l’alto :
Una trapunta tessuta male da un cielo che non aveva avuto troppa voglia di cucire e aveva lasciato qualche buco qua e la, così ogni tanto lasciava intravedere un pò del suo azzurro meraviglioso…
Giunti nella valle dietro casa, dopo aver corso un pò nei prati e aver strappato e soffiato giusto qualche centinaio di dente di leone, i soffioni che piacciono tanto a Beatrice e Leonardo, ci siamo sdraiati esausti e siamo scomparsi come Alice nel Paese delle Meraviglie, nell’erba alta del prato a guardare il cielo. Era la mia occasione. E quella del povero Riccardo !
” E Riccardino l’avete ancora preso in giro all’ asilo ? ”
” Si ! Perchè lo sai mamma, ogni giorno gli vengono le orecchie ancora più a sventola ! “
” Allora bambini avete voglia di ascoltare una favola ? ” Voi la immaginate la risposta ?
La favola in realtà è una parabola cinese di origine buddista che avevo letto da qualche parte tempo fà e che mi aveva colpito molto. L’ho riportata qui per voi è davvero bellissima :
I due vasi
Un’anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno portato con grande fatica dalle sue esili braccia. Uno dei vasi era perfetto, mentre l’altro aveva una crepa: alla fine della lunga camminata dal ruscello verso casa, il primo era sempre pieno d’acqua, mentre quello difettoso arrivava mezzo vuoto.
Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solamente un vaso e mezzo d’acqua. Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati, ma il povero vaso incrinato si vergognava terribilmente del proprio difetto, ed era avvilito di saper svolgere solo la metà del suo compito. Finalmente trovò il coraggio di parlare con l’anziana donna: “Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che tanta acqua fuoriesca lungo la strada verso la vostra casa”.
La donna sorrise: “Hai notato che dal tuo lato del percorso ci sono dei fiori mentre dall’altro non ci sono? È perché io ho sempre saputo della tua perdita, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero e ogni giorno facendo questo tragitto tu li hai innaffiati. Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi come sei, non avrei mai avuto la loro bellezza a rallegrare la mia casa”.
Ciascuno di noi ha dei difetti. Ma sono proprio questi a rendere la nostra convivenza varia, interessante e degna di essere vissuta. Devi solo essere capace di accettare ciascuno per quello che è, e vedere il meglio che c’è in lui.
Al termine del racconto, abbiamo ripreso la nostra passeggiata, accecati da un sole crepuscolare, sbucato all’improvviso da quel pezzetto mancante di trapunta di nuvole che il cielo non aveva terminato di cucire. Prepotente ha invaso la valle e con i suoi raggi sembrava quasi stirarsi fino a toccare gli steli sull’erba del prato.
Siamo tornati a casa quando la campana del Paese suonava sette rintocchi che echeggiavano e si perdevano nella valle. Chissà se Leonardo ha capito cosa avrò voluto dirgli quando gli ho mostrato l’unico albero della valle storto, basso e spelacchiato. ” Il più brutto ! ” mi ha fatto notare subito lui.
Si è vero era il più brutto, tutti gli altri erano dritti folti e rigogliosi. Ma sul suo tronco, crescevano fiori meravigliosi !
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Credits parabola cinese e foto : Diapason 2.0 Pensieri e srtrumenti per la scuola… e dintorni