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La Parigi letteraria tra ieri e oggi – Parte I

Creato il 31 ottobre 2014 da Temperamente

Girovagare con un falafel in mano nel Marais è una delle esperienze più suggestive che si possano fare a Parigi. In questo quartiere, brulicante di vita e di colori arcobaleno, passato e futuro, cultura e divertimento si intrecciano. Vi imbatterete in tante caffetterie tradizionali, gallerie d’arte, numerosissimi  negozietti vintage e ovviamente, librerie.

Quando si è lontani, si cerca sempre qualcosa che ci riporti un po’ a casa; questa volta, non potevano essere popizze e sgagliozze, bensì un po’ di sana letteratura nostrana.

L’ho trovata al 10 di rue du Roi-de-Sicile : libreria italiana Tour de Babel.

Sugli scaffali si affiancano grandi classici della letteratura del Novecento: Pavese, Pasolini, Svevo, Pirandello, Moravia, autori contemporanei come De Luca, Camilleri, Eco (solo per citarne alcuni) e novità editoriali. Vi è, inoltre, una sezione dedicata interamente ai manuali e dizionari di lingua italiana. Parlando con il proprietario, scopriamo che in questa oasi italiana si organizzano, spesso, incontri con autori e scrittori.

Se avete tempo di sorseggiare un calice di buon vino in compagnia di un bel libro, la Belle Hortense è il posto che fa per voi. Al 31 rue Vieille du Temple vi aspettano tondi sgabelli di legno e un ambiente piccolo e accogliente dove gli scaffali di vino convivono, pacificamente, con quelli dei libri.

Al 6 rue Sainte Croix de la Bretonnerie troviamo anche la libreria LGBT Les mots à la bouche: ricchissima di romanzi, biografie, poesie, saggi, BD, ma anche libri d’arte e di architettura.

Vira in uno stile più eclettico, il caffè-libreria Marcovaldo: si trova nei pressi di Place de la Rèpublique, precisamente al 61 di rue Charlot. L’atmosfera è vivace, informale e deliziosi sono i tavolini disegnati con l’inchiostro indelebile. Oltre a degustare piatti italiani, è possibile acquistare i libri, prendendoli dagli scaffali presenti sulla parete all’entrata. Non mancano i classici della nostra letteratura tradotti e non, poesia e ovviamente, la raccolta di novelle calviniane da cui il locale prende il nome.

Ampio assortimento di libri per l’infanzia e BD per la libreria Comme un roman… al 39 rue de Bretagne.

Victor Hugo
È  situata al numero 6 di Places Des Vosges, la Maison de Victor Hugo (oggi, adibita a museo) dove lo scrittore visse per circa sedici anni.

In questa casa videro la luce dei capolavori letterari: il dramma Ruy Blas, la raccolta di poemi Les Voix intérieures e soprattutto buona parte de Les Misérables.

I dipinti, vari cimeli e i mobili ci permettono di rivivere una fase molto importante dell’esistenza di Hugo: l’esilio ventennale tra Bruxelles, l’isola di Jersey e Guernesey.

La casa si estende su tre piani: dopo aver salito una inquietante scala di legno cigolante,  la nostra visita parte dal secondo piano del palazzo. Il percorso si snoda dalla sala da pranzo fino alla stanza da letto, la cui disposizione è frutto di una ricostruzione; infatti, anche il mobilio proviene dalle diverse abitazioni di Hugo. Nell’anticamera, attira l’attenzione l’albero genealogico dello scrittore. Vediamo il ritratto dei genitori, di alcuni dei suoi figli, ma soprattutto del fratello Eugène. Del poeta Eugène Hugo si sa davvero poco, un personaggio, totalmente, oscurato dal precoce e straordinario talento di Victor.

La rivalità fra i due fratelli non era solo letteraria, ma come nei migliori romanzi sentimentali, era causata anche da una donna: Adèle Foucher. Da sempre amore segreto del poeta, che gli preferì, però, il fratello Victor.

La delusione e il costante senso di inferiorità causeranno ad Eugène una grave depressione. Internato in manicomio a ventidue anni, in uno stato che non accennava al miglioramento e privato dell’affetto della famiglia, morirà, solo, nel 1837.

Victor gli dedicò Les Jumeaux e A Eugène vicomte Hugo, un componimento de  Les Voix intérieures forse, per fugare il senso di colpa per averlo abbandonato.

Segue la sala da pranzo, caratterizzata da meravigliosi muri damascati e un mobilio ottocentesco tipico delle abitazioni di Hugo prima del suo esilio.  Estremamente particolari sono le tre sale delle “cineserie”, ammobiliate, invece, dall’amante Juliette Drouet quando i due vivevano a  Guernesey. Alcuni decori furono realizzati dallo stesso scrittore, ciò mette in luce le sue grandi abilità di disegnatore.

In ultimo la stanza da letto: l’arredamento in stile medioevale rispetta, pienamente, i gusti di Hugo. Questo mobilio fu acquistato al ritorno dall’esilio, quando lo scrittore, acclamato padre della Repubblica, poté trascorre gli ultimi anni che lo attendevano nella serenità della sua dimora.

Stanza per stanza, ci sembra di frugare fra la vita di Hugo, curiosare fra i suoi affetti e piombare in un’altra dimensione, fatta di ringhiere in ferro battuto e case di mattoni rossi.

Le sue ceneri, insieme a quelle di Émile Zola  e Alexandre Dumas (padre), si trovano nella cripta del Pantheon nel famoso quartiere latino. Le sepolture bianche ed essenziali li celebrano non solo come grandi scrittori, ma soprattutto come emblemi delle idee repubblicane.

Il più sfortunato fratello Eugène, invece, fu seppellito a Père-Lachaise.

Visitato in una mattinata quasi autunnale, benché fosse giugno, il cimitero ha un’atmosfera romantica e decadente.  Timidi squarci di luce filtrano attraverso gli alberi, scrocchiano le foglie sotto i nostri piedi e l’aria umida della mattina ci fa stringere nei nostri maglioncini.

Camminando fra le sepolture, vedo il mausoleo di Abelardo ed Eloisa, ricongiuntisi solo nella morte e un brivido percorre la mia schiena. Forse è per la commozione, o forse è un corvo che con il suo spettrale gracchiare, vola sulla mia testa.

Addentrandosi, infatti, è facile perdere l’orientamento in un dedalo di stradine lastricate, soprattutto quando il respiro comincia a farsi più affannoso a causa della pendenza.

Ma la “scarpinata” vale l’impresa per godere della compagnia dei grandi della letteratura: Oscar Wilde, Molière, Marcel Proust, Colette, Nerval, La Fontaine, Gertrude Stein

A proposito di Oscar Wilde, la sua è una delle tombe più visitate e note del cimitero. In passato ricoperta, letteralmente, di baci e frasi; oggi, è stata ripulita ed è protetta da alcune lastre di vetro, al fine di difenderla dai frequenti atti di vandalismo.

Devo ammettere, infatti, con stupore, che sebbene si tratti di un cimitero frequentatissimo, vi sono delle aree molto trascurate, talora abbandonate. Forse, per l’ incapacità di gestire tale estensione (stiamo parlando di circa quaranta ettari) e un po’ dall’incuria e dalla maleducazione dei turisti.

Balzac
A Père-Lachaise è anche sepolto Honorè de Balzac, sul quale è necessario spendere qualche parola.

A Parigi, nelle vicinanze della più famosa Tour Eiffel, al 47 di  rue Raynouard c’è la  sua casa. Qui concepì alcuni dei suoi capolavori: La Comedie humaine, La Rabouilleuse, Une Ténébreuse Affaire e La cousine Bette.

La Maison de Balzac  è composta da cinque stanze, dove sono esposte la scrivania e la sedia del romanziere, alcuni suoi oggetti personali e le riproduzioni dei suoi manoscritti. Sicuramente meno valorizzata rispetto alla Maison de Hugo è, infatti, poco ammobiliata; tuttavia, gode della presenza di un piccolo e delizioso giardino ricco di fiori e di piante aromatiche.

Sempre a tema Balzac, nel museo di Rodìn è possibile ammirare numerosissime sculture e ritratti del famoso scrittore. Lo scultore, più noto per il celebre Pensatore, studiò a lungo la fisionomia di Balzac, analizzò i suoi ritratti, ma soprattutto ne lesse attentamente le opere. Il suo obiettivo era infatti, quello di realizzare un’opera che non solo rendesse giustizia al suo aspetto, ma che soprattutto ne rivelasse il genio creativo.

Rimanete sintonizzati perché il book tour è solo all’inizio!

Nel prossimo articolo, ci faremo un giro nel quartiere latino e parleremo della libreria più famosa di Parigi all’ombra di Notre-Dame. Avete già capito di cosa parlo?

Silvia Capriati


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