Per La parola ai giurati mi verrebbe solo da urlare "VEDETELO!!!", anche se già l'avete visto. Ma tenterò comunque di dire un paio di parole per convincere i più scettici.
Che si tratta di un capolavoro l'ho già detto ma ci tengo a ripeterlo. Tutta la pellicola è ambientata dentro una stanza, con 12 uomini (arrabbiati) diversi tra loro che discutono attorno ad un tavolo. E qui qualcuno potrebbe dire (per poi essere punito fisicamente) "Che palle!". Ma vado avanti. La forza del film è proprio dietro questo meccanismo claustrofobico. Lumet gira in modo magistrale usando ogni singolo angolo della stanza, ogni possibile inquadratura e tra primissimi piani, totali e carrellate ci tiene letteralmente incollati allo schermo. Stringendo e soffocandoci man mano che la discussione sale... è qualcosa di davvero incredibile. I 12 uomini si confrontano per decidere delle sorti di un ragazzo ma più che su questo punto (comunque cruciale poiché rischia la pena capitale), i suddetti devono mettere sul banco loro stessi e tutto ciò che portano dentro, tra pregiudizi e convinzioni. Ottimi ovviamente gli attori, indispensabili per un film principalmente narrato, ma ottima è soprattutto la sceneggiatura. Questa è capace di incredibili risvolti nonché di un'interessante riflessione sul sistema giuridico americano: "Innocente fino a prova contraria" e "Colpevole senza nessun ragionevole dubbio". Vabbè VEDETELO. ImdbMagazine Cinema
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