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La particella di dio?

Creato il 30 luglio 2010 da Anantadeva

A cura di Andrea Boni.
LA PARTICELLA DI DIO?“PISA. C'è molto di Pisa nel viaggio alla scoperta dell'"universo bambino" che si sta compiendo al Cern di Ginevra. Un viaggio che potrebbe portare un premio Nobel sotto la torre pendente. Da qualche giorno, infatti, all'interno del Large Hadron Collider, l'acceleratore di particelle più potente della storia, si stanno scontrando fasci protonici a 7.000 miliardi di elettronvolt, un livello energetico mai raggiunto prima. I microscopici fuochi di artificio che scaturiscono dalle collisioni, hanno l'obiettivo di riportare piccoli frammenti di materia alle condizioni immediatamente successive al Big Bang, precisamente una frazione di miliardesimo di secondo dopo l'esplosione che generò l'universo. A capitanare uno dei quattro esperimenti collegati all'attività di LHC è il professor Guido Tonelli, 59 anni, ordinario di Fisica generale all'Università di Pisa e collaboratore dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). Da circa un anno Tonelli è responsabile di Compact Muon Solenoid (Cms), un progetto al cui interno lavorano 3.600 persone, tra scienziati, tecnici e ingegneri.
Le leggi della fisica che studiamo oggi, infatti, sono relative a un universo freddo e vecchio di 13,7 miliardi di anni, che non ha più niente in comune con il cosmo appena nato: "Dopo il Big Bang le temperature erano molto elevate e di conseguenza c'erano più particelle di quelle attualmente conosciute - prosegue il fisico - Le più pesanti, infatti, necessitano di grandi quantità di energia e per questo oggi sono scomparse". LHC promette di riportare indietro le lancette dell'orologio e di trovare queste particelle scomparse, utili per svelare molti dei misteri del cosmo: "Prima di tutto cerchiamo il bosone di Higgs, un elemento che permetterebbe di capire come mai le particelle elementari hanno masse così diverse tra loro - spiega Tonelli - Poi c'è la materia oscura, una forma del tutto nuova di sostanza: non la vediamo (perché non emette luce), ma attraverso le osservazioni siamo in grado di dire che rappresenta circa un quarto dell'universo e che tiene insieme enormi ammassi di galassie". Infine, LHC potrebbe confermare (o smentire) le recenti teorie extradimensionali: "Noi viviamo in un mondo a quattro dimensioni (le tre dello spazio più il tempo ndr) ma in origine forse, ce n'era qualcuna in più e con LHC lo scopriremo - spiega Tonelli - Gli elevati livelli di energia all'interno dell'acceleratore potrebbero consentire l'apertura di varchi su dimensioni sconosciute. Ovviamente, parliamo di spazi e tempi estremamente ridotti, per cui sarebbe possibile prelevare soltanto piccole particelle di materia, niente di più. Ma se l'ipotesi fosse confermata, vi sarebbero sviluppi interessanti". Per questi e altri motivi, il nome dello scienziato pisano-lunigianese sembra essere finito nella lista dei candidati al Nobel per la fisica. (Il Tirreno, 7 Aprile 2007)”.
Questi esperimenti sono sicuramente interessanti, tuttavia sarebbe importante comprendere questi fenomeni anche attraverso la Scienza fornita all'interno dei Veda e della Filosofia del Samkhya e della Bhagavad Gita in particolare, dove viene descritto come la materia sia una manifestazione dell'energia Divina che si manifesta a partire dall'elemento etere (akasha).
LA PARTICELLA DI DIO?L’elemento akasha descritto dall’antica filosofia Samkhya, probabilmente la più antica del genere umano, è tradotto variabilmente nelle lingue europee moderne con i termini di ‘spazio’ e di ‘vuoto’. Per le caratteristiche peculiari del vuoto quanto-meccanico potremmo utilizzare questa stessa definizione anche per il termine akasha della filosofia Samkhya, che indica un contenitore (composto di prakriti, materia, seppur sottile, essendo uno dei pancabhuta), per l’appunto “vuoto” avente la potenzialità-disponibilità massima di manifestare tutto ciò che diventa fenomeno (dall'etere infatti, secondo il Samkhya, derivano tutti gli altri bhuta, ovvero l'aria, il fuoco, l'acqua e la terra). L'elemento akasha, insieme a tutti gli altri elementi, sono di fatto energie del parampurusha, l'Essere che si situa ontologicamente al di là di materia, spazio e tempo. Si veda a tal riguardo Bhagavad Gita VII.4:
“Terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente,
intelligenza e falso ego – questi otto elementi distinti da Me,
costituiscono la Mia energia materiale”.
Quando si manifestano i fenomeni secondo il Samkhya? Quando nel vuoto o nello spazio si situa l’osservatore, il purusha. Qui varrebbe la pena di citare la famosa teoria, poi dimostrata ed accettata dalla scienza, del Principio di Indeterminazione di Heisenberg del 1928, secondo il quale un fenomeno non si può precisamente determinare in quanto l’osservatore - osservandolo - lo modifica; da qui appunto l'enunciazione del ‘Principio di Indeterminazione’. Similmente, nella filosofia e psicologia Samkhya si evidenza che quando il purusha - con la sua coscienza e capacità di osservazione - penetra nella prakriti o dimensione empirica, il primo impatto che questi ha è con lo spazio ed è nello spazio - nell'interazione con la coscienza - che si manifesta la materia con la sua specifica forma empirica, definita in termini moderni come massa, proprio come nel concetto del vuoto quanto-meccanico postulato dal dottor Corbucci o dall'”etere” di Todeschini. Il purusha si carica di massa, quindi manifesta il corpo materiale, a seguito dell’impatto con akasha (lo spazio, il vuoto).
Che la massa si origini da questo spazio-vuoto nell'interazione con la coscienza dell'osservatore è ciò che postula anche la Fisica moderna; infatti, affinché le onde energetiche si trasformino in particelle subatomiche è necessario l’impatto con l’osservatore. Rimangono onde se non vengono osservate e diventano particelle, dunque si caricano di massa, quando invece sono osservate. Con il linguaggio della Fisica moderna diversi fisici oggi spiegano che esse attingono massa dal vuoto quanto-meccanico; nella filosofia Samkhya si afferma che il purusha si riveste di materia (massa) nel suo impatto con la prakriti nella forma di akasha, ed è da questo impatto che si genera il Tempo. Quest'ultimo ha infatti influenza solo sulla massa, ma non sul purusha. Il purusha non è eterno perché dura tanto nel Tempo, bensì perché non ha niente a che fare con esso. Né con lo Spazio: il purusha è definito pura coscienza (cit), a-temporale e a-spaziale. Si veda a tal fine Bhagavad Gita II.12:
“Mai ci fu un tempo in cui non esistevamo,
Io, tu e tutti questi re, e in futuro mai nessuno di noi cesserà di esistere”.
Secondo la filosofia Samkhya, quando la prakriti è allo stato non manifesto (a-vyakta) i guna, ovvero le sue energie strutturanti, sono come forze contrapposte che si annullano reciprocamente producendo una stasi. Quando invece la coscienza (purusha) osserva la prakriti, queste forze si attivano generando i fenomeni materiali e rimangono in moto fino a che non si produce lo stato di kaivalya, ovvero la liberazione del purusha dalla prakriti così come descritta negli Yoga-sutra di Patanjali. Kaivalya consiste nel processo attraverso il quale il purusha si libera dalla massa che ha sviluppato per tornare ad essere puro purusha, puro brahman o puro atman.

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COMMENTI (2)

Da RUSSO Vincenzo
Inviato il 29 ottobre a 23:54
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vittorio catani Sono andato sul sito “Il Tachione…” Teoria originale, ardita e che - ahimè - per mie carenze tecniche non sono in grado di comprendere appieno, come forse sarà per altri lettori. Forse, se ci si pone il fine d’essere compresi da quanta più gente è possibile, un linguaggio meno specifico avrebbe giovato, sia pure a costo di qualche semplificazione. Comunque: complimenti. Non è da tutti. .RUSSO Vincenzo Caro vittorio catani ,la teoria unificata deve correggere duemila anni di errori di filosofia ,che hanno influito sulla logica ,sulla matematica e sulla fisica. Ora per correggere tutto questo ,po,po di scienza travisata ,occorre una nuova semantica .Cioè si devono dare nuovi significati a parole ed espressioni in uso da secoli.Non che sia tanto difficile in se.Il difficile e rimuovere i pregiudizi stratificati nella cultura nota.Per esempio INFINITO oggi significa qualcosa d’immenso e magnifico. In realta è un numero e una qualità incompleta. Un numero non finito. Cioè non è un numero intero. Quindi non rappresenta grandezza ma incompletezza. Gli antichi della magna grecia usavano invece i due diversi termini limitato,(cioé completo),per esprimere grandezza e illimitato,(cioè incompleto), per definire la rarefazione dei numeri primi nel nulla. Va meglio? PROVIAMO CON UNA NUOVA MAIL QUI DI SEGUITO. LEGGETEMI PERO’ IN MODO ESTESO anche SUL MIO SITO, PER UNA COMPRENSIONE MIGLIORE. SALUTI DA VINCENZO Vi TRASMETTO UN’ALTRA MIA MAIL MOLTO DIFFUSA IN RETE. risposte a BIOLOGI NEODARWINISTI e scienziati agnostici o atei. RUSSO Vincenzo scrive: ottobre 26, 2010 alle 12:16 pm Tutte le teorie della scienza non sono conclusivamente galileane. Altrimenti diventano leggi della natura e non sono più teorie. Quindi le ragioni invisibili per essere ,sono molto più profonde delle cause visibili presunte ,e lo sono più importanti ,persino di quelle cause sperimentalmente verificate. Infatti ogni esperimento è vero solo fino a quando si ripete identico. UN BRAVO DI SETTORE DUNQUE A RICHARD LEWONTIN biologo antievoluzionista. La scienza è fede quanto la religione ,ma è difficile farlo ammettere. Eppure la teoria standard e la matematica stessa sono solo ipotesi ipotetico deduttive ,valide solo nel loro proprio sistema assiomatico. Vale a dire che sono incomplete o indecidibili. In pratica non sono false ,perchè sono ipotesi coerenti nel proprio sistema assiomatico. Con ciò non sono neanche vere però ,ma sono solo finte ed immaginarie costruzioni mentali. Le congetture non sono invece nemmeno costruibili e quindi sono false. Allora il mondo visibile è una costruzione mentale, realizzata con teorema coerenti ma finti. Per concludere .A quali giudizi si devono sottoporre i concetti sintetici ed analitici per trovare le leggi naturali galileane visibili ed invisibili? Ovvero come si trova anche il perché dell’esistere ? RISPOSTA : Con il giudizio completo della logica sineterica. Vedi sul sito http://www.webalice.it/iltachione ,soprattutto al volume V : “il tempo e il pensiero”.

Da RUSSO Vincenzo
Inviato il 09 ottobre a 00:20
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Tempo fa Stephen Hawking voleva poter conoscere la Mente di Dio. Per questo io gli dedicai il mio libro: “Il Tachione il dito di Dio”. Ora ha cambiato idea e dice che Dio non esiste. Il CERN a sua volta ripropone l'eterna esistenza della materia. Io rispondo così: COMMENTO ALL’ULTIMO ESPERIMENTO DEL CERN DI GINEVRA. Ciò che è stato osservato al CERN di Ginevra ,consiste di un plasma di teorema geometrici e matematici, espressi in numeri cardinali . Questi a loro volta sono costituiti da un gas di numeri ordinali, (la polvere di Cantor ” diviene “ frattali). A proposito DUNQUE ,della presunta autosufficienza della materia ,affermata dopo gli ultimi esperimenti del CERN di GINEVRA. Siamo semplicemente alle solite tesi ideologiche . Non si tiene conto che l'energia applicata nell'esperimento del CERN è già esistente nell'universo . Quindi la materia non è affatto autosufficiente. Rimane vero semplicemente che nulla si crea e nulla si distrugge . Rimane insoluto infatti ,quali sono le ragioni dell'esistenza dell'energia ? Perché c'è l'energia invece che il nulla ? Per approfondire segnalo il sito: il Tachione il dito di Dio. Nel sito www.webalice.it/iltachione si può leggere gratuitamente in rete la teoria unificata dell'universo fisico e mentale, secondo il pensiero sineterico. La tesi fondamentale della teoria afferma che la gravità non è una qualità della materia ma una reazione astratta all'estensione angolare . Pertanto le successive dimensioni spaziali “estendendosi” a partire dal punto mentale,alla retta ,al piano e ai volumi, determinano REAZIONE ANGOLARE GRAVITALE ,all'ipotesi immaginaria di estensione LAMBDA, nello spazio tempo. Dunque le ragioni invisibili delle apparenze fisiche ,sono astrazioni di teorema matematici. Le apparenze fisiche visibili ai sensi sono simulazioni delle idee della teoria. In pratica non ci sono fenomeni fisici ma solo rappresentazioni mentali dell'osservatore