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La partita all’hora de comer

Creato il 30 novembre 2014 da Calcioromantico @CalcioRomantico
Saul festeggia dopo il gol del vantaggio

Saúl festeggia dopo il gol del vantaggio

In Spagna ogni domenica all’ora di pranzo c’è una partita della Liga. La cosa non ci coglie di sorpresa, da cinque anni siamo abituati anche noi all’anticipo spezzatino o meglio pasta asciutta, visto il momento in cui va in onda. In Spagna, però, sono più “avanti” di noi: tutte le partite della giornata calcistica si giocano sfalsate e sono spalmate dal venerdì sera alla domenica sera. Così il tifoso da poltrona può tranquillamente dedicare 20 ore del suo week end al pallone e non perdersi un attimo neanche di Getafe-Malaga o Eibar-Villareal. La realtà è, però, ben altra: a parte il Barcellona e il Real Madrid, le società guadagnano ben poco da questa suddivisione dell’offerta. Un gradino sotto c’è l’Atletico Madrid, che l’anno scorso è riuscito a fare lo sgambetto alle due grandi in campionato e solo per pochissimo non ha ripetuto il miracolo in Champions.
Già l’Atletico. Oggi la comida spagnola propone la partita tra i colchoneros e il Deportivo La Coruña. Il Super Depor degli anni novanta non c’è più. I biancoblù l’anno scorso erano in Segunda División e chissà se quest’anno riusciranno a salvarsi. Sembra una partita senza storia e le immagini che arrivano da Madrid lo confermano: padroni di casa all’attacco, ospiti in difesa, spalti composti e solito gol dell’Atletico Madrid su azione conseguente a calcio piazzato, seguito da festeggiamenti per l’autore, Saúl, che non ha sempre tanto spazio in squadra.

Ma sono immagini drogate. Perché la partita purtroppo una storia l’ha già avuta. Le due tifoserie hanno un’antica rivalità, acuita anche da differenti aderenze politiche: i Riazor Blues di La Coruña sono di sinistra, per il Frente Atlético basta la denominazione a far capire come stanno le cose.[1] Stamattina i due gruppi organizzati sono venuti a contatto, forse hanno addirittura organizzato il meeting. Ci sono stati feriti e un tifoso ospite è stato malmenato e poi gettato nel fiume. I dispacci parlano di “morte clinica” e dicono che la polizia ha fermato il gruppo dei galiziani e ne ha impedito l’ingresso allo stadio. Sicuramente il Comité Antiviolencia, il corrispondente del nostro Osservatorio (anche se non ha il potere di bloccare le trasferte), saprà con sapienza indagare dopo l’accaduto. Intanto l’Atletico ha già diffuso il suo bel comunicato in cui condanna l’accaduto e poi ha detto ai suoi giocatori “vestitevi e andate in campo”. Ché sennò la pasta asciutta si fredda. Ché altrimenti se facciamo rinviare questa partita poi gli impegni di coppa ci costringeranno a recuperarla chissà quando.
Ecco allora spiegate quelle immagini che arrivano dal Vicente Calderón, così tanto consuete da sembrar surreali perché qualcosa è successo eppure tutti si comportano come se nulla fosse.
E, non volendo tirare in ballo le scomode anime di Ciro Esposito e di Genny a Carogna, il pensiero corre alla squadra del Genoa e allo stadio di Marassi che il 29 gennaio 1995 disse che in morte del tifoso Vincenzo Spagnolo quel Genoa-Milan non poteva andare avanti.

federico con l’aiuto di víctor

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[1] I Riazor Blues non sono nuovi a fatti tragici. Il 7 ottobre 2003 a margine di una partita di Copa del Rey contro Compostela SD, giocata a Santiago, uccisero un fan galiziano che aveva provato a fermare dei tifosi che stavano per picchiare un ragazzo del Compostela. I Riazor Blues decisero di sciogliersi, ma poi non diedero corso a questa decisione


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