Il percorso
“…Alberto, domani c’è la mia consueta “passeggiata” al Tempio! Tu sei sempre il benvenuto!” Con questo sms Akash m’ha ricordato che, per i fedeli dell’Induismo mauriziano, il primo maggio è la festa della “spiritualità”, celebrata con un rito di cui, solo in tempi recenti, anche il mondo occidentale ha compreso il significato.
La camminata sui carboni ardenti si è diffusa anche nella nostra cultura, come strumento e pratica per le persone che vogliano esplorare la propria consapevolezza e le proprie potenzialità.
La prima volta che ho assistito a questo evento ero comprensibilmente molto diffidente. Ricordo che sono giunto al Tempio, appena fuori di Pointe Aux Piments, in grande anticipo, perché volevo vedere proprio tutta la preparazione del percorso, lungo circa 20 metri. Bel colpo d’occhio di tutto l’ambiente, con ricche decorazioni del tempio e dei primi fedeli con indosso gli abiti tradizionali da cerimonia. Del resto, tutti i templi di questa religione, anche quando non si effettuano celebrazioni di riti, attraggono proprio per la vivacità del loro colore. Tutto è fortemente policromo, ma i carboni…senza alcun dubbio, sono proprio come quelli d’un immenso barbecue e non hanno solo il colore del fuoco sotto la brace, ma bruciano sul serio.
Inizio “Promenade”
Conosco Akash da quando a 8 anni era gia un buon pongista. L’ho inserito nella squadra locale ed è diventato rapidamente il più forte. Poi, adolescente, è passato all’atletica. Ricordo la prima volta che ha corso i 100 metri, gli sono stati cronometrati 13 secondi. Fenomenale, perché era davvero la prima volta in assoluto. Poi (oggi ha quasi 20 anni), nel volley Akash è diventato un blasonato campione nazionale. Con i suoi quasi due metri d’altezza, ogni volta che salta per fare una schiacciata, sembra voler spostare le…nuvole. Il motivo per cui vi parlo di questo giovane amico ed atleta mauriziano è perché, lui, ha una forza che non è certamente solo quella fisica. Quando nel tennis da tavolo perdeva un punto, rimaneva impassibile. Peraltro, manifestava con vigore tutto il suo entusiasmo, ogni volta che faceva dei punti vincenti. Solido come una roccia, nella difficoltà, ma ben felice nel successo.
La passeggiata sui carboni ardenti non è effettuata da chi pensa di sfidare il fuoco saltellandoci sopra di corsa, ma necessita una preparazione interiore che dura circa due settimane. Tutti i giorni, durante il periodo di “Carem” (potremmo dire Quaresima, ma non è una traduzione esatta), i fedeli induisti, quelli che desiderano la sfida con il fuoco, si preparano con delle preghiere e sermoni condotti dai loro Pandit (sacerdoti induisti). Non è un allenamento fisico. Insomma non si fanno i… calli ai piedi, ma una grande concentrazione spirituale, mistica, interiore, che, se fatta con totale convinzione e dedizione, è capace d’infondere una forza psicologica tale da poter sfidare anche quello che, da sempre, l’uomo teme e rispetta: il fuoco!
”Akash, è mai capitato che qualcuno si sia bruciato?’ “Si!” m’ha risposto l’amico. “In questi casi chi ha ingannato la fede subisce due punizioni: subito quella del fuoco, ma successivamente anche quella da parte degli altri fedeli, che lo percuotono, perché non permettono di avere tra loro un cattivo esempio di fede”.
Ho chiesto ad Akash: “Pensi che queste prove di coraggio ti siano d’aiuto nelle competizioni sportive o siano una verifica per misurare il grado di forza interiore?” “Non so rispondere a questa domanda, Alberto! Sono nato con questa fede e se, per migliorarmi nello sport, devo fare un grande allenamento fisico, con la mia fede devo mantenere sempre un comportamento corretto, altrimenti…si soffre”.
Akash
Rispondo io per lui.
Come in ogni religione, non tutti sono osservanti, ma chi lo è sicuramente riceve una forza interiore che è di grande sostegno in tutte le difficoltà esteriori, quindi anche nelle competizioni dello sport praticato in modo agonistico. Nelle foto vedrete anche immagini delle quali, per noi, ubriacati della cultura occidentale, è ben difficile comprendere il significato. Ma se la “promenade” sui carboni ardenti appare una follia , la sfida con il dolore assume anche aspetti per noi paradossali quando (ad esempio) si vedono i limoni attaccati sulla schiena con degli ami che entrano nella carne o gli spilloni conficcati in una guancia che escono da quella opposta. Sia ben chiaro: io non farò mai nulla di tutto questo! Ma riesco a comprenderne il principio, comune a tutte le religioni, che rientra nella coerenza del rinforzare i valori interiori per restare immuni (o quasi) dal dolore esterno.
Adesso è l’ora della passeggiata sulla spiaggia. Sono costretto a tenere le ciabatte, perché, anche per solo dieci metri… la sabbia brucia!!!
Preparazione corporale
(Alberto Nacci)
Immagini tratte dall’archivio fotografico di Alberto Nacci
Inviato il 03 maggio a 05:43
Il tuo articolo è bello, Alberto, un contributo originale che fa impallidire la pletora di post banali che invade molti blog. Il corredo iconografico è di prim’ordine…il primissimo piano di Akash straordinario.
Inviato il 03 maggio a 05:22
se si cammina sui carboni ardenti con spavalderia...ci si brucia anche se si fa finta di non aver dolore, in verita, si schiatta dalle ustioni. Se lo si fa con una preparazione interiore, certamente non improvvisata ma metodidica, di fede, l'ho visto con i miei occhi, non ci si brucia affatto!