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“La Passione”

Creato il 01 ottobre 2010 da Cinemaleo

“La Passione”

2010: La Passione di Carlo Mazzacurati

“La Passione”
“La Passione”

Le aspettative erano molte, buone le premesse (qualità del regista, cast con presenze più che affidabili, trama sulla carta interessante…). Risultato deludente.

Carlo Mazzacurati è un ottimo regista e l’ha dimostrato in validissimi film come La giusta distanza, Vesna va veloce, Un’altra vita, La lingua del Santo: bellissimi ritratti di provincia, acute analisi psicologiche (il tutto ammantato da un forte pessimismo sul malessere che pervade la nostra società).

Con La Passione siamo ancora in provincia… ma è l’unico legame con le opere precedenti. Mazzacurati ha realizzato un lavoro ibrido che oscilla continuamente tra commedia e dramma, ironia e tristezza senza però che le diverse componenti riescano ad amalgamarsi: ognuna disturba l’altra, lo spettatore è alquanto in dubbio se ridere o piangere. La Passione presenta poi il difetto di risultare due film in uno, due situazioni diverse che incontrano difficoltà a unificarsi: il secondo tempo stenta a rapportarsi al primo.

Quasi inesistente il ritratto della provincia (che appare piuttosto anonima nonostante l’eccessiva e irritante caratterizzazione di alcuni suoi componenti), lacunoso l’approfondimento psicologico dei vari personaggi che appaiono sempre monocordi (ed alcuni perfettamente inutili). Il cast appare sprecato: dal sempre bravo Silvio Orlando alle prese con un ruolo che non ha spessore e sfaccettature a Corrado Guzzanti che si limita, fastidiosamente, a fare la caricatura di se stesso. Un discorso a parte merita Giuseppe Battiston: alle prese con l’unico personaggio a tutto tondo dell’intero film conferma, ancora una volta, il suo essere uno dei migliori interpreti del nostro schermo.

Il film poteva essere un amaro e ironico affresco del mondo dello spettacolo, una desolata analisi della condizione attuale della cultura nel nostro Paese, una indagine tra il serio e il faceto su come il potere viene gestito… Forse le intenzioni erano queste, forse altre. Resta il fatto che il prodotto finale a cui assistiamo è un film di cui non si comprendono significato e motivazioni, senza ritmo e senza mordente, lento e ripetitivo (si salvano gli ultimi quindici minuti: emozionanti e coinvolgenti). Peccato, veramente peccato.

Ultima annotazione.

Che ci sta a fare in questo film Stefania Sandrelli?

p.s.

Le critiche sono state discordanti (e a mio parere fin troppo generose): “Una commedia amara intelligente e divertente” (La Stampa), “Film lieve ma delizioso” (L’Unità), “…la fiaba è un poco fiacca, le gag spesso stiracchiate, i momenti felici si alternano ad altri di grana grossa” (Il Messaggero), “…un film gradevole e a tratti divertente, ma debole e indeciso” (Europa). Concordo pienamente invece con quanto scritto su Cultframe da Eleonora Saracino: “Il blocco creativo del regista, la divetta capricciosa e insolente, un pessimo attore troppo compreso nel ruolo, il ladro redento dalle velleità artistiche, la giovane innamorata e triste… nel calderone di La Passione non manca proprio nulla e Mazzacurati mescola, scombinatamente, variegati ingredienti che mal si legano tra loro per sfornare un’indigesta pietanza”.

scheda


Filed under: cinema-recensioni Tagged: carlo mazzacurati, cinema, commedia, corrado guzzanti, cristiana capotondi, festival di venezia, giuseppe battiston, kasia smutniak, la passione, locandina, marco messeri, maria paiato, recensione, recensioni, silvio orlando, stagione 2010-2011, stefania sandrelli

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