In tempi di crisi e di vacche magre, di tagli e sacrifici, di pensioni da fame e stipendi taglieggiati da addizionali e ritenute sempre più pesanti, la pasta, farà pure ingrassare, ma almeno riempie la pancia e sazia intere famiglie con una spesa minima!!! Gli italiani salassati dai professori, tagliano dappertutto, anche sul carrello della spesa e la pasta - in barba alla dieta - torna regina della tavola, come negli anni del dopoguerra. Presente tutti i giorni nel piatto di 10 milioni di italiani, la pasta nei primi mesi del 2012 ha registrato un aumento nelle vendite del 4,7% sul 2011. Emerge da un'analisi di Coldiretti, Legacoop Agroalimentare e Coop diffusa in occasione della presentazione della "Prima pasta tutta italiana, dal campo allo scaffale!". Gli italiani sono i maggiori mangiatori mondiali di pasta, con circa 26 chili a testa nel 2011. Giocano in casa, è vero, ma battono per 3 a 1 americani, greci e francesi, per 5 a 1 tedeschi e spagnoli. Non c'é gara con i giapponesi: 16 a 1. Nel podio dei mangiatori di pasta salgono, un gradito sotto degli italiani, il Venezuela con 13 chili all'anno a testa, e la Tunisia con 12 chili pro capite. In Italia - dice ancora l'indagine Coldiretti-Coop - vengono consumati in un anno oltre 1,5 milioni di tonnellate di pasta, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro. Ma l'Italia è anche leader nella produzione con 3,2 milioni di tonnellate, superiore a quella degli Stati Uniti (2 milioni di tonnellate), del Brasile (1,3 milione di tonnellate) e della Russia (858 mila tonnellate). In altre parole, è made in Italy un piatto di pasta su 4 consumati nel mondo. Nel corso del 2011 sono aumentate dell'8% le esportazioni in valore di pasta italiana nel mondo, ma sono i cinesi quelli che ci apprezzano di più: +60% il boom dell'export l'anno scorso verso il Sol Levante. La riscossa della pasta, alimento della crisi, ha trainato anche le semine di grano duro in Italia che farebbero segnare, secondo le stime del 2012, un incremento di circa 150 mila ettari (+13% su base annua), ammontando complessivamente a 1,35 milioni di ettari. Il fattore italianità è considerato il vero valore aggiunto del prodotto-pasta, secondo un sondaggio online condotto dalla Coldiretti. Nella scelta infatti il 56% considera fondamentale l'italianità, il 26% il formato, l'11% il prezzo più conveniente, solo il 7% la marca famosa. L'unica controindicazione è quella di non far sapere ai professori quant'è buona la pasta coi pomodori. Potrebbero avere l'ideona di tassare spaghetti e san marzani!!!
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In tempi di crisi e di vacche magre, di tagli e sacrifici, di pensioni da fame e stipendi taglieggiati da addizionali e ritenute sempre più pesanti, la pasta, farà pure ingrassare, ma almeno riempie la pancia e sazia intere famiglie con una spesa minima!!! Gli italiani salassati dai professori, tagliano dappertutto, anche sul carrello della spesa e la pasta - in barba alla dieta - torna regina della tavola, come negli anni del dopoguerra. Presente tutti i giorni nel piatto di 10 milioni di italiani, la pasta nei primi mesi del 2012 ha registrato un aumento nelle vendite del 4,7% sul 2011. Emerge da un'analisi di Coldiretti, Legacoop Agroalimentare e Coop diffusa in occasione della presentazione della "Prima pasta tutta italiana, dal campo allo scaffale!". Gli italiani sono i maggiori mangiatori mondiali di pasta, con circa 26 chili a testa nel 2011. Giocano in casa, è vero, ma battono per 3 a 1 americani, greci e francesi, per 5 a 1 tedeschi e spagnoli. Non c'é gara con i giapponesi: 16 a 1. Nel podio dei mangiatori di pasta salgono, un gradito sotto degli italiani, il Venezuela con 13 chili all'anno a testa, e la Tunisia con 12 chili pro capite. In Italia - dice ancora l'indagine Coldiretti-Coop - vengono consumati in un anno oltre 1,5 milioni di tonnellate di pasta, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro. Ma l'Italia è anche leader nella produzione con 3,2 milioni di tonnellate, superiore a quella degli Stati Uniti (2 milioni di tonnellate), del Brasile (1,3 milione di tonnellate) e della Russia (858 mila tonnellate). In altre parole, è made in Italy un piatto di pasta su 4 consumati nel mondo. Nel corso del 2011 sono aumentate dell'8% le esportazioni in valore di pasta italiana nel mondo, ma sono i cinesi quelli che ci apprezzano di più: +60% il boom dell'export l'anno scorso verso il Sol Levante. La riscossa della pasta, alimento della crisi, ha trainato anche le semine di grano duro in Italia che farebbero segnare, secondo le stime del 2012, un incremento di circa 150 mila ettari (+13% su base annua), ammontando complessivamente a 1,35 milioni di ettari. Il fattore italianità è considerato il vero valore aggiunto del prodotto-pasta, secondo un sondaggio online condotto dalla Coldiretti. Nella scelta infatti il 56% considera fondamentale l'italianità, il 26% il formato, l'11% il prezzo più conveniente, solo il 7% la marca famosa. L'unica controindicazione è quella di non far sapere ai professori quant'è buona la pasta coi pomodori. Potrebbero avere l'ideona di tassare spaghetti e san marzani!!!
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