La Pastiera napoletana

Da Patiba @patiba1

Narra la leggenda che la sirena Partenope, simbolo della città di Napoli, dimorasse nel Golfo disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, e che da qui ogni primavera emergesse per salutare le genti felici che lo popolavano, allietandole con canti di gioia. Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti, accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d’amore che la sirena aveva loro dedicato e, per ringraziarla, sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnarle i doni della natura: la farina, la ricotta, le uova, il grano tenero, l'acqua di fiori d'arancio, le spezie e lo zucchero. La sirena depose le offerte preziose ai piedi degli dei, questi riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera, che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.

Ingredienti

per 4 persone

Per la pasta frolla
15 gr. d ifarina, 75 gr. di strutto, 75 gr. di zucchero, 1 tuorlo, un pizzico di sale, altro strutto per ungere la tortiera, latte o albume per dorare.

Per il ripieno
120 gr. di grano tenuto a bagno per 2 o 3 giorni (può essere sostituito con orzo, che va ammollato  per 12 ore), 250 gr. di zucchero, 3 tuorli, 2 uova, 100 gr. di cedro candito, 1 cucchiiata di scorza di limone grattugiata, 2 pizzichi di cannella, sale, 1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio, mezzo litro di latte, 1 scorzetta di limone intera.


Preparazione

Mettete il grano o l'orzo ammollato in una casseruola copritelo con acqua e fatelo cuocere per un'ora circa. scolatelo e mettetelo di nuovo in una casseruola con il latte e la scorzetta di limone intero, lo zucchero, un pizzico di sale e un pizzico di cannella. Lasciate cuocere piano fino a che il latte sia tutto assorbito.

Mettete in una terrina il grano, la ricotta passata al setaccio, la scorza di limone grattugiata, il cedro a dadetti, ancora un pizzico di cannella, l'acqua d'arancio e i tuorli d'uovo e gli albumi montati a neve soda, mescolando con garbo.

Fate la Pasta frolla (leggi)), tenetene a parte un terzo e stendete infine il resto in un disco.  Sistemate il disco di pasta in una tortiera unta con strutto, risalendo anche sulle pareti.

Versate nella forma il ripieno e disponetevi sopra, come per una crostata,tante striscioline ricavate dalla pasta frolla messa a parte. spennellate con latte o con albume e passate in forno a calore moderato la pastiera finchè avrà preso un colore leggermente dorato.                      Enciclopedia della donna 1965

Vino

Bianco liquoroso: Lacryma Christi del Vesuvio, Forio d'Ischia, Marsala oro dolce, Passito di Pantelleria, Passito Gewürztraminer.

Pastiera e Limoncello

La pastiera napoletana (o più semplicemente pastiera) è un dolce napoletano tipico del periodo pasquale, uno dei capisaldi della cucina napoletana (ma diffuso anche nella zona di Reggio Calabria e provincia). Ha avuto il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale campano.

Origini
La leggenda che vuole la sirena Partenope creatrice di questa delizia deriva probabilmente dalle feste pagane e dalle offerte votive del periodo primaverile. In particolare la leggenda è probabilmente legata al culto di Cerere le cui sacerdotesse portavano in processione l'uovo, simbolodi rinascita che passò nella tradizione cristiana. La ricetta attuale fu perfezionata proprio nei conventi e divennero celebri quelle delle suore del convento di San Gregorio Armeno.

Caratteristiche
La pastiera è una torta di pasta frolla farcita con un impasto a base di ricotta, frutta candita, zucchero, uova e grano bollito nel latte. La pasta è croccante mentre il ripieno è morbido. Il colore è giallo oro molto intenso. Il profumo e il sapore cambiano a seconda delle spezie e degli aromi utilizzati durante la preparazione. Nella ricetta classica gli aromi utilizzati sono cannella, canditi, scorze d'arancia, vaniglia e acqua di fiori d'arancio. Oggi ci sono numerose variazioni alla ricetta classica che vanno dall'aggiunta di crema pasticcera nell'impasto interno, al cioccolato bianco nella pasta frolla.
Le massaie partenopee la preparano di solito il giovedì santo o il venerdì santo, ma ormai è presente tutto l'anno nelle migliori pasticcerie napoletane.

Citazioni letterarie
La diffusione di pastiera, così come del casatiello, altro piatto napoletano tipicamente pasquale, risale almeno al '600. Lo testimonia la seguente citazione tratta dalla favola la gatta Cenerentola di Giambattista Basile (1566–1632) che descrive i festeggiamenti dati dal re per trovare la fanciulla che aveva perso lo scarpino:

« E,venuto lo juorno destenato, oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se facette! Da dove vennero tante pastiere e casatielle? Dove li sottestate e le porpette? Dove li maccarune e graviuole? Tanto che nce poteva magnare n’asserceto formato. »

(Giambattista Basile, La gatta Cenerentola.)

Aneddoti e curiosità

  • Si racconta che Maria Teresa d'Asburgo-Lorena, seconda moglie di re Ferdinando II di Borbone, soprannominata la Regina che non sorride mai, cedendo alle insistenze del marito buontempone, accondiscese ad assaggiare una fetta di pastiera e non poté far a meno di sorridere, e da qui nasce il termine "magnatell'na risata"(tipico detto partenopeo che sollecita le genti alla ilarità).

  • A Massaquano è tradizione che il giorno della Festa della Madonna, il martedì di Pentecoste, in ogni casa deve esserci la pastiera. Questo perché è un dolce legato soprattutto alla Pasqua e anticamente la Pentecoste era l'ultima Pasqua (prima Pasqua dell'Epifania, seconda Pasqua di Gloria o Resurrezione e terza Pasqua Rosata o delle Rose era appunto la Pentecoste). Questo era l'ultimo giorno in cui si consumava la pastiera perché il caldo, quando non c'erano i frigoriferi, non avrebbe permesso di conservarla a lungo.

  • Giambattista Basile, in La gatta Cenerentola, sesto racconto del Pentamerone, menziona la pastiera fra le delizie del banchetto finale.

Wikipedia

Narra la leggenda che la sirena Partenope, simbolo della città di Napoli, dimorasse nel Golfo disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, e che da qui ogni primavera emergesse per salutare le genti felici che lo popolavano, allietandole con canti di gioia. Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti, accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d’amore che la sirena aveva loro dedicato e, per ringraziarla, sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnarle i doni della natura: la farina, la ricotta, le uova, il grano tenero, l'acqua di fiori d'arancio, le spezie e lo zucchero. La sirena depose le offerte preziose ai piedi degli dei, questi riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera, che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.

Ingredienti

per 4 persone

Per la pasta frolla
15 gr. d ifarina, 75 gr. di strutto, 75 gr. di zucchero, 1 tuorlo, un pizzico di sale, altro strutto per ungere la tortiera, latte o albume per dorare.

Per il ripieno
120 gr. di grano tenuto a bagno per 2 o 3 giorni (può essere sostituito con orzo, che va ammollato  per 12 ore), 250 gr. di zucchero, 3 tuorli, 2 uova, 100 gr. di cedro candito, 1 cucchiiata di scorza di limone grattugiata, 2 pizzichi di cannella, sale, 1 cucchiaio di acqua di fiori d'arancio, mezzo litro di latte, 1 scorzetta di limone intera.


Preparazione

Mettete il grano o l'orzo ammollato in una casseruola copritelo con acqua e fatelo cuocere per un'ora circa. scolatelo e mettetelo di nuovo in una casseruola con il latte e la scorzetta di limone intero, lo zucchero, un pizzico di sale e un pizzico di cannella. Lasciate cuocere piano fino a che il latte sia tutto assorbito.

Mettete in una terrina il grano, la ricotta passata al setaccio, la scorza di limone grattugiata, il cedro a dadetti, ancora un pizzico di cannella, l'acqua d'arancio e i tuorli d'uovo e gli albumi montati a neve soda, mescolando con garbo.

Fate la Pasta frolla (leggi)), tenetene a parte un terzo e stendete infine il resto in un disco.  Sistemate il disco di pasta in una tortiera unta con strutto, risalendo anche sulle pareti.

Versate nella forma il ripieno e disponetevi sopra, come per una crostata,tante striscioline ricavate dalla pasta frolla messa a parte. spennellate con latte o con albume e passate in forno a calore moderato la pastiera finchè avrà preso un colore leggermente dorato.                      Enciclopedia della donna 1965

Vino

Bianco liquoroso: Lacryma Christi del Vesuvio, Forio d'Ischia, Marsala oro dolce, Passito di Pantelleria, Passito Gewürztraminer.

Pastiera e Limoncello

La pastiera napoletana (o più semplicemente pastiera) è un dolce napoletano tipico del periodo pasquale, uno dei capisaldi della cucina napoletana (ma diffuso anche nella zona di Reggio Calabria e provincia). Ha avuto il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale campano.

Origini
La leggenda che vuole la sirena Partenope creatrice di questa delizia deriva probabilmente dalle feste pagane e dalle offerte votive del periodo primaverile. In particolare la leggenda è probabilmente legata al culto di Cerere le cui sacerdotesse portavano in processione l'uovo, simbolodi rinascita che passò nella tradizione cristiana. La ricetta attuale fu perfezionata proprio nei conventi e divennero celebri quelle delle suore del convento di San Gregorio Armeno.

Caratteristiche
La pastiera è una torta di pasta frolla farcita con un impasto a base di ricotta, frutta candita, zucchero, uova e grano bollito nel latte. La pasta è croccante mentre il ripieno è morbido. Il colore è giallo oro molto intenso. Il profumo e il sapore cambiano a seconda delle spezie e degli aromi utilizzati durante la preparazione. Nella ricetta classica gli aromi utilizzati sono cannella, canditi, scorze d'arancia, vaniglia e acqua di fiori d'arancio. Oggi ci sono numerose variazioni alla ricetta classica che vanno dall'aggiunta di crema pasticcera nell'impasto interno, al cioccolato bianco nella pasta frolla.
Le massaie partenopee la preparano di solito il giovedì santo o il venerdì santo, ma ormai è presente tutto l'anno nelle migliori pasticcerie napoletane.

Citazioni letterarie
La diffusione di pastiera, così come del casatiello, altro piatto napoletano tipicamente pasquale, risale almeno al '600. Lo testimonia la seguente citazione tratta dalla favola la gatta Cenerentola di Giambattista Basile (1566–1632) che descrive i festeggiamenti dati dal re per trovare la fanciulla che aveva perso lo scarpino:

« E,venuto lo juorno destenato, oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se facette! Da dove vennero tante pastiere e casatielle? Dove li sottestate e le porpette? Dove li maccarune e graviuole? Tanto che nce poteva magnare n’asserceto formato. »

(Giambattista Basile, La gatta Cenerentola.)

Aneddoti e curiosità

  • Si racconta che Maria Teresa d'Asburgo-Lorena, seconda moglie di re Ferdinando II di Borbone, soprannominata la Regina che non sorride mai, cedendo alle insistenze del marito buontempone, accondiscese ad assaggiare una fetta di pastiera e non poté far a meno di sorridere, e da qui nasce il termine "magnatell'na risata"(tipico detto partenopeo che sollecita le genti alla ilarità).

  • A Massaquano è tradizione che il giorno della Festa della Madonna, il martedì di Pentecoste, in ogni casa deve esserci la pastiera. Questo perché è un dolce legato soprattutto alla Pasqua e anticamente la Pentecoste era l'ultima Pasqua (prima Pasqua dell'Epifania, seconda Pasqua di Gloria o Resurrezione e terza Pasqua Rosata o delle Rose era appunto la Pentecoste). Questo era l'ultimo giorno in cui si consumava la pastiera perché il caldo, quando non c'erano i frigoriferi, non avrebbe permesso di conservarla a lungo.

  • Giambattista Basile, in La gatta Cenerentola, sesto racconto del Pentamerone, menziona la pastiera fra le delizie del banchetto finale.

Wikipedia


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :