questo post l’ho in bozza da parecchio, e non sono nemmeno sicura di come sia stato scritto. ma mi è servito scriverlo, facendo i conti con l’altra parte di me. quella che a volte si spaventa persino di respirare!
sono stata sempre una bambina paurosa. paura del buio dell’uomo nero sotto al letto dei fantasmi delle streghe e poi anche dell’interrogazione a sorpresa delle decisioni improvvise e insindacabili delle auto che vanno troppo veloci in autostrada delle vespe dei calabroni dei rifiuti secchi delle battute infelici delle delusioni cocenti.
avevo paura. e pur di non averla decidevo a priori di non affrontare alcun tipo di problema finché per ovvi motivi non ero costretta a farlo. così è stato per un lungo lunghissimo periodo della mia vita.
e mi sono negata tante cose.
poi vabbè che lo dico a fare la malattia ci ha messo il carico da novanta. i mille paletti e divieti imposti erano un gioco scontato e deprimente. avevano campo libero, mentre io ero sempre più un ammasso di negatività.
però c’è stato un momento in ui ho iniziato a reagire. non è stato una ripresa immediata. anzi. piano piano ho cominciato a prendere decisioni, che all’inizio mi sembravano azzardi più che altro. invece erano solo cose normali che desideravo fare. al di là dei pregiudizi e delle difficoltà. ho messo un passo davanti all’altro, seguendo un percorso certo a volte in salita.
ancora oggi lo è abbastanza in salita. ma non tento di pensare a quanta sia la pendenza. penso solo alla meta.
oppure se ho proprio voglia di distrarmi guardo il panorama!
questo per dire che oggi la paura che avevo addosso in passato e che m’impediva di essere equilibrata, di assaporare la vita e cercarne i colori…quella paura è quasi svanita.
c’è ancora molto da fare è vero. ma ce la farò.
non voglio più negarmi nulla, voglio proporre! voglio creare!