Secondo l’Onu in Zimbabwe più di 2 milioni di persone hanno bisogno di cibo
Una cattiva amministrazione, un’economia in declino e la scarsità di piogge hanno portato ad una grave crisi alimentare nello Zimbabwe, la peggiore in cinque anni. Secondo l’Onu 2,2 milioni di persone hanno bisogno di cibo. Il vice ministro all’Agricoltura contesta le cifre: «Il numero è stato gonfiato – dichiara – non c’è nessuna crisi. Se ci fosse stata avremmo chiesto aiuto come in passato. In realtà stiamo per avere uno dei migliori raccolti degli ultimi anni». Ma un operatore umanitario afferma che, nonostante quest’anno siano state registrate delle buone piogge, gli steli del granoturco in alcune zone rimangono appassiti, il che significa che i raccolti saranno probabilmente scarsi. «Anni di piogge scarse e il deterioramento dell’economia hanno fatto salire i prezzi ed esaurito le risorse della gente, che è più vulnerabile di prima».
Il numero di persone a rischio alimentare potrebbe diminuire in maniera considerevole entro il prossimo anno con programmi governativi quali l’Harmonised Social Cash Transfer (HSCT), che migliorerà la situazione nei distretti tradizionalmente esposti alla mancanza di cibo. Secondo Prosper Matondi, direttore esecutivo di Ruzivo Trust, un’organizzazione locale operante nel settore, è probabile che la situazione migliori. «Crediamo che il raccolto sarà di molto migliore negli anni a venire rispetto a quanto lo sia stato per lungo tempo», afferma. «I dati del governo mostrano che lo scorso anno c’è stato un raccolto di circa 800mila tonnellate. Il risultato della produzione potrebbe essere assai più alto nei prossimi anni, raggiungendo oltre 1,2 milioni di tonnellate».
Tuttavia ciò non sarebbe ancora sufficiente considerando che il Paese ha bisogno di circa 2 milioni di tonnellate di mais ogni anno. «Non si trova cibo in molti mercati e laddove è disponibile la gente non ha i soldi per comprarlo», si lamenta un altro cooperante. Una delle aree che ha maggiormente bisogno è Mazhihwa, nel distretto Zvishavane dello Zimbabwe occidentale. Mary Munyaradzi, insegnante in una delle scuole, denuncia che più di 200 genitori non sono riusciti a pagare le rette scolastiche per più di un anno e con l’attuale situazione probabilmente lei non verrà retribuita. «Questa gente non ha potuto permettersi cibo per anni, come pagheranno le tasse scolastiche?», dice.
Mentre molti agricoltori desidererebbero migliorare la resa del proprio raccolto, l’accesso ai fertilizzanti rimane proibitivo in quanto la maggior parte di loro non può permetterseli. Devono quindi far ricorso a metodi di coltivazione mediocri che alla fine portano scarso rendimento.
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