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La pelle che abito

Creato il 11 ottobre 2011 da Misterjamesford
La pelle che abitoRegia: Pedro AlmodovarOrigine: SpagnaAnno: 2011Durata: 117'
La trama (con parole mie): Robert Ledgard, un luminare della chirurgia estetica e di ricostruzione della pelle, è isolato nella sua tenuta da quando la figlia ha subito un completo crollo psicologico a seguito di un tentativo di violenza sessuale.Prigioniera nella villa del medico è Vera, una giovane appassionata di bambole che l'uomo sfrutta per sperimentare le sue avveneristiche teorie in campo medico e che pare essere oggetto di un corteggiamento in bilico tra follia e passione.In realtà, a legare i due è un segreto che risale ad anni prima, alla violenza che portò la giovane Norma Ledgard alla follia e alla misteriosa scomparsa di Vicente, un giovane sarto di Toledo.
La pelle che abito
L'impressione che ho avuto, con il passaggio negli ultimi giorni sugli schermi di casa Ford di Polanski e Almodovar - due registi straordinari che ho sempre ammirato -, è stata quella di un'inesorabile quanto silenziosa decadenza.
Non una caduta, qualcosa di magnificente e clamoroso, ma una sorta di progressivo torpore che attanaglia da qualche tempo mostri sacri che fino a qualche anno fa erano il motore principale delle mie aspettative in ambito cinematografico: già con Scorsese, lo scorso anno, ho avvertito una sensazione simile che, bottigliate a parte, ha mosso anche la visione di The tree of life durante questa stagione cinematografica.
Il fatto è che pare che tutti questi giganteschi titani della settima arte stiano cominciando a ritenersi così Classici da sedersi sulla loro condizione senza mostrare altro che non una confezione, quello che ci si aspetterebbe da una loro opera.
Così il buon vecchio Pedrito porta sullo schermo tutto quello che da lui ci si potrebbe attendere, dalla teatralità alle ottime interpretazioni dei protagonisti, dai colori saturi e ribollenti alla passione che muove i personaggi della storia, dagli incastri agli illusionismi da sceneggiatore amante delle scatole cinesi. E lo fa con il solito, consueto, splendido stile.
Eppure, per chi ha amato il suo Cinema fin dal principio - rivalutando anche opere recenti come Volver, inizialmente sottovalutata come uno sdoganamento rispetto al grande pubblico - come il sottoscritto, La pelle che abito non può che far riflettere sulla volontà dell'autore di rimanere uguale a se stesso nel peggiore e più noioso dei modi, mettendo anni luce di distanza rispetto ai suoi successi maggiori - gli splendidi Tutto su mia madre e Parla con lei - e alle sue opere più significative - Donne sull'orlo di una crisi di nervi, Carne tremula -.
Occorre ammettere che ad aggravare la posizione del regista iberico è stata senza dubbio la mia precedente lettura di Tarantola, il romanzo di Thierry Jonquet che ha ispirato questo film, rendendosi responsabile di mezzo voto finale in meno senza troppi ripensamenti: il romanzo legato alle vicende di Ledgard e Vera, infatti, oltre che profondamente noir, presentava un elemento crime radicatissimo - qui assolutamente assente - nonchè un finale decisamente più coraggioso e potente, di quelli capaci di insinuare il dubbio nel sottoscritto che il simpatico Pedro abbia deciso di "smussare gli angoli" dell'opera di riferimento in modo da evitare di essere bollato come troppo radicale nelle sue scelte narrative.
Certo, si potrebbe obiettare che in questo caso stiamo parlando del film, e non del romanzo, e che Almodovar non dovrebbe essere giudicato in alcun modo per avere soltanto tratto spunto dalla materia narrata splendidamente sulla pagina da Jonquet, eppure, anche senza dover necessariamente sottolineare il legame tra le due opere distinte, la sola pellicola era entrata senza troppe difficoltà nel novero delle creazioni minori del nostro Pedrito.
Dunque, cosa resta da dire, a proposito di La pelle che abito?
Certo è un film affascinante, in grado di conquistare e sedurre - soprattutto spettatori alle prime esperienze con il Cinema almodovariano -, esteticamente ottimo e narrato con la perizia cui il regista ci ha abituato fin dai suoi esordi: peccato che, a ben guardare, qui, di lui, ci sia soltanto l'ombra.
O la pelle, giusto per rimanere legati al tema principale - e con un gioco di parole, all'ultimo lavoro che aveva visto Almodovar e Banderas insieme, vent'anni or sono: Legami -.
Peccato che a volte, dietro l'apparenza, possano nascondersi segreti e sentimenti ben più profondi di quelli che un chirurgo decide di imporre all'occhio di chi guarda.
Vite, addirittura.
E se sono quelle, che cercate, dovrete fare uno sforzo e non restare alla superficie: perchè soltanto nel profondo della sua filmografia passata, troverete il meglio che questo sorprendente regista può offrire.
MrFord
"Skin thin
I breathe out, you breathe in
but the day seems so long
skin thin
blood again
it's all I can do to hold on
we're just skin thin."Ben Harper and Relentless7 - "Skin thin" -

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