Ha destato scalpore il caso della piccola Sofia, la bambina affetta da una grave malattia neurodegenerativa che si era vista negare dal giudice la possibilità di accedere alle cure compassionevoli a base di cellule staminali. Il suo caso è riuscito ad arrivare al Ministro della Salute Renato Balduzzi, che è intervenuto.
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È stato, forse, anche grazie all’attenzione che ha il caso di Sofia ha destato nella società, in internet, sui giornali e in tv, che la famiglia della piccola Sofia è riuscita a coinvolgere il Ministero della Salute. L’intervento del Ministro Balduzzi è infatti servito, dopo un incontro di tre ore con la famiglia della bambina, a consentire alla piccola Sofia di essere trattata con cellule staminali ma, ha precisato il Ministro, non presso gli Spedali Civili di Brescia, bensì presso un altro laboratorio autorizzato dall’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco).
Il caso della bambina, affetta da leucodistrofia metacromatica, era stato d’apprima trattato dalla trasmissione televisiva Le Iene e poi ripreso dalle pagine del Corriere della Sera da Adriano Celentano, che in un articolo (clicca qui per leggerlo) si è rivolto direttamente al Ministro della Salute commentando il servizio appena de Le Iene e esortando all’azione.
Balduzzi, a commento delle parole del Molleggiato, ha dichiarato: “Forse Celentano non era al corrente dell’intera vicenda [..] da sempre io dedico la massima attenzione al tema delle cellule staminali, che considero una frontiera della medicina sulla quale è fondamentale investire”. Balduzzi ha poi ricordato che non spetta al ministero la decisione in merito ala possibilità o meno di sottoporsi a una determinata terapia, ma all’Aifa, l’Agenzia che ha effettuato degli accertamenti presso gli Spedali Civili di Brescia e che ha aperto una inchiesta sul caso Stamina Foundation. Le indagini hanno rilevato, ha ricordato il Ministro, che il trattamento cui si stava sottoponendo Sofia era pericoloso per la sua salute”. Poi, però, ammette: “il caso di Sofia è particolare ed è necessario valutarlo con grande attenzione, è necessario un approfondimento. Tra una settimana tornerò a parlare con i genitori di Sofia, intanto la bambina potrà continuare le cure in un altro laboratorio autorizzato dall’Aifa.”.