Picture by Dragan Todorovic @ 500px.com
In questi giorni piove un sacco, non sono io di certo il genio che vi sta dicendo una novità.Ho sempre avuto delle opinioni contrastanti sulla pioggia finché non ho capito che io e l'ombrello non andiamo d'accordo e che camminare sotto l'acqua in sandali e col poncho è una grande cosa.
Se non ci credete, leggete questo post sullo Snowdon, nel nord del Galles, dove la pioggia era così intensa da sembrare quasi orizzontale.
Pensando un po' a questo tempo umido e poco allettante, m'è venuta in mente una cosa.
Giriamo il mondo, spesso, inseguendo il sole e il bel tempo.
Ma se invertissimo la prospettiva e andassimo in cerca dei momenti di pioggia più belli di sempre?
Non prendetemi per matta! La pioggia serve alla terra per rigenerarsi e dovremmo cominciare a guardarla con accezione positiva.
Senza di essa, non ci sarebbe vita.
Guardate poi la foto qui sopra: è o non è magnifica con quella pioggia che scende copiosa dal cielo?
A volte un mondo nuovo si può creare semplicemente con un cambio di prospettiva.
Vi racconterò quindi quella pioggia che, in giro per il mondo, non ho mai dimenticato.
Ero in Brasile alla mia prima conoscenza con quello che sono i Tropici.
Avevo letto molte cose sui temporali in quelle zone ma mai nulla fu più bello di quando, in sandali e canottiera, presi l'acqua per la prima volta.
Ero in strada e stavo giocando con i bimbi dell'associazione alla quale collaboravo.
D'un tratto, cominciarono a venir giù dei goccioloni pazzeschi ed io rimasi coi bimbi, a giocare come fossimo dentro una doccia immensa. L'acqua era calda ed io ridevo come non mai.
Un quarto d'ora dopo tornò il sole e nel giro di poco ci asciugammo.
Fu quello il momento in cui capii che è meglio avere i sandali che le scarpe chiuse sotto la pioggia battente.
La seconda pioggia che non scorderò mai fu quella a Santa Clara, a Cuba.
Era il mio primo viaggio sull'isola ed era quasi sera in quel della città dove la Rivoluzione trionfò.
Le nuvole si addensavano in cielo con una velocità pazzesca e il loro colore era nuovo ai miei occhi di viaggiatrice: erano viola e nere. Una cosa mai vista.
Il temporale fu violentissimo, i fulmini non perdonavano e fui costretta a stare al coperto, osservando da un vetro quella quantità grande d'acqua riversarsi a terra.
Le nuvole sembravano danzare, cedendosi il passo l'una con l'altra, quasi fossero a ritmo.
Non dimenticherò mai nemmeno la pioggia di Callanish, alle Ebridi.
Avevo provato molte volte la pioggia delle Isole Britanniche ma mai ci fu pioggia più soffice di quella di quel giorno. Sembrava vaporizzata, sebbene costante.
Era magica, come magico il luogo sul quale cadeva.
E' bello conoscere il mondo attraverso le sue peculiarità... e la pioggia potrebbe essere una di quelle.
E voi, che acquazzone ricordate?