Ogni venerdì ilballodelcervello.com ospita una mia rubrica cinematografica dal titolo “and the winner is…”, nella quale consiglio i film che credo valga la pena di vedere.
“Il mio dramma è che quando una ragazza si interessa a me, io me ne innamoro subito. È questo che mi blocca. Forse perché non ho avuto abbastanza esperienze. Sono rimasto vergine fino a venticinque anni, fino al mio secondo matrimonio. Capisce? È per questo”.
- ”Ma è vero quello che dice?”
- ”No, purtroppo non è vero…”
…and the winner is “La Piscina“!
Trama: Jean-Paul (Alain Delon) e Marianne (Romy Schneider) sono una coppia che trascorre le vacanze nella villa di un loro amico. Questa villa ha una bellissima piscina dove Marianne e Jean-Paul amano passare le giornate. Lei scrive degli articoli per un giornale, mentre lui è uno scrittore con un libro fallito alle spalle che al momento fa il pubblicitario per una ditta. Un giorno, mentre sono in piscina, arriva una chiamata da un loro amico, Harry (Maurice Ronet), che li avvisa che sta venendo a trovarli insieme a sua figlia diciottenne Penelope (Jane Birkin). Durante il soggiorno nella villa, Jean-Paul si accorge ogni momento di più della vicinanza tra Marianne e Harry, iniziando a sospettare che i due siano stati amanti in passato. Se ne accorge anche Penelope che passa tutte le giornate da sola. Il loro soggiorno alla villa si trasformerà in tragedia…
Uscito in dvd per l’Italia solo lo scorso anno, La Piscina è un film italo-francese del 1969 diretto da Jacques Deray che vanta un cast di tutto rispetto. Alain Delon è Jean-Paul, uno scrittore fallito che ha una storia con Marianne, una bellissima Romy Schneider chiamata ad affrontare un ruolo difficile e decisamente intenso; con loro Maurice Ronet nei panni di Harry, il perfetto antagonista di Delon, e sua figlia Penelope, interpretata da Jane Birkin, in assoluto la rivelazione di questo dramma che sfocia nel più classico dei thriller.
Senza dubbio ci troviamo di fronte ad una pellicola che trasuda una ricercata raffinatezza, in cui l’erotismo si sposa con un’estetica di tinte tenui e desaturate; una storia di corpi sui quali si può leggere di sesso, d’amore e di morbosità, corpi che celati da un abito ben confezionato sanno tenere nascosti i segreti più intimi e inconfessabili. Jane Birkin, certamente il simbolo più evidente di questo fine erotismo, interpreta magistralmente una lolita dal fascino esotico e ingenuo, che muove il proprio corpo in modo quasi convulso e infantile, come a volerne scoprire le potenzialità.
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