■ La pittura tantrica di Klelia Kostas

Da Vuessegaudio

Klelia Kostas, 1978( (il quadro è a colori;la riproduzione in bn è stata
effettuata da "Lettera" n.18, University College Press,Cardiff ottobre 1979)
da "Lettera" n.18)


Con il supporto di Une methode nouvelle de synthèse di Sallantin(Arcueil, 1970), abbiamo valutato, negli anni settanta,  l’identità e i momenti differenziali di alcune articolazioni iconiche di Klelia Kostas[Sanremo  12 settembre 1932-Torino febbraio 1983]; di quel testo, si riporta qui di seguito solo la parte conclusiva:


· Il tra come attuazione semantica della sessualità nella pittura tantrica di Klelia Kostas
I tratti semici del contorno si costituiscono dai margini che il modello di competenza offre; la comprensione si accorda dall’incontro dell’associazione extrasemantica con associazioni primarie extra convenzionali: la giuntura non è offerta dalla metafora ma dalla ricomposizione stilistica del confronto, l’evoluzione semantica esita, per stare nei tropi, tra allegoria ed enigma, come forma del contenuto; come riproposta metonimica dei valori estratti da un dato simbolismo collettivo, come forma dell’espressione. Lo spostamento, che da tale intenzione si nomina, non è un trasferimento affettivo dell’intenzionalità, né prospera all’interno del movimento: dal fondo, come relazione del macrocosmo, la figura concede l’identità della propria potenza, l’elargizione si moltiplica dal biologico( e dalle regole che la cultura vi sistema sopra) liberando la linea dal colore, che apre la presenza e i suoi archetipi; la sete che combina i semi è come una matrice avverbiale iterativa, la composizione lunare del corpo femminile appartiene allo sperma e alla sua emergenza cromatica, al vermiglio del mestruo si riattorciglia il fondo, la trasmissione dei piani è il controllo stesso della differenza. La posizione cromatica è fissata in ordine alla cromia del simbolismo collettivo, l’uscita non è che una rinuncia mediante la reciprocità delle identità o dell’identico, il tra[i] vibra con l’attuazione semantica della sessualità, l’uovo ha bisogno di una appendice, quella che ricomporrebbe le parti sensoriali. Come sistema verbale, il metonimico dei comparativi si definisce con l’impiego indefinito dei simboli che traducono i vari centri sensoriali, la costellazione sintattica ripropone la composizione predicativa che il soggetto ha nel proprio fuori. Quindi, l’uscita economica della linea e del colore di Klelia Kostas è una diffusione del segno, che collima con la seduzione del significante; il significante non sta nella perifrasi, come sembrerebbe, ma non esce dalla decenza della risonanza, l’avvio alla espulsione si consuma sulla cresta dell’unione, cioè sull’ombelico che è l’orizzonte che l’identità attraversa; l’esercizio,  c’è da dire, si ritiene oltre le giunture sintattiche della valenza della linea più che del colore[ii]. Al colore ridiamo invece la possibilità di un sorpassa mento dell’affettivo. [Torino, 27 luglio 1975]  

[i] L’oscillare del tra, il rapporto di moto, è il limite che individua la differenza tra lo psichico e il fisico: in pittura,qui nella pittura della Kostas, questo tra, come forma dell’espressione, sarebbe il punto e, come forma del contenuto, lo spazio.

Klelia Kostas, 1976(l'originale è un disegno in bn: illustra :
V.S.Gaudio, L'entusiasmo del dorso, in "Lettera" n.9, Cardiff
giugno 1976)

[ii] La linea  e  il colore peraltro si potenziano attraverso la definizione verbale dell’enunciato: il dichiarativo si rinforza così con il neutro dell’emozione, non è che entri nel decorum, né si adegua alla qualifica dei toni; l’espressivo della funzione comunicativa si predica oltre la sfera del soggetto, sembra che l’indispensabile del verbo sia la valenza che giustifica e rende operativa la sfera del predicato.

Klelia Kostas, 1978
(il quadro è a colori;la riproduzione in bn è stata
effettuata da "Lettera" n.18, University College Press,
Cardiff ottobre 1979)


Klelia Kostas, 1977(disegno originale
espressamente per cover di V.S.Gaudio,
Sindromi Stilistiche, 1978; collezione privata)


 In memoria di Klelia Kostas, il brano dei Pink Floyd che amava  ascoltare di più negli anni Settanta 

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