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La Pochette ha la sua Associazione

Creato il 04 maggio 2011 da Ilbicchierediverso

La Pochette ha la sua AssociazioneLa pochette è tornata prepotentemente in auge. Purtroppo però ovunque ci giriamo la vediamo abusata, forzata, appiattita e sfiorita.

Sul jeans come con il doppio petto, non sembra avere importanza per questi “elegantoni” metropolitani.

Tutti la indossano dunque, ma in pochi sembrano conoscerne il vero valore, o meglio il vero non-valore.

Perché questo “fazzoletto” che fa capolino dalle tasche delle giacche di tutti gli uomini, ha molto da raccontare nella sua fondamentale inutilità.

Per farci spiegare meglio un po’ della sua filosofia abbiamo intervistato Daniele Tinti, un gentleman che ama definirsi "cacciatore di bellezza",esperto di abbigliamento e storia del costume, collabora con la casa editrice Excelsior 1881, che ha appena fondato L'Associazione Internazionale per la Floricoltura della Pochette.

Andiamo a sentire la sua opinione a riguardo.

Buona scelta

IBD

1. Come nasce la pochette?

Oggigiorno omaggia e stilizza il fazzoletto che un tempo si portava infilato nel taschino. Di certo è che è in uso solo dalla fine dell’800.

2. Oggetto inutile oppure accessorio imprescindibile?

Accessorio imprescindibile proprio in quanto inutile. Come la cravatta, del resto.

3. Di che tessuto dev’essere?

In seta, lino o cotone. Personalmente adoro il contrasto seta/tessuti poveri (tweed, lino, lana secca) – cotone o lino/tessuti nobili (lana pettinata, cashmere).

4. Come si abbina una pochette? Per contrasto o per pendant?

Il colore o i colori della pochette dovrebbero richiamare quelli della cravatta – alla quale non deve essere uguale nel modo più assoluto, trattandosi di un oggetto che alberga nel taschino solo per caso –, ma non avendo alcun legame estetico con questa può essere di tipo, tessuto e colori anche diversissimi. C’è chi la preferisce rigorosamente monocolore, bianca o in colori tenui, con qualsiasi abito.

5. Come si indossa?

L’unico modo in cui NON si indossa è come si vede nei matrimoni di provincia: piegata di piatto, con le tre o le quattro punte disposte come origami. È quanto di più affettato – e quindi volgare – ci sia. Per il resto la si può mettere piegata a rettangolo(se di cotone o lino), in modo che dal taschino ne esca una striscetta, a testa in giù (se di seta), in modo che dal taschino spunti un “puff”, oppure “a fiore” (entrambi i tessuti), in modo che i suoi petali arricchiscano in modo allegro e casuale il tout ensemble. Per un’iconografia ragionata si veda la bacheca dell’Associazione.

7. Bianca o colorata. Quando l'una e quando l'altra?

Se bianca è bandiera di eleganza: il bianco è pulizia – e quindi lusso –, semplicità, essenzialità. Unica scelta possibile con l’abito da sera. Se colorata o stampata è segno di allegria, fantasia, ricchezza interiore. Perché no, di uno stato d’animo positivo.

8. Quando non bisogna metterla?

Non esistono situazioni in cui sia controindicata. Personalmente la evito solo durante i funerali.

9. Come scegli la tua pochette?

A eleggerla è sempre l’abito, acquisito il parere vincolante della cravatta. Io non faccio che verbalizzare il processo.

10. Un personaggio che la indossava in modo impeccabile?

Senza dubbio il duca di Windsor, l’uomo più elegante di tutti i tempi. Ma anche Totò, Vittorio de Sica e Sacha Guitry avevano la loro da dire.

6. Come nasce l’Associazione Internazionale per la Floricoltura della Pochette, e cosa si propone?

Nasce per gioco, e per gioco vive. Non si propone assolutamente nulla, se non di permettere agli amanti di quest’accessorio di pubblicare fotografie divertenti (e istruttive) sul suo uso e sui suoi migliori interpreti. Il titolo della pagina richiama il fatto che ogni pochette ritratta è accostata a un fiore.

Qual è il manifesto dell’associazione?

I suoi membri predicano la suprema importanza della pochette quale componente essenziale del vestire dell’uomo in tutte le sue declinazioni – formale, informale, professionale – e in tutti i suoi significati:

1) di richiamo cromatico;

2) di elemento di equilibrio visivo;

3) di strumento di trasmissione di valori;

4) di barometro dell’umore;

5) di bandiera di vanità;

6) di segno di appartenenza.

La pagina

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