Dopo l'ultima batosta rimediata alle elezioni amministrative, Pierferdinando Casini ha aspettato la direzione nazionale dell'Udc prima di decidere sulla politica dei "due forni" ed indicare ai suoi dove "infornare" il partito: a sinistra! In vista delle politiche del 2013, secondo il leader Udc è necessario "un patto per affrontare l'emergenza tra progressisti e moderati. Oggi si è realizzato con il governo tecnico, ma la strada è un governo politico per risollevare il paese e, in un rapporto tra le due famiglie del Ppe e Pse, arrivare agli Stati Uniti d'Europa. Gli Stati uniti d'Europa - afferma il leader centrista - sono l'unica alternativa possibile, perché i mercati prendono di mira un giorno il nostro un giorno altri paesi, non per chiedere specifici provvedimenti ma per chiederci se crediamo all'Europa. Io ci credo!". Ma nel Partito Popolare Europeo c'è anche il Pdl dell'ex alleato Berlusconi, che ultimamente non sfoggia proprio uno spirito europeista. "Questo è un problema loro, certamente basta andare in Europa per capire che il Ppe non ha niente a che fare con chi vagheggia, anche solo per populismo, l'uscita dall'euro", ha sentenziato Casini. Del resto Berlusconi è accusato dallo stesso Casini di attentare alla stabilità del governo per tornare alle urne quanto prima. "Berlusconi è tornato a dare le carte e a spingere il Pdl verso la solita deriva del populismo. Attaccando l'euro può certamente prendere più voti, ma isola il Pdl in uno scivolamento a destra che lo renderà ininfluente nella prossima legislatura". Casini ha teso una mano a Bersani, che prontamente ha raccolto la proposta di alleanza: "Un passo importante verso l'alleanza tra progressisti e moderati. Credo diventi sempre più evidente, in Italia e non solo, che il problema è quello di costruire un patto tra le forze riformiste e democratico-costituzionali contro una destra che inevitabilmente viene risucchiata da tentazioni populistiche 'Via dall'euro!' - 'Non paghiamo di debiti!' - prosegue Bersani - sono tutte parole d'ordine pericolosissime. E' la logica delle cose che porta a un patto di questo genere". Bersani del resto predica da parecchio tempo la bontà dell'alleanza con i centristi. Ma serve davvero a salvare l'Italia o a salvare l'establishment del Pd dal rischio Matteo Renzi? La risposta tra le righe la dà proprio Casini: "Bersani è un interlocutore serio, non cambia idea tutti i giorni. Renzi è un ragazzo intelligente e simpatico. Gioca l’eterna partita giovani contro vecchi. Lo capisco bene, dicevo le stesse cose anche io tanti anni fa. Ma capisco il corpo del Pd che lo respinge. Renzi, obiettivamente, per molti aspetti è alla mia destra!". Una vera e propria dichiarazione d'amore alla sinistra! Ma va bene così, in politica ci sta tutto, anche questo! La cosa surreale, e per certi versi grottesca, è che Casini parla come se fosse il leader di un grande partito e ricevesse, ad ogni consultazione elettorale, un’infinità di voti. Cosa che non è. O, peggio, come se fosse un illuminato statista, il volto nuovo della politica italiana, uscito fuori dal niente, e proponesse ricette utili e vantaggiose per la Nazione e non, invece, quello che realmente è: uno dei principali responsabili della cattiva politica che, negli ultimi decenni, ha ingessato il Paese impededone il risanamento e l'ammodernamento, portandolo sull'orlo del fallimento!
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Dopo l'ultima batosta rimediata alle elezioni amministrative, Pierferdinando Casini ha aspettato la direzione nazionale dell'Udc prima di decidere sulla politica dei "due forni" ed indicare ai suoi dove "infornare" il partito: a sinistra! In vista delle politiche del 2013, secondo il leader Udc è necessario "un patto per affrontare l'emergenza tra progressisti e moderati. Oggi si è realizzato con il governo tecnico, ma la strada è un governo politico per risollevare il paese e, in un rapporto tra le due famiglie del Ppe e Pse, arrivare agli Stati Uniti d'Europa. Gli Stati uniti d'Europa - afferma il leader centrista - sono l'unica alternativa possibile, perché i mercati prendono di mira un giorno il nostro un giorno altri paesi, non per chiedere specifici provvedimenti ma per chiederci se crediamo all'Europa. Io ci credo!". Ma nel Partito Popolare Europeo c'è anche il Pdl dell'ex alleato Berlusconi, che ultimamente non sfoggia proprio uno spirito europeista. "Questo è un problema loro, certamente basta andare in Europa per capire che il Ppe non ha niente a che fare con chi vagheggia, anche solo per populismo, l'uscita dall'euro", ha sentenziato Casini. Del resto Berlusconi è accusato dallo stesso Casini di attentare alla stabilità del governo per tornare alle urne quanto prima. "Berlusconi è tornato a dare le carte e a spingere il Pdl verso la solita deriva del populismo. Attaccando l'euro può certamente prendere più voti, ma isola il Pdl in uno scivolamento a destra che lo renderà ininfluente nella prossima legislatura". Casini ha teso una mano a Bersani, che prontamente ha raccolto la proposta di alleanza: "Un passo importante verso l'alleanza tra progressisti e moderati. Credo diventi sempre più evidente, in Italia e non solo, che il problema è quello di costruire un patto tra le forze riformiste e democratico-costituzionali contro una destra che inevitabilmente viene risucchiata da tentazioni populistiche 'Via dall'euro!' - 'Non paghiamo di debiti!' - prosegue Bersani - sono tutte parole d'ordine pericolosissime. E' la logica delle cose che porta a un patto di questo genere". Bersani del resto predica da parecchio tempo la bontà dell'alleanza con i centristi. Ma serve davvero a salvare l'Italia o a salvare l'establishment del Pd dal rischio Matteo Renzi? La risposta tra le righe la dà proprio Casini: "Bersani è un interlocutore serio, non cambia idea tutti i giorni. Renzi è un ragazzo intelligente e simpatico. Gioca l’eterna partita giovani contro vecchi. Lo capisco bene, dicevo le stesse cose anche io tanti anni fa. Ma capisco il corpo del Pd che lo respinge. Renzi, obiettivamente, per molti aspetti è alla mia destra!". Una vera e propria dichiarazione d'amore alla sinistra! Ma va bene così, in politica ci sta tutto, anche questo! La cosa surreale, e per certi versi grottesca, è che Casini parla come se fosse il leader di un grande partito e ricevesse, ad ogni consultazione elettorale, un’infinità di voti. Cosa che non è. O, peggio, come se fosse un illuminato statista, il volto nuovo della politica italiana, uscito fuori dal niente, e proponesse ricette utili e vantaggiose per la Nazione e non, invece, quello che realmente è: uno dei principali responsabili della cattiva politica che, negli ultimi decenni, ha ingessato il Paese impededone il risanamento e l'ammodernamento, portandolo sull'orlo del fallimento!
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