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La politica italiana critica Monti e Merkel

Creato il 01 ottobre 2012 da Ilnazionale @ilNazionale

1 OTTOBRE – I rapporti fra la Germania e l’Italia si fanno sempre più aspri con Berlusconi che, attraverso una mossa politica fondata sul fastidio degli Italiani di fronte ai sacrifici imposti dal governo Monti, grida apertamente la sua insoddisfazione per la politica estera della Germania, causando l’improvvisa reazione della Cancelliera Tedesca che, molto seccamente, bolla le parole dell’ex premier italiano come “assurde”. L’Onorevole Berlusconi ha preso in considerazione l’idea che il Paese tedesco esca dall’euro, una mossa che secondo lui potrebbe essere vantaggiosa. Nella giornata di ieri ha dichiarato che anche “alcuni premi nobel per l’economia” con cui aveva cenato “avrebbero preso in considerazione e addirittura proposto una simile ipotesi”.

La politica italiana critica Monti e Merkel
Il risultato è stato un aumento della tensione fra il nostro Paese e la Germania, una tensione che, forse, è causa della sfiducia che i mercati hanno in questi giorni, una sfiducia che si è riflessa in un’ulteriore caduta della borsa italiana ed europea in questi giorni. L’ex presidente del PdL ha inoltre criticato aspramente Monti, dicendo che “i suoi sacrifici, basati soltanto sulla tassazione, hanno portato ad una caduta degli acquisti, favorendo quel senso di paura e di instabilità profonda che gli Italiani hanno sempre di più”. Ha inoltre attaccato il professore basandosi su una questione che era alla base del suo consenso elettorale quando era premier, e che forse potrebbe essere una nuova spinta per la prossima campagna elettorale. Secondo Berlusconi, infatti, il governo Monti “ha attaccato il bene su cui gli Italiani basano la loro stabilità economica e sociale, la casa, imponendo nuovamente l’ICI”, che lui aveva contribuito a sgravare dalle tasche.

La politica italiana critica Monti e Merkel
Critiche al sistema Monti sono arrivate anche da un altro personaggio che sta avendo consenso e che, forse, è il solo ad avere idee chiare su come governare nei prossimi anni, o per lo meno a dare questa apparenza: Niki Vendola. Secondo il capogruppo di SEL, un secondo governo Monti non farebbe che aggravare la crisi economica: “Attua politiche che stanno peggiorando la situazione di crisi economica del Paese, perchè stanno spingendo l’Italia verso una recessione ancora più buia e profonda. Come avviene in tutta Europa e ovunque si pensi di rispondere alla crisi tagliando il welfare, tagliando i diritti dei cittadini, tagliano i servizi sociali”. E ha aggiunto, riferendosi ad una possibile rielezione del professore, altre parole forti: “Dire “se servo” significa immaginare altri scenari di crisi economica”. Ha poi sottolineato che il centrodestra ha la piena responsabilità storica di quanto è avvenuto in Italia negli ultimi vent’anni, e del declino economico e sociale del Paese. Secondo Vendola, quindi, sarebbe logico che nei prossimi anni governasse il centrosinistra. A chi gli ha chiesto se intenderà correre alla campagna elettorale ha risposto che scioglierà la riserva su questo tema solamente nei primi giorni d’ottobre e non prima.

Le voci di Berlusconi e Vendola provengono da due posizioni politiche totalmente diverse, e mostrano come la classe politica non si astenga dal criticare le mosse dell’accademico. Queste due posizioni si basano, evidentemente, sulla convinzione che alla base del mercato vi siano gli acquisti dei piccoli risparmiatori, una visione che imporrebbe che il mercato dia i giusti redditi ai lavoratori per poter poi acquistare quanto prodotto dal mondo imprenditoriale. Può sembrare una visione semplicistica ma, al di là della delocalizzazione dei distretti produttivi e delle speculazioni dell’alta finanza -altra questione da definire, visto i danni che sta causando-, questa considerazione merita veramente una lunga riflessione se si considera, soprattutto, che la base economica dell’Italia sono le piccole imprese piuttosto che le grandi multinazionali, competitive ed estese su più mercati. È tuttavia bene ricordare che la prossima campagna elettorale potrebbe fondarsi su queste osservazioni, visto che è manifesto il fastidio che i cittadini hanno verso l’effettiva tassazione imposta dal professore -è recente la notizia che quest’anno vi sarà un incremento notevole dei costi per luce e gas-. E allora ritorna la stessa domanda: chi andrà a governare? Quando ci saranno le prossime elezioni, chi potrebbe governare il nostro Paese? Secondo alcuni commentatori, non c’è, attualmente, alcun partito che dia l’idea di avere le idee chiare su quali politiche economiche adottare nei prossimi anni, dopo l’attuale governo.

Enrico Cipriani


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