Caro Babbo Natale,
lo so, sono in ritardo di qualche giorno.
Quest’anno non ti ho scritto alcuna lettera perché, ingenuamente, mi sono affidata alla tua creatività. Un po’ come quelle volte in cui ti lasci col ragazzo e vai dal parrucchiere dicendogli in modo pazzerello “Fai tu!”.
Il risultato in questi casi è sempre deludente e prevede il più delle volte tagli modernisti senza capo né coda, una tintura di un colore che non è ancora stato scoperto e amiche-girl-power che, fingendo di non vedere la prima guerra mondiale che hai tra i capelli, ti fomentano dicendo
“stai benissimo!!! e adesso baldoriaaaaa!!!”.
Dovevo saperlo, insomma, che nel tuo linguaggio polare “Fai tu” equivale a “Non mi serve niente”.
Un po’ ci sono rimasta male, non lo nego, ma non mi sono persa d’animo
e quindi, con un po’ di ritardo esprimo questo desiderio che mi è venuto in mente proprio stamattina.
So bene che Natale è passato ma, caro Babbo Natale, ho pensato che forse sono ancora in tempo per farti la mia richiesta: detto tra noi, potresti delegare la Befana, tutti sanno che c’è o c’è stato in passato del tenero tra voi, e una buona parola per me (magari una telefonatina) ce la potresti mettere.
Se te lo stai chiedendo no, non penso che se farai ciò qualcuno si scandalizzerà viste tutte le telefonatine che sono state fatte quest’anno e gli anni passati.
Ad ogni modo ecco la mia brevissima lettera:
Caro Babbo Natale
Come regalo vorrei avere una rubrica tutta mia, in cui mi scrivono tante persone che hanno problemi stupidi (screzi tra parenti, problemi di look e dubbi sull’etichetta e le buone maniere) che a loro sembrano insormontabili e io li rispondo in non più di tre righe, insultandoli.
Credimi, caro Babbo Natale, se farai succedere ciò ti garantisco che porterai tanta felicità nella mia vita e in quella di tante altre persone.
Ti voglio bene, nonostante l’equivoco del “Fai tu”
Distinti saluti, Ironiaprimaditutto
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