
Un bello smacco per John Kirwan & ricca federazione del Sol Levante: dice che nel rugby il "peso" in campo conta ancora di più del "peso politico", il che non è considerazione trascurabile in tempi di Pro e di Sponsor e che quindi ci piace evidenziare.
Teniamo presente che quest'anno il Giappone sarebbe campione in carica della Pacific Nations Cup oltre che del consueto Asian Five Nations; il che la dice lunga su quel torneo (vinto tra l'altro più a suon di cartellini che di mete), dove le Isolane non riescono mai a schierare tutti i loro "europei" e (soprattutto nel caso di Tonga) neozelandesi. E dice qualcosa anche su certi ranking un po' sopravalutati (non quelli delle Isolane, che giocheranno poco ma raramente sono al completo); per fortuna che ogni quattro anni arrivano i Mondiali a dare un bella botta e rimettere a posto i rapporti di forza.
La partita ha registrato tre mete per parte, la differenza l'ha fatta la precisione dell'apertura tongana Kurt Morath (16 punti piazzati, fallendo solo il primo). Tuttavia, come non ha difficoltà ad ammettere il coach kiwi-italo-giapponese, la vera differenza l'ha fatta il fisico. Troppi i chili di differenza in mischia ordinata, ma soprattutto troppo veemente da reggere per gli asiatici, comunque rinforzati da numerosi neozelandesi e da un paio di Pacifici, l'assalto nei punti di incontro dei tongani.
"There were 145 rucks in the game" dice Kirwan, " and if you can't dominate there you will struggle". Il piano di gioco dei giapponesi era evidente, muover palla veloce al largo per aggirare i pesanti Isolani e farli correre per tutto il campo; purtroppo per loro sono invece stati presi in trappola dai "reziari" di Tonga e avviluppati in una mischia costante, dove le qualità fisiche e gli skill individuali hanno offuscato del tutto la miglior organizzazione, sacrificata dai giapponesi al tentativo di esser più veloci. Aggiungiamo all'equazione la giornata storta di James Alridge, impreciso al piede e pure "giallato" da Pearson, e si ottiene la foto di una gara certamente "entertaining" (sei mete, 145 ruck, tre cartellini gialli) ma un po' diversa da quelle abituali per chi segue il rugby europeo e l'alto livello tutto.
La corsa verso il prezioso terzo posto nella Pool A è ancora parzialmente aperta, ma non più per il Giappone a zero punti, che può puntare ora solo alla vittoria singola della bandiera: Tonga attualmente ha 5 punti e le rimane da incontrare solo i francesi, il Canada con 4 avrebbe due partite ma una è con gli All Blacks, l'altra quindi è decisiva col Giappone nel prossimo turno. Altro scontro fisicità vs. velocità, ma stavolta a parità (circa) di organizzazione in campo: chissà chi la spunta ... (hint: il rugby è uno sport di scontro, non "di contatto" come dicono ancora in tanti: quello è il ballo). Tra l'altro, un punto di bonus potrebbe esser sufficiente ai Canucks che sconfissero Tonga, ecco perché la partita odierna ha un po' già deciso i destini della Pool A.
Pool A dove piuttosto nel fine settimana si determina chi passa al primo posto, con un epocale scontro tra le due uniche squadre dell'intero Torneo ancora a punteggio pieno: All Blacks vs. France, la "bete noire" di sempre; a tal proposito ovviamente il calore della polemica sale alto: leggere cosa scrive Peter Bills su NZ Herald a proposito della scelte di Lievremont per la partita, e la lapidaria risposta a stretto giro di posta di Cedric Heymans. Ah, i neozelandesi: tutti mobilitati in missione per conto degli All Blacks.