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Fine anni '90: Scudder è un investigatore senza licenza, ormai in pensione e spende la sua vita in riunioni alla alcolisti anonimi per rimuovere i macigni dalla sua coscienza e i rimorsi di un passato doloroso.
Viene ingaggiato da uno spacciatore a cui hanno rapito la moglie e restituita a pezzi e poi da un amico russo di costui a cui hanno rapito la figlia e che incarica Matt di condurre le trattative per la liberazione.
Matt organizza il tutto a costo di rischiare la vita.
Misteri del box office italiano e internazionale: il Liam Neeson violento e reazionario della saga Taken incassa dobloni su dobloni nei cinema di tutto il mondo e quello alle prese prese con un film dall'impalcatura un filo più complessa, invece non se lo fila proprio nessuno.
Eppure il detective senza licenza Matt Scudder, di origine letteraria come i vari Sam Spade e Philip Marlowe ( è figlio della penna di Lawrence Block, il romanzo edito in Italia si intitola Un'altra notte a Brooklyn) è personaggio sicuramente di spessore, forse addirittura sovrastrutturato per quello che questa pellicola offre.
Il film scritto e diretto da Scott Frank, molto più conosciuto come sceneggiatore che come regista ( suoi i copioni , tra gli altri di Minority Report, Get Shorty, The Interpreter, Io e Marley) mette sin da subito in chiaro le sue intenzioni: da quella inquadratura dal basso di una scalinata che valorizza la statura di un già torreggiante Liam Neeson che urla al mondo tutto il suo amore per gli anni '70 ( è molto Friedkin , quella scena).
La preda perfetta - A walk among the tombstones ( altra perla dei titolisti nostrani che aggiungono il solito titoletto ad minchiam a un ben più calzante e suggestivo titolo originale) è un thriller che preferisce concentrarsi sulle atmosfere, sulle definizioni dei personaggi, tratta una materia efferata cercando di lasciare il sangue ( che pure viene sparso in adeguata quantità) totalmente fuori campo ma facendo questo urla al mondo intero tutto il suo anacronismo.
E forse occorre cercare qui la ragione del suo insuccesso commerciale.
E' un film nato vecchio ma non prendiamo questo termine nella sua accezione totalmente negativa: diciamo allora che è vintage non ha nulla della plastificazione e della serialità del cinema moderno che deve urlare e strepitare per arrivare in qualche modo allo spettatore.
Matt Scudder è un personaggio che ha molto più passato di quanto abbia presente, torbido quanto basta e Liam Neeson ci si mimetizza bene dentro, dandogli quel giusto tono introspettivo che manca ad esempio in altri suoi personaggi che fanno parte della sua carriera più recente.
Dicevamo che è un personaggio forse anche troppo definito, ingombrante, il film si regge solamente sulle sue larghe spalle e su poco altro, con un personaggio di questo spessore si può facilmente incorrere nell'errore di costruirgli attorno un film che sembra piccolo a suo confronto.
E proprio questo accade in due ore di narrazione densa in cui Scudder è al centro di tutto , di un mondo polveroso come il suo piccolo appartamento spoglio o ingrato come la polizia che lo ha messo da parte senza tanti complimenti.
In questa tenebra mal si distinguono molti dei personaggi secondari, figurine piatte adagiate su uno sfondo molto più intrigante di loro, mentre è felice la sottolineatura di alcune caratterizzazioni oltre il limite della razionalità come quella del complice dei rapitori o del portiere dello stabile in cui abita Scudder.
Un vero peccato che questo film sia passato inosservato , la sceneggiatura è sfumata a dovere e la regia è stilosa, ispirata a modelli anni '70 di un certo pregio.
Evidentemente il pubblico preferisce l'ultrasessantenne Neeson che corre, spara e mena come un ossesso al posto di un personaggio meglio definito e soprattutto recitato con molto più spessore e partecipazione.
Del resto se poco più di duemila anni fa salvarono Barabba...
PERCHE' SI : thriller dallo stile e dalle atmosfere anni '70, sceneggiatura sfumata a dovere, Neeson alle prese con un personaggio meno caciarone e più di spessore rispetto ai ruoli in cui ha recitato di recente
PERCHE' NO : il personaggio di Neeson è addirittura sovrastrutturato rendendo piccolo piccolo tutto il resto, qualche sforbiciata avrebbe giovato, l'aggiunta del titolista italiano è come al solito criminale
( VOTO : 6,5 / 10 )
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