La Presidente della Camera Boldrini “oggetto di arredamento del potere”?

Massimiliano Gallana vedi altri articoli 20 settembre 2013 09:30

Torna a salire la tensione nei palazzi del potere romano tra la Presidente Boldrini, e il M5Stelle con Beppe Grillo in prima linea. Beppe Grillo dal suo blog ufficiale del Movimento ha affermato «Rispetto, non voglio sentire i queruli rimproveri di una signora che dal suo scranno tratta i nostri rappresentanti come degli scolaretti. Chi le dà questa autorità?» aggiungendo poi come la Boldrini sia un semplice oggetto di arredamento del Potere, piazzata in quel posto secondo il volere di Nichi Vendola.

Aggiunge ancora Beppe Grillo, sempre dal suo blog, a proposito di Sel «Il suo partitino è entrato in Parlamento solo grazie alla truffa della coalizione con il Pdmenoelle una alleanza subito rinnegata dopo le elezioni in un eterno gioco delle parti che esautora il cittadino da ogni decisione».

La Presidente della Camera Boldrini replica, ormai con i nuovi mezzi di comunicazione – nello specifico Twitter, per il quale i nostri esponenti politici nutrono sentito affetto, e strana capacità di utilizzo – affermando di voler ringraziare i diversi parlamentari per la solidarietà espressa, e come l’attacco di Beppe Grillo sia un’offesa verso tutte le donne.

Le parole di Beppe Grillo si ricollegano alla presunta mancanza di rispetto delle istituzioni per il M5S, all’assenza di rappresentatività del Movimento nella Commissione dei saggi designata per le riforme istituzionali, oltre alla ben nota sospensione dei parlamentari del Movimento saliti sul tetto di Montecitorio (ordine di sospensione per 5 giorni a cura della Boldrini).

Il Partito Democratico, da consueto paciere di turno, ha affermato tramite Luigi Zanda, come le parole di Beppe Grillo siano un volgare insulto, privo del riconoscimento istituzionale della Boldrini in quanto donna. Posizione poi ripresa da molte deputate che hanno affermato di sentirsi colpite e offese in prima persona per la rozzezza e inciviltà di Beppe Grillo.

Non c’è che dire: il Parlamento italiano continua a dare esempio di bon ton, in piena crisi.