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La prima cosa bella di Bianca Marconero

Creato il 10 febbraio 2016 da Anncleire @anncleire

La prima cosa bella di Bianca Marconero

Come gli avventurieri del mio corto, anche noi siamo personaggi di un gioco di ruolo; da qualche parte c’è qualcuno che tiene conto dei punti ferita.

Tutto si riduce a questo, temo. Lanci fortunati, lanci sfortunati. Non è un fatto di merito o talento. È un fatto di posti e momenti. Questione di dadi, insomma.

“La prima cosa bella” è il nuovo libro di Bianca Marconero, l’autrice della serie urban fantasy Albion, nella nuova veste edita da Newton Compton Editori, in uscita il 10 febbraio. Già autopubblicato dall’autrice, è un piccolo gioiellino di narrativa contemporanea. Elaborato come una sceneggiatura di un film racconta la storia di Dante e dei suoi amici, con la delicatezza di una storia stupefacente e l’incedere inesorabile di chi sa già come finisce la storia ma non può fare a meno di raccontarla.

Esiste solo l'amore non corrisposto: questa è la convinzione di Dante Berlinghieri, ventunenne nerd appassionato di cinema e fumetti. Tra una birra nel solito posto, un esame all'università e una sosta in fumetteria, la sua vita scorre più o meno tranquilla. Ma una sera come tante, in uno dei soliti posti, arrivano anche delle ragazze e da quel momento il mondo di Dante verrà completamente capovolto. Si ritroverà promosso al ruolo di regista in un film amatoriale, si innamorerà senza essere riamato, e a sua volta non ricambierà una ragazza che invece si innamora di lui. E in un susseguirsi di eventi imprevisti e imprevedibili, Dante scoprirà che nulla è come aveva immaginato…

Certe storie sai che ti piaceranno fin dalle prime righe, quando ancora non conosci bene i personaggi e tutto resta vago e incerto. Fermo restando che la copertina è un incubo e non ne vedo il senso né il nesso logico con la storia raccontata da Dante, pure ammetto di essere caduta vittima del fascino del protagonista immediatamente. E anche se conosco la bravura narrativa della Bianconero pure non ero certa che la storia mi avrebbe preso così tanto.  Ma proprio come Dante anche io ho scoperto che niente è come mi ero immaginata.

Il mondo della Bianconero è costellato di nerd, cinefili, appassionati di fumetti, dediti a costruire la propria vita intorno alle proprie passioni. Il protagonista e narratore onnisciente è Dante, un ragazzo di ventuno anni intrappolato nei suoi pregiudizi e nella sua incapacità di guardare oltre il proprio naso. Studente di lettere, aspirante regista, guarda la propria vita attraverso l’obiettivo della telecamera, giocando con le inquadrature per mettere a fuoco solo quello che lo interessa di più. Purtroppo alla vita non puoi applicare un filtro o un effetto speciale per cambiarla. Dante è sedimentato in un limbo di convinzioni e rituali, di atti abitudinari che cristallizzano la sua routine e quella delle persone che lo circondano e non può immaginare o non si rende conto quanto un singolo evento, quanto un solo incontro possa cambiargli l’esistenza. Dante veleggia, alla ricerca dell’irraggiungibile, con fiducia assoluta nella teoria della non reciprocità. Il resto sono “gli occhiali verdi” che indossa, che gli impediscono di penetrare nei meandri della realtà che lo circonda. E resta lui, al centro della scena, completamente ignaro di quello che accade, prigioniero delle sue convinzioni. Diventa fondamentale allora uscire dalla comfort zone, destabilizzare gli equilibri, vivere, ma vivere davvero senza stare troppo a cercare giustificazioni. Perché se non ci provi, allora davvero sei perduto. E resti a vegetare in un limbo guardando fuori dalla finestra gli altri che vanno avanti. Dante vive in un film, un film che deve distruggere, perché quando la colonna sonora si spegne e i titoli di coda sono finiti, si accendono le luci e nascono davvero le meraviglie.

Dante è sicuramente il narratore, ma d’altra parte i personaggi che lo circondano hanno un ruolo fondamentale nelle vicende. Da Marco, il fratello gemello di Dante, che più diverso non potrebbe essere, propositivo, intuitivo, determinato a costruire il proprio futuro, scettico nei confronti dell’intelligenza di Dante. Leo il suo migliore amico, che ho adorato per la semplicità delle sue scelte e del suo porsi nei confronti della vita, Tommy la sua nemesi, il rivale, il nemico, colui in grado di scuoterlo e farlo reagire, fosse solo per mettergli il bastone tra le ruote. E soprattutto Beatrice. È molto bello il modo in cui la ragazza emerge dalla pagina, sembra quasi essere tutto ciò che Dante non è, per finire di assomigliare incredibilmente a lui, in un continuo voltafaccia, in cui i due si scontrano e si incontrano. Una conoscenza che si approfondisce, per finire in modo inaspettato. Beatrice, che vagamente dovrebbe avvicinarsi alla donna angelo, la donna che con un saluto salva il sommo poeta fiorentino, non ha né l’intenzione né la voglia di salvare Dante, ma solo quella di scuoterlo dalla sua cecità e dal suo scoglio fatto di teorie inconfutabili. Una ragazza che ama i fumetti, il cinema, la letteratura, che si impegna, vive, che cerca il riscatto da una delusione cocente e quasi disperata.

Quello che più ho apprezzato del romanzo è il realismo del comportamento dei ragazzi, degli amici di Dante, anche se poi ho storto un po’ il naso per la descrizione di Isabella, soprattutto per quanta riguarda le loro interazioni. Ed è bello vedere come i ragazzi facciano gruppo, si uniscano per portare a termine un progetto, si completino a vicenda, anche quando non si capiscono. Perché in fondo è questa l’amicizia, un connubio di passioni e interessi, amalgamato a caratteri e personalità differenti.

Curatissimo è lo schema di citazioni e riferimenti letterari e cinematografici, in un castello di rimandi e interazioni che creano il sostrato su cui i personaggi si muovono. Più dell’ambientazione vera e propria (un’Emilia Romagna contemporanea e focalizzata su locali e le stanze di Dante e Beatrice) sono proprio i film, le spiegazioni di trame e visioni, che fanno da fil rouge a tutta la narrazione e unificano la trama e le intenzioni.


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