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La prima Mega-Terra “caratterizzata” dal Telescopio Nazionale Galileo

Creato il 08 giugno 2014 da Sabrinamasiero

kepler-10c

Rappresentazione artistica di Kepler-10c. Crediti e Copyright: Vincenzo Guido-Guido- FGG-TNG.

Scoperto un pianeta davvero interessante, un mondo roccioso con una massa 17 volte quella terrestre. C’erano altre Super-Terre scoperte in precedenza, ma questo risulta essere un record nel suo genere. E per questo motivo pianeti di queste dimensioni vengono chiamate “Mega-Terre”.

Kepler-10c è la nuova Mega-Terra individuata dal Telescopio Spaziale Kepler della NASA e caatterizzata da HARPS-N, il cacciatore di pianeti extrasolari montato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG). La notizia è stata annunciata solo pochi giorni fa durante un meeting a Boston. Kepler-10c viene a rimescolare le equazioni che regolano quanto massiccio dev’essere un pianeta, senza accrescersi così tanto da diventare un gigante gassoso delle dimensioni di Giove e oltre.

Gli astronomi teorici non avevano previsto un pianeta di questo tipo. Infatti, al di là delle 10 masse terrestri il pianeta dovrebbe trattenere gas idrogeno in una quantità tale da diventare un pianeta gassoso delle dimensioni di Giove o Saturno. Kepler-10c suggerisce che i pianeti di dimensioni più grandi possono rimanere rocciosi, con superfici ben definite, piuttosto che diventare gonfi e gassosi.

Kepler-10c è anche molto vecchio, essendosi formato circa 11 miliardi di anni fa, un po’ meno di 3 miliardi di anni dopo la formazione del nostro Universo. Mondi rocciosi di questo tipo non si credeva fossero esistiti così indietro nel tempo. Xavier Dumusque del CfA (USA) che ha guidato la scoperta, ha commentato che “siamo stati davvero sorpresi quando ci siamo resi conto di quello che avevamo scoperto”.
“La Natura fa quello che vuole, a prescindere dai teorici terrestri” ha affermato Sara Seager, Planetary Scientist presso il Massachusetts Institute of Technology che non è stata coinvolta nella nuova scoperta ma che l’ha trovata estremamente emozionante.

Kepler-10c che orbita attorno ad una stella a 560 anni luce dalla Terra nella costellazione del Dragone, non è in grado di ospitare la vita. E’troppo vicino alla sua stella madre, e la superficie è completamente arrostita dal calore. La gravità alla superficie è quasi tre volte quella della Terra. Se ci fossere creature su questo mondo, dovrebbero essere piuttosto tozze.

Il pianeta è 2,3 volte il diametro della Terra ma è molto più denso particolarmente nel nucleo centrale. “E’ ancora un pianeta roccioso, ma si tratta di roccia che è due volte più denso della roccia cui siamo abituati” ha affermato Dimita Sasselov, Professore di Astronomia all’Harvard University e co-autore del paper che descrive questa Mega-Terra.

Il Telescopio Spaziale Kepler lanciato nel 2009 ha trovato le deboli firme di migliaia di pianeti anche se alcuni hanno bisogno di ulteriori osservazioni per essere confermati pianeti. Il telescopio esamina una piccola porzione del cielo, nella regione del Cigno, prendendo le immagini di stelle e andando a caccia di diminuzioni periodiche della luminosità di queste stelle. Se questa diminuzione, o calo di luce, segue uno schema regolare, allora si può fare l’ipotesi che vi sia un pianeta che ripetutamente passa davanti alla superficie della stella occultandolo parzialmente, un po’ come il transito di Mercurio e Venere davanti al disco solare osseervato dalla Terra.

Dopo che Kepler ha ha individuato il potenziale pianeta Kepler-10c, lo spettrografo di alta precisione HARPS-N montato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG, La Palma, Isole Canarie) ha mostrato che Kepler-10c è un pianeta roccioso con una massa ben 17 volte quella terrestre, la prima Mega-Terra scoperta finora. Kepler-10c orbita con un periodo di 45 giorni attorno alla propria stella, quindi si trova piuttosto vicino tanto da avere una superficie arroventata.

Da quello che emerge dalle ultime ricerche è che i pianeti sono estremamente abbondanti, praticamente ogni stella può avere almeno un pianeta. Ma l’abitabilità di questi mondi è ancora in fase di studio. Al momento non è stato ancora trovato un pianeta gemello della Terra, un mondo delle dimensioni terrestri, roccioso e che orbita a una giusta distanza dalla sua stella, quella entro la zona abitabile. Con un bollettino dell’American Astronomical Society al meeting è stato annunciato che vi sono molti modi che un pianeta può dimostrare di essere inospitale alla vita. La meteorologia spaziale potrebbe per esempio essere orribile.

L’astrofisico Ofer Cohen dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics ha modellato gli ambienti di tre candidati pianeti identificati da Kepler ciascuno apparentemente roccioso come la Terra e in orbita attorno alla propria stella in quella che è definita la zona di abitabilità, ossia la zona all’interno del sistema planetario dove l’acqua si può trovare allo stato liquido.
Tutte e tre le stelle madri sono state studiate da Cohen e dai suoi colleghi: si tratta di nane rosse comuni, note come stelle nane di tipo M, che rappresentano essere il maggior numero di stelle della nostra Galassia. La stima è di circa 7 stelle su 10 di tipo nano M. La zona di abitabilità di queste stelle è relativamente piccola e vicina alla loro stella. Quello che è fondamentale da considerare in questi sistemi è il vento stellare, che è in grado di strappare l’atmosfera da questi pianeti.

“Questi pianeti non si trovano nello spazio vuoto” ha affermato Cohen. “Si trovano in un mezzo che presenta un flusso continuo di particelle, per lo più protoni, che vengono emessi dalla stella”. Questo è quello che deve essere accaduto all’atmosfera di Marte molto tempo fa, che aveva un campo magnetico estremamente intenso, proprio come la Terra e che ha mantenuto l’atmosfera nonostante il forte vento solare. Poi, Marte ha perso il suo campo magnetico e il vento solare ha strappato via gran parte dell’atmosfera marziana.

Questa scoperta potrebbe far cambiare il metodo di ricerca dei pianeti simili alla Terra nella zona di abitabilità della loro stella. “Forse non dovremmo concentrarci su stelle nane di tipo M, anche se queste sono le più comuni” ha affermato Cohen. “Forse dovremmo concentrarci di più su stelle come il Sole”.

Voglio sottolineare che il Washington Post non riporta il nome dello strumento e del telescopio che hanno permesso di caratterizzare il pianeta, ossia di confermarlo tale trovandone le dimensioni e la massa, mentre due giornali spagnoli lo fanno. Qui sotto riporto i link ai due quotidiani online che hanno dato la notizia della caratterizzazione del pianeta Kepler-10c da parte dello spettrografo HARPS-N montato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG), un risultato straordinario se si tiene conto che il TNG è il telescopio italiano più grande che abbiamo e si trova alle Isole Canarie.

Press Release del TNG- Harps-N at TNG finds the first Megaearth – http://www.tng.iac.es/news/2014/06/02/harps-megaearth/

Altre fonti: El Alisio – Descubierta la primera mega-tierra conocida por el espectógrafo del Telescopio Nazionale Galileo – http://www.elalisio.com/24846/harpsn-encuentra-la-primera-mega-tierra-conocida/

Microsiervos.com – Kepler-10c, otro planeta extrasolar que creíamos que no podía existir – http://www.microsiervos.com/archivo/ciencia/kepler-10c-planeta-extrasolar-similar-tierra-17-veces-mas-pesado.html

The Washington Post – Kepler space telescope spies a ‘Mega-Earth’- http://www.washingtonpost.com/national/health-science/kepler-space-telescope-spies-a-mega-earth/2014/06/02/b73cf006-e8e7-11e3-afc6-a1dd9407abcf_story.html

TuttiDentro – Primo pianeta extrasolare nella zona di abitabilità della sua stella – http://tuttidentro.wordpress.com/2014/04/18/primo-pianeta-extrasolare-nella-zona-di-abitabilita-della-sua-stella/

Sabrina


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