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La prima prova degli esami di maturità dal 2000 ad oggi, con pronostico

Creato il 09 giugno 2014 da Diletti Riletti @DilettieRiletti
Immagine tratta da www.letteratura.rai.it

Mancano davvero pochi giorni all’inizio degli esami di maturità, per il 18 giugno è infatti prevista la prima prova di italiano. Attraverso un breve excursus è possibile prevedere su cosa sarà imperniata? Forse, ma sicuramente è possibile attraverso questo viaggio nel tempo raccogliere alcuni dati e informazioni sulla prova stessa, sui programmi di studi e sulle conoscenze letterarie degli studenti nel nostro Paese. Il range di tempo sul quale ho condotto il raffronto tra gli autori scelti va dal 2000, anno in cui la prova di maturità subì un cambiamento, fino all’anno scorso. Non mi ha sopresa scoprire gli autori che maggiormente ricorrono nelle prove d’esame: sono infatti Saba, Montale, Ungaretti e Manzoni ad avere regnato incontrastati in questi anni, seguiti di poco da Leopardi, Verga, Dante, D’Annunzio e Foscolo. Mai invece avrei detto che Pavese, Cardarelli e Svevo avrebbero rappresentato materia d’esame appena due volte, una sola, addirittura, Penna, Gozzano, Pascoli e Ariosto. Con buona pace del Tasso mai neppure nominato. Machiavelli invece riesce almeno in un’occasione a dire la sua, come sempre.

Tra i grandi nomi della letteratura classica pochi sono quelli approdati sui banchi di scuola nei giorni infausti delle verifiche, e si tratta di Catullo (in una delle due occasioni in una splendida traduzione di Quasimodo), Cicerone e Omero. La predilezione per la poesia, poi non tradotta nella realtà, vede comparire nelle tracce Baudelaire, Éluard, senza dimenticare Quasimodo, Petrarca, Craducci e Foscolo. Il teatro invece viene quasi del tutto ignorato se non in una singola occasione per il tramite di Pirandello, e attraverso qualche rapido cenno a Shakespeare e Brecht. Neanche a dirlo le donne della letteratura sono praticamente inesistenti e, dal 2000 ad oggi, per due volte le tracce recavano traccia, mi si perdoni il gioco di parole, del lavoro della Morante e di un’intervista a Cristiana de Caldas Brito. Dopodiché del femmineo non vi è più alcun segno. Più vicine a noi, forse più nello spirito prima ancora che nel tempo, rapide apparizioni, fuggevolissime, quelle di Primo Levi, Buzzati, Calvino, Eco, Alberoni, Pasolini e Raboni tra i nostrani, in compagnia di Saint Exupery e Uhlman.

Per carità non si parli di letteratura americana, E. Lee Masters e F. Brown devono essere caduti in una traccia per errore. Non stupisce così tanto quindi incontrare nel tempo Orelli, Bodel, Hesse e Canetti, considerati esponenti più meritevoli secondo la tendenza eurocentrista, e quindi appena appena lo fanno Walcott e Borges. Come non ricordare poi l’infarto che deve aver colto uno studente su due l’anno scorso al leggere che l’autore scelto dalla commissione era tale Magris? Eh sì, perché diciamocela tutta Magris lo si conosce ben dopo, o lontano, dal programma scolastico.

Da sottolineare altresì la predilezione per anniversari, ricorrenze, centenari.

Azzardiamo quindi un pronostico per l’analisi del testo. Sulla base dei dati da me raccolti dovrebbe trattarsi di un uomo, italiano, legato alla prima guerra mondiale di cui quest’anno ricorrono i cento anni. Lontana come sono dagli esami di maturità potrei solo scommettere, e se dovessi farlo punterei su Ungaretti.

 


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