La primavera in nero di Borgo San Donnino

Creato il 23 marzo 2013 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

1923, la prima manifestazione fascista a Borgo San Donnino


Novant'anni fa Borgo San Donnino salutava la prima primavera fascista e per la città si apriva una nuova era, almeno così si credeva. Già l'anno precedente un migliaio di borghigiani, guidati da Remo Ranieri (vedi nota), erano calati su Parma per spianare la via al cambiamento nella vicina città. Di lì a poco, nel giugno 1923, Mussolini avrebbe visitato la città, parlato dal balcone del municipio e visitato la cattedrale. I giochi erano fatti per i prossimi vent'anni, poi, nella primavera del '45, ci scopriremo antifascisti da sempre, nel frattempo Borgo San Donnino era diventato Fidenza.
La prima manifestazione fascista fu in Piazza Garibaldi ed il palco venne eretto davanti a palazzo Tridenti, palazzo ancor oggi presente nel panorama della piazza fidentina.  Furono anni pieni quelli, già nel 1923 veniva completato l'edifico della Scuola Complentare (ora Scuola Secondaria di Primo Grado "Pietro Zani") e due anni dopo il Re inaugurava il monumento ai caduti di Parco delle Rimembranze. Tutto il resto venne dopo: vascone, sventramento del quartiere Oriola, apertura Via Corsica, piscina DUX, scuola elementare Rosa Maltoni (ora De Amicis), dispensario antitubercolare (demolito nel marzo 2013), nuova circonvallazione, collegamenti ferroviari ed altro. Il Palazzo Littorio fu ultimato solo alla fine degli anni trenta. Eravamo diversi nel 1923, vestivamo di scuro e portavamo i cappelli, ed in piazza c'erano i nostri nonni.  La scuola media Zani novant'anni fa
Nota - Ranieri Remo fu candidato al Consiglio comunale per il Partito Popolare a Borgo San Donnino (oggi Fidenza) nel primo dopoguerra, passò in seguito al Partito Nazionale Fascista. Nel 1922 entrò nel Consiglio comunale, assumendo la carica di assessore. Protagonista del duro scontro interno al Pnf, tra i moderati e l’ala sindacalista seguace di Roberto Farinacci, fu eletto deputato prima della sua temporanea espulsione nel 1925. Dopo essere stato reintegrato fu segretario federale parmense (1927-29), ispettore nazionale (1927-31), membro della direzione nazionale del partito (1931-32) e deputato della provincia di Parma fino al 1934, quando lasciò l’attività politica.


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