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Migliaia di persone stanno manifestando a Istanbul da venerdì 28 maggio per impedire la distruzione di uno dei parchi più importanti della città, il Taksim Gezi park, per fare posto a una caserma militare, un centro commerciale e una moschea secondo il piano voluto dal primo ministro Recep Tayyip Erdogan, ex sindaco di Istanbul, che vorrebbe trasformarla in una delle “capitali del mondo”. Nel piano, infatti, è prevista anche la costruzione del terzo ponte per collegare la parte europea a quella asiatica e la realizzazione di uno degli aeroporti più grandi del mondo.
La storia del Taksim Gezi park
Il Gezi park è un parco che si trova a fianco di piazza Taksim, nel distretto di Beyoglu. Ospita circa 600 alberi ed è una delle aree verdi storiche della città turca. Il parco, costruito sulla base del piano dell’architetto francese Henri Prost, è stato aperto al pubblico per la prima volta nel 1943 con il nome di Inonu park, in onore del secondo presidente turco Ismet Inonu che ha guidato il paese dal 1938 al 1950. La sua realizzazione, però, è stata voluta dal padre della Repubblica e primo presidente, Mustafa Kemal Ataturk, e ha comportato la demolizione di una caserma militare nel 1940, la stessa che ora vorrebbe essere ricostruita al posto del parco. Nel corso degli anni la sua estensione è stata ridotta più volte per fare spazio a diverse strutture alberghiere pur rimanendo uno dei luoghi più importanti e amati dai cittadini di Istanbul per rilassarsi e incontrarsi.
L'esplosione delle proteste
Le proteste si sono intensificate nella giornata di venerdì 31 maggio dopo che alla polizia è stato ordinato di usare la forza per sgomberare le tende dei manifestanti, per la maggior parte pacifici, e costringerli ad abbandonare il parco anche attraverso l’utilizzo di idranti, lacrimogeni e spray urticanti. I feriti causati dagli scontri sarebbero già più di un centinaio, alcuni in gravi condizioni. Tra questi ci sarebbero anche giornalisti, fotografi e due deputati dell’opposizione al governo guidato da Erdogan. Dopo le prime notizie arrivate da Istanbul, cortei di solidarietà si sono tenuti anche ad Ankara, capitale della Turchia, e in una decina di altre città. La lotta per la difesa di un parco si sta trasformando in qualcosa di più ampio.
Secondo il corrispondente dalla Turchia di Euronews, le proteste “sono iniziate contro un progetto di urbanizzazione, ma poi il carattere della mobilitazione è cambiato. Gran parte dei manifestanti non sono solo contrari al progetto ma protestano contro il comportamento del governo che non prende mai in considerazione il punto di vista dei cittadini”.
Erdogan, il cui atteggiamento è stato da sempre considerato troppo autoritario da parte dei partiti di opposizione, ha dichiarato di voler proseguire nella realizzazione del progetto di trasformazione di Istanbul a prescindere da cosa facciano i manifestanti. Inoltre ha affermato che le proteste sono di natura politica e non hanno nulla a che vedere con la distruzione del parco.
Fonte: bloginternazionale
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