Ultimamente sto apprezzando parecchio i libri di ambientazione indiana. A voi piacciono?
LA PRINCIPESSA INDIANA
Indu Sundaresan
Sperling & Kupfer
Trama
India, 1632. Alla morte della moglie prediletta, l’imperatore moghul Shah Jahan decide di erigere in suo onore un mausoleo senza pari al mondo: il Taj Mahal. Ma mentre il progetto del “Tempio della luce”, simbolo eterno dell’amore, prende lentamente forma, a palazzo e tra il popolo serpeggia il malcontento. Shah Jahan, inconsolabile, non si cura degli affari di governo e i suoi figli maschi complottano per usurpargli il trono. Sarà la sua primogenita Jahanara a salvare le sorti dell’Impero. Indomita, coraggiosa e determinata, dovrà rinunciare alla propria spensierata giovinezza e nascondere a tutti la bruciante passione per un uomo giudicato non adatto a lei, pur di restare fedele ai propri obblighi e al proprio ruolo.
Recensione
La principessa indiana racconta la storia romanzata di una principessa dell’impero moghul (vedi approfondimento in fondo all’articolo),e tuttavia parla di tutte le generazioni dell’impero a partire dalla sua nascita. Un viaggio affascinante tra la storia, gli usi, i costumi, le tradizioni, gli odori e i sapori di una civiltà tramontata, dell’India del Diciassettesimo secolo. Alcuni passaggi, come la descrizione di tombe e architettura varia, risultano un po’ lenti e appesantiti dalla straordinaria quantità di dettagli, ma la narrazione recupera benissimo quando racconta le emozioni e i sentimenti di ogni personaggio, le tribolazioni, le speranze lungo diversi decenni. Davvero un bel libro, di quelli che arricchiscono.
Il Taj Mahal, protagonista inanimato de “La principessa indiana”.
Approfondimenti
Impero Moghul
Impero turco-musulmano che regnò in India per oltre trecento anni, dal 1526 al 1857, con la sola interruzione del breve interregno dei sultani Sur (1540-1555).
LA FORMAZIONE DELL’IMPERO
Babur, discendente di Tamerlano, fondò l’impero nel 1526, dopo aver conquistato il sultanato di Delhi; alla sua morte, nel 1530, l’impero Moghul si era imposto su tutti i regni circostanti e aveva sottomesso gli afghani. Il figlio di Babur, Humayun, fu destituito dal capo afghano Sher Khan Sur ed esiliato prima in Persia e in seguito a Kabul, da dove, quindici anni dopo, partì alla riconquista dell’Indostan (1556). L’opera di ricostruzione dell’impero venne portata a termine dal figlio di Humayun, Akbar, che si impossessò dell’intera regione settentrionale del subcontinente indiano, con le eccezioni dell’Assam e di alcuni territori tribali.
IL DECLINO DELL’IMPERO
Con Aurangzeb l’impero raggiunse la massima estensione territoriale, comprendendo (1707) quasi tutto il subcontinente indiano. Tuttavia, già agli inizi del XVIII secolo si manifestarono i sintomi della crisi destinata a determinare il crollo dell’impero. Le sconfitte subite nel Deccan a opera dei marathi, le numerose ribellioni contro l’autorità centrale scoppiate nell’India settentrionale, le rivendicazioni nazionalistiche nel Punjab e le ribellioni dei gruppi sikh furono i primi segnali di decadenza.
L’intransigenza religiosa di Aurangzeb, che diversamente dai suoi predecessori si fece solerte promotore dell’Islam, accentuò questi fattori di crisi: diviso all’interno e minacciato dall’aggressivo colonialismo inglese, l’impero crollò definitivamente nel 1858, quando gli inglesi destituirono l’ultimo Gran Mogol, Bahadur Shah II.
L’epoca dei Moghul fu un’età di grande fioritura dell’arte indiana; le maggiori realizzazioni si ebbero nell’architettura, nella decorazione dei manoscritti e nella pittura. Il più prestigioso esempio dell’architettura Moghul è rappresentato dal Taj Mahal, fatto costruire da Shah Jahan; vanno menzionati anche i Forti di Agra e di Delhi, la Grande Moschea di Fatehpur Sikri e le tombe di Akbar e Humayun.