All'origine dell'improvvisa decisione di Monti di dimettersi ci sarebbero state le parole pronunciate dal segretario Pdl Angelino Alfano durante il ponte dell'Immacolata: "Consideriamo conclusa l’esperienza di questo governo", subito dopo l'astensione del Pdl sulla fiducia sul decreto sviluppo al Senato e sul decreto costi della politica alla Camera. Ma il Governo ha continuato a governare nelle ultime due settimane come niente fosse; anzi, meglio di prima, data l'inattesa investitura fatta al premier Mario Monti proprio da Silvio Berlusconi in persona. Adesso, quali possano essere le ragioni di far chiudere la legislatura così precipitosamente, per giunta con lo spread che ha oggi toccato un minimo di 290 punti, non è dato sapere.
Eppure Napolitano insiste: "Al voto al più presto". Nè la nota diramata in mattinata dal Quirinale fuga i dubbi sui veri obiettivi di questa scelta: «Come è noto, il Presidente Napolitano ha ripetutamente auspicato che le elezioni si svolgessero alla scadenza naturale entro la prima metà di aprile; altrettanto noti sono i fatti politici che hanno vanificato questa possibilità. Già prima di quei fatti nuovi, la Conferenza dei Capigruppo del Senato aveva calendarizzato la discussione in Aula della legge di stabilità per il 18 dicembre. Avendo il Presidente del Consiglio preannunciato la formalizzazione delle sue irrevocabili dimissioni all'indomani dell'approvazione di questa legge, è interesse del paese evitare un prolungamento di siffatta condizione di incertezza istituzionale».In una situazione come l'attuale di imprevista bonaccia sui mercati finanziari, quale possa essere il senso di mandare a votare gli Italiani in pieno inverno, probabilmente sotto allerta meteo, non è assolutamente comprensibile.
Che con la scusa dell'incertezza istituzionale, il nostro sovrano assoluto Re Giorgio, malgrado si trovi in pieno semestre bianco, voglia mettere la sua ipoteca pure sul prossimo esecutivo?E' vero che l'articolo 88 della Costituzione al 2° comma gli attribuisce tale potere, ma questo è evidentemente un potere di scioglimento tecnico, cioè di fine legislatura, nulla a che vedere con le altre fattispecie individuate in dottrina:
- insanabile contrasto tra Governo e Parlamento;
- impossibilità di formare una maggioranza;
- autoscioglimento delle camere;
- insanabile contrasto tra le due camere;
- venir meno della corrispondenza tra eletti e elettori;
- inerzia nell'attuazione della Costituzione;
- tentativo di sovvertimento legale della Costituzione.