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La profondità di campo

Da Fidya

Ciao a tutti, sono Rossella De Sio e sono qui per scrivere alcuni articoli che parleranno della mia passione : la fotografia.
Cercherò di spiegarvi in pillole come potervi avvicinare al mondo della fotografia digitale, anche se non sono una fotografa professionista.
Per fare delle belle foto non è indispensabile avere un’attrezzatura molto costosa, si possono fare foto bellissime anche con macchinette semplici, è fondamentale invece avere passione e fantasia.

  • DIAFRAMMA E PROFONDITA’ DI CAMPO

I principi base dell’esposizione sono gli stessi sia per la fotocamera digitale sia per quella tradizionale, infatti essa dipende essenzialmente da tre fattori: apertura di diaframma,tempo di esposizione e sensibilità del sensore o della pellicola (ISO).
Oggi parleremo dell’apertura del diaframma e dell’influenza che ha sull’esposizione finale delle nostre fotografie.
La scala convenzionale dei diaframmi ( che si utilizza per indicarne l’apertura) è : f1, f1.4, f2, f2.8, f4, f5.6, f8, f11.2, f16, f22, f32, f45 ,f64.

Direttamente legata all’apertura di diaframma e’ la profondita’ di campo (PdC), cioè l’intervallo di distanze all’interno del quale l’immagine è a fuoco.
L’uso di diaframmi “stretti” (f11, f16, f22) o “larghi” (f1.4, f2, f2.

non è indifferente per l’immagine finale.

Image # 4.

La profondità di campo

La PdC è minima alle massime aperture del diaframma (la nitidezza è minima a diaframmi “larghi”) e cresce man mano che si chiude il diaframma (la nitidezza è massima a diaframmi “stretti”). Con diaframmi larghi e quindi con minore profondità di campo saranno a fuoco gli oggetti compresi in un intervallo di distanze piuttosto stretto. Mentre con diaframmi stretti che danno maggior profondità di campo saranno a fuoco gli oggetti compresi in un insieme di distanze più ampio.

Image # 5.

La profondità di campo

Alcune foto, come le foto paesaggistiche, richiedono una nitidezza estesa su tutti i piani (e quindi un diaframma “stretto”), ma in molti casi invece è utile far risaltare un solo piano sfocando lo sfondo ( utilizzando un diaframma “largo”).

Image # 6.

La profondità di campo

In un ritratto, ad esempio, una profondità di campo ridotta valorizzerà maggiormente il soggetto,facendolo risaltare su uno sfondo più o meno indistinto .
Per chi non ne capisce molto di fotografia, io consiglio di fare delle prove con la vostra macchina fotografica , ci vuole molta pratica e pazienza prima di poter arrivare al risultato desiderato.
Vi lascio con la frase di Eugene Smith : “A cosa serve una grande profondità di campo se non c’è un’adeguata profondità di sentimento?

Redatto da Rossella De Sio


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