Ci sono argomenti in questo Paese che non vanno trattati. E’ vietato. La cultura dell’ipocrisia ci dice per esempio che va benissimo lasciare la prostituzione su tutte le strade di Roma a qualsiasi ora e di qualsiasi età!- dalla Salaria all’Eur, passando per la zona dietro le Terme di Caracalla e la via del mare e altre che non posso elencare per motivi di spazio – ma guai a dirlo. Come se ciò che vedono i nostri occhi, ciò che fanno i nostri maschi (sì, certo, ci sarà anche qualche donna a farlo da qualche parte, chi lo nega), non avvenisse. Basta non dirlo perché non esista, come se fossimo un popolo bambino. Dietro la prostituzione di strada e da salotto ci sono tante storie. Ci sono le schiave, le bambine e i bambini sfruttati ed anche qualcuno che vuole farlo (e che io rispetto). Non è nei poteri di un comune risolvere questo millenario problema, ma io spero che prima o poi il mio Paese abbia il coraggio di guardarsi e di affrontare le cose come un Paese adulto. Dobbiamo sterminare lo sfruttamento della prostituzione, l’abuso sui minori cosa che avviene ogmi giorno sotto i nostri ipocriti occhi. Ma legalizziamo, consentiamo controllo sanitario e facciamo pagare le tasse a chi vuole farlo di mestiere (senza giudicare chi vuole farlo con il solito retroscenismo da senso di colpa cattolico sull’uso del proprio corpo, per pietà, anche questo simbolo della nostra immaturità di popolo).
p.s. la questione del quartiere a luci rosse come al solito è affrontata malissimo e senza approfondire ciò che davvero vuole fare il municipio, qui un articolo del corriere che prova a raccontarlo.