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La prostituzione in epoca vittoriana

Creato il 13 aprile 2011 da Mauser @Mauser89

Campaspe
(l'amante di Alessandro Magno)
by John William Godward

Mi è stato domandato a grande richiesta questo approfondimento, ma io sono sempre stata restia ad incominciarlo, l'argomento da trattare è vastissimo e comprende caratteristiche socio-culturali che non conosco e non capisco, abbraccia motivazioni molto difficili da condividere e consuetudini di un tempo ormai tanto scomparse da essere difficile figurarsi.
Indubbiamente la prostituzione era un problema enorme nell'epoca vittoriana, tanto da essere elencato nella lista delle piaghe della società insieme alle malattie, alla povertà e alla schiavitù.
Questo fenomeno era dilagante specialmente nelle città dove l'assortimento di casi di vita e depravazione era sterminato.
La prostituzione, non è il caso di essere bigotti e negarlo, è sempre esistita e a tutti i livelli: dalle amanti reali ai bordelli di paese, dalle donne dei marinai alle moglie scontente, dal commercio di ragazzine e ragazzini fin dall'età prepuberale alle donnacce di strada, ma non era mai stato tanto numericamente esteso e schiacciante per la società come accadde nel periodo del lungo regno della Regina Vittoria e, allo stesso tempo, strattato con un misto di disgusto e indifferenza, al punto che sembrava nessuno fosse mai ricordo alle prostitute, eppure il loro numero era esorbitante, in continua crescita, e la prostituzione legalizzata.
Vediamo insieme quali furono le cause maggiori di questo fenomeno.
Cosa spingeva l'uomo a cercare una prostituta
I victorians e il mito della donna angelo del focolare

Vorrei poter dare un'unica motivazione semplice e chiara, ma i fattori che hanno condotto a questo sono molteplici e alcuni complessi da spiegare.
Secondo gli storici più illustri, ciò è da ricercarsi nel cambiamento economico e sociale che investì il Diciannovesimo secolo.

La prostituzione in epoca vittoriana

Illustrazione del can-can

Quando si parla di Ottocento ci viene in mente la nascita e l'espansione dell'industria, il progressivo sbilanciamento di ruoli tra aristocratici e borghesi, la caduta dei valori di nobiltà terriera e antichità di lignaggio in favore di quelli prettamente mercantili di serietà di spirito, rettitudine, duro lavoro e ricchezza guadagnata col sudore e il sacrificio, il mito ottocentesco che è ancora presente nella nostra cultura e che ritroviamo in molti libri e film contemporanei.
Cosa comportò ciò? Tanto per entrambi i sessi:
  • per gli uomini il lavoro divenne un obbligo imposto e un sistema di ricatto, le funzioni che si espletavano non conducevano direttamente alla creazione/realizzazione/coltivazione/crescita di ciò che era necessario alla casa, ma un servizio o una produzione indiretti che aveva come scopo procurarsi il denaro, non i generi primari. Non solo, si aveva anche un aumento dell'ansia a causa dell'esecuzione di attività sedentarie e non strettamente correlate alla sopravvivenza: il mestiere di scribachino, con tutte le sue varianti, anche se non fisicamente spossante era psicologicamente stressante e non permetteva di sfogare la propria frustrazione nel movimento e nell'esercizio dei muscoli. Non solo, la continua ripetizione di gesti e abitudini era logorante dal punto di vista mentale (si vedano i danni dovuti all'impiego nelle catene di montaggio).
  • per le donne le medesime condizioni portarono nella parte bassa della popolazione allo stesso tipo di stress, in quanto anche ragazze e bambine venivano impiegate nelle fabbriche, mentre salendo di livello ci troviamo di fronte alla creazione del mito dell'angelo del focolare tanto caro nel XIX secolo, la donna fragile ed eterea, delicata moglie e madre devota che in confronto gli stilnovisti non avrebbero saputo far di meglio, legata mani e piedi ad una casa e ad una routine familiare al limite della pazzia, completamente dedicata al benesse dei propri cari, siano essi genitori, fratelli, sorelle, marito e figli, poveri derelitti.
L'uomo, quindi, ancora sesso forte, creò un ideale di donna che fungesse da aiuto, non certo una sua pari, e costrinse le proprie mogli, figlie e sorelle ad adattarvici, sperando che un sesso debole e sottomesso che non avesse messo in discussione le proprie idee e il potere familiare sarebbe stata la scelta giusta da adottare per limitare i problemi di incertezza e poco equilibrio che si stavano riscontrando.
Questa è la tristissima condizione delle famiglie vittoriane.
Inutile dire che il sistema messo in piedi faceva acqua da tutte le parti.
Entrambi i sessi commisero degli errori, in particolare le donne, miti e sottomesse lo divennero al punto da non realizzare quanto questa condizione non solo fosse penalizzante per la loro salute psico-fisica, ma minasse la stabilità della famiglia stessa, completamente sbilanciata.
Ed eteree e impassibili, svenevoli e deboli, psicologicamente frigide, le donne del tempo difficilmente riuscivano a dare soddisfazioni ai mariti che vedevano la loro apatia come un accrescimento dell'ansia, l'ennesimo fardello da portarsi appresso, la donna era un essere da mantenere e proteggere.

La prostituzione in epoca vittoriana

Victoria (Emily Blunt) e Albert (Rupert Friend) dal film
Young Victoria

Se la comunione familiare era una pura utopia, l'amore tra le persone provinciale, il sesso era il punto di caduta, l'indicatore evidente che in quel sistema qualcosa in andava; esso era perpetrato unicamente al solo scopo di generare figli e veniva visto come un atto impuro dagli aspetti animaleschi (per via della sua caratterizzazione molto istintiva) che non doveva risultare appagante per i due coinvolti, in quanto ogni forma di istinto era repressa. La donna si sottometteva, rigida e immobile, rendendo quel gesto un supplizio per sé e per il proprio compagno che aveva a che fare con un pezzo di legno decisamente poco collaborativo e, soprattutto, poco eccitante.
[...] Solo lui l'avrebbe vista con i capelli sciolti e una sottile sottoveste bianca... Solo lui avrebbe provato la sensazione di sentirla dormire fiduciosa al suo fianco. Avrebbero fatto l'amore con il favore delle tenebre e sotto strati di lenzuola, gli occhi chiusi, i movimenti dominati dal pudore e dal ritegno. Nessuno avrebbe mai risvegliato la passione di Sara Fielding, strappandole via le inibizioni, provocandola e stuzzicandola.
Lisa Kleypas, Sognando te
Mondadori, pag.76

Una volta, colta da uno stato d'animo simile a quello, si era gettata tra le braccia di Perry. Nel bisogno disperato di sentirsi vicina a qualuno, lo aveva implorato di fare l'amore con lei. Perry si era rifiutato, facendo noare che non era il genere di donna da farsi prendere al di fuori del voto matrimoniale. «Prima o poi ci sposeremo» le aveva spiegato con un sorriso amorevole. «Non appena convincerò mai madre ad accettare l'idea. Non ci vorrà molto... e nel frattempo pregheremo il Signore di concederci la pazienza. Per me significhi molto di più che qualche ora di piacere illecito.» Naturalmente, Perry aveva ragione. Aveva persino ammirato la sua determinazione a fare sempre la cosa giusta... ma ciò non era bastato ad alleviare il disagio di sentirsi respinta.
Lisa Kleypas, Sognando te
Mondadori, pag.83

E cosa fare in quel caso?

La prostituzione in epoca vittoriana

Susannaby Frederick Goodall

Rivolgersi alle puttane.
Le prostitute non erano pagate per capire gli uomini, solo alcune amanti di alto rango svolgevano anche le funzioni di confidenti, ma riuscivano a dare libero sfogo a quegli istinti tanto violentemente repressi in una società innaturale fatta di costrizioni d'ogni genere, basti pensare alle gabbie più o meno metaforiche in cui questi victorians si rinchiudevano: corsetti, crinoline e manuali per ogni cosa.
Con una donna pagata per soddisfarti occorre preoccuparsi di essere troppo rudi, troppo animaleschi o istintivi, che poi era il modo per descrivere un certo impeto, ma bastava sfogarsi fisicamente senza pensieri.
Come al solito tra il pensare troppo e il troppo poco, la verità sta nel mezzo.
Cosa spingeva la donna a prostituirsi
Tra necessità, sostentamento, famiglia e ambizione
Quando c'è la richiesta, dice l'economia, aumenta il prodotto e diminuisce il prezzo.
Vedendo quanto si faceva uso delle meretrici, queste calarono a frotte dalle campagne o si convertirono da altre professioni, istituirono un vero e proprio commercio di vite giocando con l'esistenza anche di altre donne non propriamente impiegate per vocazione, ma più che altro per necessità e, non solo, anche con quelle di bambini e bambine, il cui rapimento era appositamente commissionato dalle zone rurali più povere, dove nessuno avrebbe sentito la mancanza di una bocca in più da sfamare.
Ragazze circuite con la promessa di un futuro roseo, di un impiego temporaneo, di un altro posto, di tutti i tipi di raggiro.
Addirittura donne vendute dai propri mariti e tutori, fratelli e zii ai bordelli in cambio dei soldi per giocare d'azzardo, pagari da bere o liberarsi dai debiti (cfr. Come vendere una moglie), il tutto in linea con la concezione vittoriana di "donna uguale essere inferiore e sottomesso del quale l'uomo suo tutore può disporre a piacimento", donna senza diritti, gravata solo dagli oneri.
La progressiva alienazione degli esseri viventi nella società vittoriana, tra costrizioni, soprusi e insoddisfazioni, sia per i borghesi che per i proletari, era solo una delle motivazioni di questo fenomeno di dilagante prostituzione particolarmente evidente nell grandi città come Londra, Manchester, Liverpool dove l'economia e il denaro faceva girare la vita a ritmo vorticoso grazie al commercio.

La prostituzione in epoca vittoriana

Un bagno a Pompei
by John William Godward

Un altro fattore importante di questo fenomeno di crescita delle impiegate nel giro di commercio del proprio corpo era il divario altissimo tra il numero degli uomini e delle donne, un problema già diffuso durante la fine del Settecento e gli inizi del XIX secolo di cui parlano sia Jane Austen che le sorelle Bronte.
L'Inghilterra aveva un numero esageratamente alto di donne rispetto ai maschi disponibili, il problema delle zitelle era all'ordine del giorno delle sedute in Parlamento rendeva instabile società che, invece, aveva bisogno di braccia e menti per produrre e lavorare (cfr. La zitella e Come diventare zitella) e le "navi delle spose" partivano periodicamente verso le colonie americane, il Canada e l'Australia (cfr. La saga dei Dillhorne, origine di una dinastia), zone dove invece c'era carenza.
Quinsi, se una donna non poteva lavorare e neanche sposarsi perchè non c'erano partiti disponibili sul mercato, come poteva mantenersi?
In un solo modo: vendendo l'unica cosa che le appartenesse davvero, il proprio corpo.
A dire il vero il corpo in mancanza di marito era proprietà del familiare maschio più prossimo, ma in assenza di questi o consenso di lui, una donna poteva disporne a piacimento, specialmente se suddetto parente ne traeva vantaggi (leggasi ruffiani).
Quando si entrava nel giro, poi, era difficilissimo uscirne e se una non moriva di malattie veneree o di gravidanze indesiderate, complicazioni e vari tipi di contagi, allora finiva come una pazza nei manicomi oppure rinchiusa negli ospizi dei poveri.
La vocazione
In tutto questo esorbitante numero di donne che si davano alla prostituzione, non tutte erano delle povere derelitte, sebbene queste fossero la maggior parte alcune sceglievano volontariamente di entrare nel giro.

La prostituzione in epoca vittoriana

Venere al bagno
by John William Godward

Perchè?
Perchè era conveniente.
In un'epoca in cui una donna non aveva diritti, ma solo doveri, e il movimento per l'uguaglianza dei sessi appena agli inizi, le possibilità di una donna senza essere affiancata da un uomo erano pochissime.
C'era il lavoro di fabbrica, uno sfruttamento fatto e finito, fisicamente mostruoso, mal pagato e pieno di soprusi e violenza, anche fisica.
C'era il lavoro di governante, ma solo chi aveva ricevuto una determinata educazione poteva aspirare a tanto e anche lì non mancavano le umiliazioni.
Quindi c'era l'impiego di cameriera, ma era mal pagato e poco gratificante.
La prostituzione, se praticata ad un certo livello, magari non in un bordello di infima categoria, concedeva uno stile abbastanza benestante alla donna, più di molti altri lavori.
Una notte con una vergine, la massima aspirazione di un uomo vittoriano, era pagata fino a 25£, che in termini attuali significherebbe quasi 2700€; la verginità non te la possono ricucire, si dice dalle mie parti (anche se ormai non vale più con la chirurgia), ma all'epoca una volta persa lo era per sempre: e quindi? Vero che si aveva una sola occasione, ma sfruttandola bene questa dava la possibilità alla ragazza di iniziare la carriera provvedendole quanto bastava per affittare una stanza e comprare vestiti adeguati.
Iniziata poi la giostra, una prostituta brava in un anno riusciva a guadagnare circa 62£ che per l'epoca era una cifra significativa.
Storicamente parlando
Il problema della prostituzione, come si è visto, è tipico della classe medio-bassa della popolazione, ma non ne viene da lì.
All'inizio infatti quella della prostituta era una professione abbastanza importante, solo i ricchi potevano permettersi di pagare una donna con cui avere rapporti, tutti gli altri si accontentavano della moglie, non avendo soldi da spendere.
Il mantenimento di una o più amanti era uno status di aristocratici e sovrani, basta fare qualche nome: Diana di Poitiers (amante di Enrico di Valois), Madame de Pompadour (amante di Luigi XV), Madame Du Barry (ultima amante di Luigi XV), Lady Castlemain anche conosciuta come Barbara Palmer (amante di Carlo II), Nell Gwyn (amante di Carlo II), la Contessa di Castiglione (amante di Napoleone III), ecc.
Queste donne costavano dei capitali.

La prostituzione in epoca vittoriana

Lo specchio
by John William Godward

Successivamente il ruolo cambia e da amante fissa, quasi una seconda moglie, questa si trasforma in una donna da rapporti occasionali e tra chi paga e chi riceve non si instaurava nessuno o quasi tipo di rapporto sentimentale, limitandosi ad un mero accoppiamento per non rivedersi più.
Pagare una donna per mezz'ora di sesso era diverso dal mantenerla come si fa con una consorte e il prezzo della prostituta si abbassa notevolmente, divenendo accessibile anche molto al di sotto della classe nobile, ecco quindi che il problema si estende a macchia d'olio per i problemi elencati sopra anche alla borghesia, che frequentava bordelli più o meno di lusso, e al proletariato, che non disdegnava una sveltina nei vicoli bui e puzzolenti dei quartieri disagiati dei Docks o di Whitechapel.
Le chiamavano donne perdute...
Non bisognerebbe mai aver paura delle parole, ma considerando l'epoca in cui ci troviamo è inevitabile che ci fosse un modo per aggirare l'argomento, con tutte le etichette e restrizioni che c'erano, dopotutto sono stati proprio i victorians ad inventare la dicitura carne bianca per non dover dire petto di pollo in quanto petto era da considerarsi una volgarità.
Parole come prostituta, meretrice, puttana, sgualdrina, erano tabù. Le usavano gli uomini, a cui era permessa un gamma di espressioni decisamente più volgari e rozze e che non dovevano arrivare alle delicate orecchie delle dame, ma il termine con cui queste donne erano più conosciute era quello di perdute.
Le chiamavano così perchè i più bigotti pensavano che costoro avessero perso la loro purezza di spirito decidendo di svendersi a pagamento, quindi avere rapporti al di fuori del vincolo matrimoniale sancito dalla Bibbia e commettendo peccato (cfr. Non commettere atti impuri), ma era una visione parziale e ingiusta e non teneva conto di quanto disgraziata fosse la vita di costoro prima e durante e, soprattutto, delle motivazioni che le avevano spinte a finire nelle spire della prostituzione. Non c'erano solo ninfomani tra le donnacce.
La maggior parte di loro non faceva quel mestiere di vocazione, ma per costrizione, denaro, obbligo, necessità... tanti erano i motivi.

La prostituzione in epoca vittoriana

La schiava bianca
by Henrietta (Ernest) Normand

Alcune erano finite male per errori di gioventù, eccesso di ambizione, ma la maggior parte erano ragazze colpevoli di essere state violentate e raggirate e di non essere riuscite a tirarsi fuori dalla melma che si era appiccicata loro addosso insieme all'indelebile etichetta di puttane.
Forse avevano perduto la loro purezza, di sicuro sogni e speranze, fiducia nella vita e nel futuro, ma non si può neanche fare loro una colpa di ciò, con le prospettive che suddetta società offriva.
Non solo questo, ma le donne che erano nel giro della prostituzione erano anche evitate e disprezzate da tutte le altre persone, che giuravano e spergiuravano di non aver nulla a che fare con loro, anche quelli che le frequentavano un giorno sì e l'altro pure.
La Società per la protezione delle donne e dei bambini, un'istituzione caritatevole, era cieca di fronte al problema, così come pure quello degli orfani, si trattava di una mera facciata per dare la possibilità ai nomi in lista di dire che si era fatto del bene, ma a riceverlo erano categorie di persone già privilegiate rispetto a coloro i quali, invece, ne avrebbero avuto davvero bisogno.
Tutti fingevano di non vedere quanto grande, dilagante e scandaloso fosse il problema, lo ignoravano per ipocrisia, non per ignoranza perchè era inevitabile non sapere.
Il posto di lavoro
Con quasi 55.000 prostitute in giro per le strade è evidente che il problema dell'alloggio e del luogo di svolgimento della professione non era indifferente.
Poichè la prostituzione era legale, secondo la moralissima legge vittoriana, lo erano anche bordelli e case di tolleranza varie.
Le prostitute di strada erano le più povere, giravano per le strade e ciascuna ne aveva a disposizione una: incroci e crocicchi erano molto ambiti in quanto c'era più passaggio, lavoravano ai margini della strada o salivano nelle carrozze e facevano una vita durissima, sia per le condizioni di vita che per i guadagni.
Anche la loro definizione, chiamiamola ufficiale, era miserabile come la loro condizione, venivano definite infatti "low prostitute, infesting low neighbourhoods".
A questa categoria appartengono le donne di Whitechapel uccise da Jack lo Squartatore.
Le prostitute per debiti erano delle donne veramente sfortunate. A causa di un capitale di cui erano debitrici, principalmente per colpa di altri (mariti o familiari) da cui avevano ereditato l'esorbitante cifra da risarcire, erano costrette a servire uomini veramente vergognosi e dovevano farlo per tutta la vita, specialmente con certi ammontare, a volte gonfiati a dismisura, che avrebbero dovuto restituire. Non avevano speranza di libertà, di rendenzione né di fuga e tutto ciò che avevano era di possesso del padrone.

La prostituzione in epoca vittoriana

L'Oracolo di Delfi
by John William Godward

I bordelli di bassa lega erano situati nei quartieri meno ricchi, vicino al porto e ai mercati e offrivano ragazze e servizi a poco prezzo. Potevano essere gestiti da uomini o donne ed erano costituiti da palazzine come quelle di tutti gli altri, dove venivano condotti i clienti e dove si consumavano i rapporti.
L'igiene e la qualità dipendevano dalla lega della zona e della struttura. Le ragazze di queste case venivano etichettate come "well-dressed, walking the streets", in quanto adescavano i clienti per le strade ed erano abbastanza note alla polizia.
I bordelli di alto livello erano quelli destinati ad un pubblico più abbiente di borghesi e commercianti abbastanza danarosi. Le ragazze erano lavate e pulite, profumate e presentabili e l'intero atto si svolgeva in case di un certo livello, con una minima parvenza di decoro, perlopiù gestite da donne che erano state o erano ancora, le amanti di personaggi importanti e sfruttavano la posizione e le conoscenze per fare del commercio nella professione che conoscevano bene.
Le ragazze che vi lavoravano erano chiamate "well-dressed, living in lodgings".
I prezzi erano alti, ma si cercava di procurare qualunque genere di richiesta per il cliente, compresi bambini o fantasie particolari; questo articolo apparve sulla Pall Mall Gazette nel 1885 firmato da W.T. Stead e intitolato Maiden Tribute of Modern Babylon
(non leggete se non avete lo stomaco forte!!!)
Flogging or birching goes on in brothels to a much greater degree than is generally believed. One of Mrs. Jeffries' [the pimp of the most exclusive brothel in London] rooms was fitted up like a torture chamber... There were rings in the ceiling for hanging women and children up by the wrists, ladders for strapping them down at any angle, as well as the ordinary stretcher to which the victim is fastened so as to be unable to move. The instruments of flagellation included the ordinary birch, whips, holly branches and wire-thonged cat-o'-nine-tails.
[Traduzione]
Le sevizie sono molto più presenti nei bordelli di quanto sia generalmente credibile.
Una delle stanze [del bordello] di Mrs Jeffries, il più esclusivo di Londra, era arredata come una camera delle torture. C'erano anelli e catene alle pareti per appendere donne e bambini per i polsi, scale ad ogni angolo e tavoli dove la vittima era immobilizzata, incapace di muoversi.
Gli strumenti di flagellazione includevano, oltre all'ordinario frustino, anche spine, fili, catene e gatti a nove code.

W.T. Stead
Maiden Tribute of Modern Babylon

Pall Mall Gazette

1885



Spesso questo tipo di bordelli di lusso erano mascherati sotto altre attività, per non dare nell'occhio, oppure erano abbinati a case da gioco o sale da ballo.
Bordelli non propriamente detti. Mole donne svolgevano altre professioni oltre a quella della prostituta, non necessariamente di copertura, ma più per necessità. Attrici, venditrici di fiori o sartine avevano a volte una seconda identità e le loro dimore erano frequentate da ammiratori o clienti. Molte sartorie fornivano uno svago anche per gli uomini che accompagnavano le dame alle prove degli abiti, interminabili per definizione, ma le donne tendevano a ignorare o fingere di ignorare, questi bonus per i propri escort (che all'epoca non era la professione delle donnacce, ma era usato per i disponibili cavalieri delle dame che scortavano queste a balli o impegni).

La prostituzione in epoca vittoriana

Venere si acconcia i capelli
by John William Godward

Amanti di lusso. Donne di un certo livello che si davano alla prostituzione per necessità. Raramente erano ragazze che avevano fatto strada partendo dal basso, altre si era di fronte a vedove piene di debiti per la condotta del defunto o per il loro tenore di vita o, ancora, mogli insoddisfatte che intrattenevano relazioni extraconiugali.
A questo livello la prostituta si fa chiamare amante e torna alla figura antica di bene di lusso da sfoggiare, a cui il patron pagava gioielli, carrozze, abiti e divertimenti; spesso venivano installate in una casa di proprietà del protettore o in affitto da lui pagato.
I problemi della prostituzione: il degrado del corpo e della mente
Nell'Ottocento, in un perioco così puritano da risultare quasi di estremismo, la prostituzione così diffusa e così praticata e sfruttata era non solo una piaga, come veniva definita, ma anche un bello smacco. Tutti sembrano santi, la frase della Bibbia Chi non ha peccato scagli la prima pietra improvvisamente assume un nuovo significato e in molti si dicono privi di macchia, ma alla fine non sono tanto sicura che fossero tutti in buona fede.
Se davvero nessuno ricorreva alle prostitute allora queste sarebbero dovute essere in numero decisamente inferiore, invece toccavano le 50.000 anime, 80.000 secondo fonti un po' meno attendibili.
Oltre allo schiaffo morale, al quale comunque si poteva sopravvivere, c'erano diverse altre conseguente, una su tutte l'incidenza delle malattie veneree, come sifilide e gonorrea, che colpirono la popolazione e esponevano il soggetto al pubblico disprezzo, come se uno si apprendesse al collo il cartello vado a puttane e tutti gli altri con la coda di paglia fingevano di indignarsi davanti alla cosa, i padroni di casa lo sfrattavano, la moglie l'abbandonava, ecc.
La percentuale di affetti da malattie a trasmissione sessuale era ai picchi storici, neanche le orde di Lanzichenecchi che saccheggiarono l'Europa e l'Italia con l'invasione di Carlo V avevano prodotto risultati tanto allarmanti, il Parlamento inglese, infatti, promulgò diverse normative per il controllo sanitario delle donne ufficialmente iscritte al mestiere di prostitute (c'erano appositi elenchi tenuti dalle Camere di Commercio e dalla polizia) e dei bordelli.
Tutti i provvedimenti che si presero, comunque, non riuscirono ad arginare di molto il problema, che non era causato dalla postituzione in sé, ma da un marciume collettivo di falsa apparenza e rettitudine che nascondeva un marciume di spirito e di comportamento e una depravazione senza fondo.

La prostituzione in epoca vittoriana

Particolare de La visita della
Regina di Saba by
Edward John Poynter

Adesso non dobbiamo generalizzare, non è che tutti i victorians fossero dei pervertiti di prima categoria, c'erano davvero quelli che seguivano fin troppo alla lettera le regole morali imposte dal sistema da loro stessi costruito, ma la maggior parte era di quelli che predica bene e razzola male, nel senso che fingevano di essere praticanti e osservanti delle più rigide norme per il quieto vivere (gli estremisti c'erano e, come oggi, erano sempre pronti a cercare gli untori), ma poi trasgrediva a molte di queste e non per cattivera, ma semplicemente perchè erano innaturali.
Una società troppo rigida e poco adattabile è destinata al fallimento e il fallimento di quella vittoriana fu proprio il dilagare di problemi dei quali la popolazione media, quella che avrebbe dovuto occuparsene e preoccuparsene in qualche modo, giurava di non sapere nulla negando l'evidenza.
In aggiunta a tutto questo il degrado morale e fisico dei luoghi di pratica non aiutava certo la società. Sevizie, angherie e prostituzione minorile non erano novità, visto che una delle credenze più diffuse sosteneva che ci si potesse librerare delle malattie veneree avendo rapporti con ragazzini o ragazzine e che si trasmettesse una qualche forma di immunità contro suddette malattie se la propria partner era incinta.
Mi perdonerete se non approfondisco quanto detto, il disgusto ch mi pervade anche al solo nominare queste pratiche è indicibile.
In letteratura
Uno degli attori che maggiormente si è soffermato sulla caduta morale delle donne durante quest'epoca è senz'altro Charles Dickens.
L'approccio che Dickens fa alla professione è molto particolare, quasi un'indagine per ogni libro in cui proprone un personaggio del genere, un approccio diversissimo da quello che si faceva invece prima di lui nella letteratura ottocentesca.
Durante il Settecento libri diversi ebbero come protagoniste o comprimari delle donne dedite alla prostituzione e alla vendita delle proprie grazie, molto famoso fu (ed è ancora) Fanny Hill, memorie di una donna di piacere che divenne uno dei libri all'indice più letti di sempre e scandaloso addirittura per i nostri liberali princìpi sui comportamenti sessuali.
Altra opera conosciuta è Moll Flanders, dove la scandalosa ragazza protagonista non solo intreccia relazioni con vari uomini allo scopo di ricevere in cambio denaro, ma finisce addirittura per avere un rapporto con il proprio fratello.

La prostituzione in epoca vittoriana

Susanna al bagno
by Hugues Merle

Anche Henry Fielding, celebre fondatore dei Bow Street Runners, scrisse di alcune di loro al preciso scopo di mettere in evidenza quanto l'elevatezza morale non abbia a che fare con i comportamenti che si perpetrano per necessità. Fielding appositamente scrive nel suo romanzo Joseph Andrews di due tipologie di donne: la prima, la zia di quel Mr B. protagonista del Pamela di Richardson che aveva già parodizzato nel suo Shamela è una donna di un certo livello sociale e culturale, ma che tiene comportamente non diversi da una sgualdrina, la seconda è una ragazza che lavora all'osteria e che, come ci dice l'autore, non è avara né del suo corpo né del suo denaro, metafora per dire che si concede facilmente, ma, aggiunge, con il ricavato oltre a mantenersi aiuta i poveri e gli orfani.
Nell'Ottocento si fronteggiano due tipi di romanzi: i romanzi d'insegnamento e i romanzi di tratteggio. I primi raccontano storie atte ad insegnare qualcosa ai lettori, ad esempio tutte le vicende narrate da Charles Dickens, i secondi si prefiggono di descrivere la decadenza e la bassezza dei comportamenti umani, tra questi Thackeray ne è un buon esempio sia con Barry Lyndon che con La fiera della vanità.
Oggigiorno è particolarmente di moda parlare di donne che cercano di cavarsela, è il mito della donna indipendente nata dopo gli anni Sessanta, figlia del baby boom. Quanti libri conosciamo al riguardo?
Una marea.
Uno su tutti che credo riassuma bene il genere è Il petalo cremisi e il bianco, di cui è stato tratto anche un adattamento televisivo dal medesimo titolo con Romola Garai, già Emma Woodhouse per la BBC.
E con tanta fatica siamo giunti alla fine anche di questo post.
Ho omesso molte cose che volevo dire, particolari, dettagli, aneddoti, significati. Purtroppo non c'è posto per tutto e ho preferito tagliare alcune parti a mio avviso meno significative.
Il problema della prostituzione era vastissimo e parlarne in poco meno di un saggio credo sia in parte riduttivo rispetto alla rilevanza che ricorprì per la gente di quel tempo. Spero solo di non averlo trattato con troppa superficialità, anche se sono certa che riguardo al mio scritto ci saranno molte critiche.

La prostituzione in epoca vittoriana

Particolare de L'amore sacro e
l'amore profano

by Tiziano

Una nota doverosa la devo fare circa il corredo di immagini che ho messo al post: poichè non volevo incappare in nessun tipo di volgarità che potesse in qualche modo offendere la sensibilità dei lettori, ho preferito scegliere immagini molto classiche con nudi abbastanza casti, alcune sono ispirate dalla Bibbia (in almeno metà dei dipinti con donne provenienti dalla Bibbia queste sono nude e con forme alla Rubens che non lasciano molto alla fantasia), mi piacerebbe poter parlare di nudità e arte, specialmente in ambito vittoriano, ma essendo digiuna di conoscenze artistiche, temo che non potrò mai approfondire seriamente l'argomento.
In compenso spero che il post sia stato interessante e scusatemi se mi sono dilungata così tanto.
Links e approfondimenti
Judith Walkowitz, City of Dreadful Delight: Narratives of Sexual Danger in Late-Victorian London
Judith Walkowitz, Prostitution and Victorian Society: Women, Class, and the State
Nina Attwood, The Prostitute's Body: Rewriting Prostitution in Victorian Britain
Trevor Fisher, Prostitution and the Victorians
Paula Bartley, Prostitution: Prevention and Reform in England, 1860-1914
Anne M. Butler, Daughters of Joy, Sisters of Misery: Prostitutes in the American West, 1865-90
Deborah Anna Logan, Fallenness in Victorian Women's Writing: Marry, Stitch, Die, Or Do Worse
Drew D. Gray, London's Shadows: The Dark Side of the Victorian City
Philippa Levine, Prostitution, Race and Politics -Policing Venereal Disease in the British Empire
La prostituzione in epoca vittoriana
Mauser

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