Magazine Diario personale

La prostituzione in rete non è autorevolezza.

Da Chiara Lorenzetti

Quasi ogni mattina quando accendo il mio computer, mi interrogo sulla mia presenza in rete, sul senso dell’essere qua. Leggo, mi informo, guardo, curioso, prendo spunti, per rendere piacevole prima di tutto a me stessa e poi alle persone con le quali ho modo di comunicare, il mio passaggio.
Seguendo corsi sui social, spesso sono stata messa a confronto con la parola autorevolezza “autorità morale, prestigio, influenza“; in pratica quando si compare in rete, ci si deve rendere conto di essere in un luogo pubblico come tutti gli altri, presentandosi con la foto riconoscibile del proprio viso, con nome e cognome, pubblicando cose che ci riportino la stima delle persone.
L‘autorevolezza in rete si ottiene, come tutti sappiamo, con le visualizzazioni, i like, con le condivisioni.
E’ un lavoro, se all’autorevolezza si tende; un lavoro tenace e continuativo, fatto di costante presenza sul web e di ricerca di argomenti interessanti ed innovativi.

Un giorno, un blogger che stimo, IntesoMale e che ebbi modo piacevolmente di conoscere, mi disse “ma tu sei matta a firmare le tue cose con nome e cognome; meglio l’anonimato nel web, meglio non farsi riconoscere così puoi scrivere quello che vuoi”. E’ una filosofia anche questa: fare e dire tutto quello che passa per la testa, senza timore di perdere la propria reputazione, tanto nessuno ci conosce.
Ma come la mettiamo invece con chi, e sono tantissimi, si espongono con nome e cognome, e pubblicano foto in atteggiamenti intimi e provocanti o pubblicano volgarità? Le donne mostrano tette e culi in abbondanza, bocce a culo di gallina, ammiccano..uhhh…le donne che ammiccano mi fanno venire l’orticaria! E quelle che si sporgono in avanti per mostrare per caso il seno??
Gli uomini invece corteggiano. Corteggiano sulle bacheche, ove corteggiare è una parola casta; ultimamente anche gli uomini ammiccano, si fanno i selfie depilati, palestrati: ma perchè?
E poi volgarità, parolacce, bestemmie.
E li avete visti i selfie underboob? La nuova moda è mostrare parte del seno dal basso, nascosto dalle magliette. Vi invito a farvi un giro su google e vedrete non solo ragazzine, ma donne mature, madri, mogli, tutte con il loro bel nome e cognome, e non in siti porno, ma sulle loro belle bacheche.

Ma perché?
Per una manciata di like?
Ci si deve prostituire  per una manciata di like?
Per i consensi sulla rete?
Non sono moralista ma questa è pura prostituzione il cui compenso non è denaro – anche se secondo me poi a qualcuna qualche soldo arriva- ma like sulla rete.
Cioè fuffa.
Avete visto tutti che fine ha fatto Grillo e il suo M5s, no? Piazze gremite, like di qui, la rete impazzita e poi? Sono stati trombati!

Che gran casino il web……

Chiara 

Ps: io alla fine poi penso che mi chiamo Chiara Lorenzetti, ho un lavoro e una famiglia e una volta fuori di qui, voglio poter portare la testa alta e non dover pensare che la gente per strada mi immagina con le tette di fuori e la bocca ammiccante solo perché così mi ha vista nel web

 



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