“Trenta aziende nella sola provincia di Catania hanno richiesto, con motivazione di assoluta emergenza, scorta di mezzi o convogli per prodotti ad alto rischio o indispensabili per il funzionamento delle linee di produzione a ciclo continuo”. Lo ha reso noto Confindustria Catania, in riferimento “alle gravissime ricadute sulle attivita’ produttive” seguite alle proteste del movimento “Forza d’urto”che, dal 21 gennaio bloccano in Sicilia strade, ferrovie e porti. Protesta che continuerà fino alla mezzanotte di venerdì prossimo.
La protesta del “Movimento dei forconi”, secondo quanto riportato da “Il blog di Sicilia“, ha causato anche lo stop improvviso di un importante approvvigionamento per l’azienda fotovoltaica 3Sun di Catania, con l’interruzione della produzione e la sospensione dal lavoro di centinaia di dipendenti dell’azienda.
Lo ha resto noto il segretario regionale dell’Ugl Metalmeccanici Sicilia, Luca Vecchio, aggiungendo che “la preoccupazione e’ alta, perche’ se il blocco dei rifornimenti proseguisse, la 3Sun, che opera in un contesto di mercato internazionale molto dinamico, rischierebbe di perdere commesse vitali per il mantenimento dei livelli occupazionali, e potrebbero essere i lavoratori a pagarne il prezzo piu’ alto. Ricordiamo che la 3Sun e’ una delle realta’ piu’ attive in un territorio, quello catanese, in particolare sofferenza dal punto di vista occupazionale”.
“Comprendiamo le ragioni che ispirano le proteste, dovute all’esasperazione di persone che da troppo tempo subiscono i disagi legati all’assenza di adeguati interventi di sviluppo a favore della Sicilia – prosegue il sindacalista-, tuttavia non possiamo ritenere legittime le modalita’ di espressione del dissenso. Ora piu’ che mai, e’ necessario dare il via ad una fase concreta e seria di dialogo sul futuro della Sicilia”.
“In questo senso – conclude -, chiediamo la convocazione urgente di un tavolo tecnico di negoziazione tra parti sociali e istituzioni nazionali e locali, per individuare soluzioni condivise e costruttive alle problematiche siciliane, che non possono piu’ rimanere inascoltate”. (fonte ITALPRESS)