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La protesta della macchina del fango

Creato il 07 ottobre 2011 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Federico Catani il 6 ottobre | ore 09 : 57 AM


Che manifestino in piazza, che si sfoghino, che si imbavaglino, facciano pure credere che lottano per la libertà. Agiscano come vogliono, ma non pretendano di ottenere la mia peraltro inutile approvazione.
Ormai da tempo Repubblica ha rispolverato i suoi post-it e tutto il mondo perbenista va blaterando che il ddl sulle intercettazioni, in questi giorni all’esame del Parlamento, non è altro che una legge-bavaglio, una norma liberticida che impedirà di perseguire i criminali e di garantire la sicurezza dei cittadini. Un provvedimento che inoltre graverà pesantemente sulla libertà di espressione, in quanto impedirà ai giornalisti di divulgare notizie e informare gli italiani. Quando sarà approvata magari cercheremo di capire in cosa consiste. Per ora, si possono rilevare due fatti. La tanto (giustamente) temuta norma “ammazza blog” (il celebre comma 29 del ddl) è stata cancellata, con accordo unanime, sicché si è fatto tanto rumore per nulla, come al solito. Uno strappo invece si è consumato con le dimissioni della deputata futurista Giulia Bongiorno, relatrice del testo in esame alla Commissione Giustizia, di cui era presidente. Il motivo? Sono passati due emendamenti del Pdl che da una parte prevedono il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni irrilevanti e dall’altro vietano la pubblicazione delle intercettazioni fino alla cosiddetta udienza filtro. E qui chiaramente si può discutere. Il carcere per i giornalisti, in effetti, mi sembra del tutto fuori luogo e sproporzionato. La maggioranza deve stare attenta a non esagerare, altrimenti si assisterà ad un effetto boomerang.
Tuttavia, per il momento è il caso di riflettere sulle manifestazioni di piazza e sulla martellante propaganda contro il disegno di legge. Addirittura persino Wikipedia si è autocensurata in segno di protesta, con grande rammarico di tutti, compreso il sottoscritto. Qui però non è in questione la limitazione di alcuna libertà. Si tratta solamente di porre fine allo scempio della macchina del fango. Le intercettazioni ci devono essere, ma dovrebbero rimanere nella disponibilità dei soli magistrati ai fini delle indagini. Non è accettabile che si instauri un legame a doppio filo tra pm e giornali. E non è nemmeno tollerabile che si pubblichino conversazioni private che rivelano debolezze e fatti personali con nessuna rilevanza penale: fare ciò vuol dire semplicemente sputtanare qualcuno. Capisco benissimo che siamo un popolo di ficcanaso spioni e un po’ voyeuristi, ma non si ha il diritto di farsi gli affari degli altri quando non ci sono validi motivi. Sapere che Berlusconi (ma il discorso vale per chiunque) ama abbandonarsi ai piaceri della carne in maniera quasi patologica non rientra tra i nostri diritti fondamentali e non deve avere alcuna rilevanza in ambito pubblico. Questo lo si dovrebbe dire anche alla Boccassini, che pure fa finta di nulla, sembra cadere dalle nuvole e si dichiara indignata per ciò che legge sui giornali. Insomma, il gossip è una cosa e chi apprezza il genere ha tutta la possibilità di informarsi. Sui quotidiani invece sarebbe bene che non si utilizzassero colloqui privati per diffamare e abbattere l’avversario politico. In fondo, sappiamo bene che in Italia è in voga l’uso dei due pesi e delle due misure. Adesso protestano perché non vedono l’ora di cacciare Berlusconi. Ma se il fango gettato addosso al Cavaliere fosse finito in faccia agli esponenti dell’opposizione, che sarebbe successo? L’abbiamo visto con Fini: tutti hanno gridato allo scandalo e hanno chiesto di smetterla. Lo stesso presidente della Camera in tv ha poi dichiarato che non si può giudicare un uomo (vedi Bocchino) per la vita privata e non si deve parlare di gossip. Benissimo. Ma questo dovrà valere anche per Berlusconi, no?
P.S. Avete notato che se i politici, in questo caso la maggioranza, si mettono in testa una cosa, generalmente riescono a realizzarla in breve tempo? È così anche per le intercettazioni. Abbiamo tanti problemi ben più gravi, ma siccome il tema sta a cuore al governo, allora si agisce subito. Una regolamentazione è doverosa e sacrosanta, sia chiaro, anche perché ormai si è superato ogni limite. Ma non veniteci a raccontare poi che le leggi non si possono approvare per le lungaggini parlamentari. Quando vogliono, i signori onorevoli riescono ad andare più veloci della luce. O dei neutrini.


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