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LA PUNTA DI FURCE DIAME e la crema pasticcera .....
Creato il 15 marzo 2015 da Luca De Ronch @Luca_De_Ronch“Furce Diame” – “ torta di mele” – “Furce Diame” – “ torta alle noci” – “Furce Diame” – “ Torta con la crema pasticcera e i pinoli”………… Fatta. Stretto l’accordo con Marisa. Un rapido calcolo di calorie e accetto, lei farà la torta alla crema se andiamo a Furce Diame. Come dire di no?
La Punta di Furce Diame ha attirato la nostra attenzione dopo aver letto un bel racconto sul sito degli Alpinauti e Marisa voleva andar su a vedere a tutti i costi. Il posto si trova ancora una volta su per i monti tra Chiusaforte e Moggio, che tanto interesse destano in questo periodo. Il pensiero di una bella fetta di torta come premio mi convince ad andar su, anche se sta settimana sono piuttosto stanco e sinceramente pensavo a qualcosa di più riposante. Ma alla fine eccoci qua, a Roveredo, con i nostri zaini, carichi dello spirito che ci vuole ……… La giornata non è proprio delle migliori anche se un pallido sole ci incoraggia nella prima ripida salita. Dal cimitero di Roveredo imbocchiamo una traccia che si infila nel bosco di roverelle, carpini e ornielli, e dopo aver oltrepassato gli Stali dal Mucjo riprende a salire a serpentine fino a incrociare il sentiero 424 che sale in direzione dei ruderi degli Stavoli Rauni, preceduti da una piccola cappella.
Qui si piega a nord, proseguendo alti sulla bella forra del Rio Simon, che sembra vada a sbattere contro le severe pareti del gruppo dello Zuc dal Bor. Dall’altra parte della valle il Belepeit Padovan con le schiarite degli stavoli omonini e di Conturate. Le viste sulle cime del Canin e del Sart sono oggi precluse dalle nuvole grigie e allora non ci resta che proseguire ancora per un po’ il leggera salita, fino al bivio con il segnavia 450 nei pressi di alcune croci in ferro. Lasciato il sentiero proseguire verso le Cite, prendiamo a sinistra e in ripida salita, senza possibilità di distrazioni panoramiche, raggiungiamo la bella radura degli stavoli Sacout, preceduti da un bel corridoio di carpini. Da qui la vista sarebbe interessante.
Il sentiero che sale a forcella Vidus passando per Furce Diame si snoda tra la “lescje” e il pino nero, devastato dalle larve della processionaria, prosegue sotto una grande parete per poi infilarsi su per il greto di un secco torrente. Ripidamente raggiungiamo il ristrutturato stavolo Costalunga, ma già la nostra attenzione e quella dello zoom vengono attirati dalla Punta di Furce Diame che apparentemente sembra vicina …….
Un dosso detritico sempre più affilato, passa a cavallo tra una zona erosa e il profondo costone che precipita nella valle del Rio Simon, precede l’ultimo aperto tratto tra alberi scheletriti e ci porta a visitare la bella radura degli stavoli Brisi. Già da un po’ non abbiamo potuto far meno di commentare la bellezza selvatica e la solitudine dei luoghi, che abbiamo avuto modo di apprezzare anche sul Belepeit e sullo Jof di Scluse. La corona di montagne che va dai Musi alla dorsale della Val Resia al gruppo del Canin, vista da una prospettiva inusuale e poco conosciuta, sarebbe più bella con il sereno, ma oggi dobbiamo accontentarci.
Dopo aver disegnato con le dita la dorsale del Belepeit e del Colle Naurazis fin sotto il Plananizza, a ricordo della settimana scorsa, con davanti la tozza cima del Piccolo Belepeit, volgiamo loro le spalle per affrontare gli ultimi duecento metri che ci separano dalla Punta di Furce Diame, quel misterioso monolite di roccia, che emerge come un guardiano a protezione della forcella omonima, mentre il Pisimoni osserva cosa stiamo facendo. Questi ultimi metri, piuttosto ripidi, su per i pendii e le balze erbose, risultano un po’ faticosi, ma è giusto così…….. le calorie necessarie da smaltire son quelle, già messe in conto …….
Eccola qui la misteriosa punta di Furce Diame, si può abbracciare., salirci sopra, ma non girarci intorno, dall' altra parte si precipita. Comunque la soddisfazione è garantita, da qui si domina .......Due camosci sfrecciano saltellanti, senza lasciarmi il tempo di inquadrarli, tra l’altro anche leggermente distanti. Se avessi avuto in mano la reflex, però avrei provato lo stesso.
Ci mettiamo un pò al riparo dal vento sotto il costone erboso, anche se fa piuttosto freddo, rispetto a domenica scorsa un bel passo indietro. In discesa un attimo di attenzione al primo tratto poi tutto va giù rapidamente, tra le eriche, le primule, i carpini e le roverelle, un passo dopo l’altro e si creano gli spazi per i pensieri e per i piaceri.
Oltre alla torta con la crema pasticcera e i pinoli, un’altra bella escursione da ricordare tra gli antichi sentieri dei monti di Scluse. Insomma alla fine salgo sulla bilancia ……… neanche un etto di differenza da stamattina ……… !!!!!
Le foto su Flickr
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