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La purga taragna

Creato il 15 aprile 2012 da Tnepd
La purga taragna

Ho sentito parlare in un comizio Rosy Mauro una volta sola anni fa per radio, durante la trasmissione in diretta, a cura di Radio Radicale, di un evento legaiolo tipo Sghei Pride sul prato di Pontida. Mi è bastato per il resto della vita.
Una roba oscena. Una vomitata a getto di insulti razzisti, di qualunquismo, di ottusità economica, di anticomunismo in confezione famiglia. Con  la stessa veemenza e violenza verbale nei confronti dei nemici di razza e religione del convertito che, per far dimenticare di non essere purosangue, diventa il più fanatico tra i fanatici razzisti. L’unica figura mitologica che può rendere l’idea per un possibile paragone per approssimazione con quella sindacalista padana sputaveleno è l’Erinni. Mi ricordò anche Linda Blair ne l’Esorcista quando se la prende con il povero Padre Karras. Una strega? Beh, è dura ricacciare l’archetipo nell’ombra dell’inconscio quando una donna si comporta così bene da evocartelo.

Ora, capisco che il femminismo piagnone per il quale non si può dire nulla delle donne se no è maschilismo (lo stesso meccanismo ricattatorio per il quale non si può dire beo di Israele se no si è antisemiti) grida alla caccia alle streghe ed all’ingiusta punizione nei confronti della povera ragazza, come se fosse stata una mammoletta. Il problema è che Rosy Mauro non sarà la peggiore animala politica che abbia mai calpestato le aule parlamentari ma è comunque uno dei punti più bassi toccati dal genere femminile in politica. Non perché ha il toy boy (un po’ stagionato, invero, poteva fare meglio) e si diletta di tarocchi e magie varie con l’altra dark lady padana, la Marrone, ma perché era una nullità, una che sullo scranno del Senato combinava solo disastri. Se non ve la ricordate bene in azione, rinfrescatevi la memoria.


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