Mi chiedo se qualcuno avrà la pazienza di guardare il filmato. Mi rispondo che è in fondo è irrilevante, e con questo sottraggo residuali connessioni alla rete neurale che consolida l'indulgere alla malinconia. Qualcosa però dev'essere rimasto, perché adesso mi chiedo quanti avranno capito il senso della mia riflessione. Rispondo "idem come sopra" e mi tolgo dall'impiccio.
Dirò subito che spremendo questo comunque gradevole documentario, il succo più interessante potrebbe ridursi a venti minuti, ma comprendo che il valore di mercato sarebbe stato troppo basso e dunque...
Il valore del film è nel modo semplice con cui comunica le scoperte delle nuove scienze che studiano la fisica e la chimica del pensiero, dei sentimenti, la controparte bioelettrica delle emozioni. Non è poco: a chi non interesserebbe la spiegazione scientifica del perché la Realtà sia in realtà un prodotto della nostra menteTralasciando derive teologiche ed empiti di misticismo all'americana che appesantiscono i contenuti scientifici senza aggiungere alcunché d'interessante, ho la prova scientifica delle mie speculazioni sul perché sia così difficile agire sull'identità, oltre che la conferma sulla natura relativa della percezione. A ben vedere, le neuroscienze non fanno che svelare le dinamiche biologiche di "meccaniche" della psiche note. Certo che certe idee e teorie, col bollino blu della scienza possono circolare con maggiore libertà e non solo: se a quindici anni avessi saputo che buona parte della realtà che percepivo, i miei stessi pensieri, "dipendevano" da neuro peptidi o neuro ormoni, qualche patema d'animo me lo sarei risparmiato. Comunque, sono felice di possedere la spiegazione scientifica del perché il profumo del Taleggio venga percepito da alcuni come una puzza insopportabile, mentre ad altri evoca il verde dei pascoli, il profumo del latte di alpeggio, l'odore fresco delle cantine di pietra dove le forme hanno stagionato.
La scienza spiega che dipende da come abbiamo memorizzato la prima volta una qualsiasi realtà: le molecole odorose che vengono memorizzate come inebriante profumo di cacio o puzza di piedi; differenze intellettuali e percettive che si consolidano in una sorta di "dipendenza interpretativa" capace di condizionare la chimica delle emozioni, il nascere, crescere o decrescere delle reti neurali che qualificano, memorizzano e classificano la nostra idea di Realtà.
Certificare il potere benefico e malefico della reiterazione di idee, sentimenti ed emozioni nel processo di consolidamento e sviluppo di una rete neurale, lascia supporre che non tutto sia perduto, se ha causa della vita siamo diventati in un modo o nell'altro. Interessante (e plausibile) il concetto che la nostra identità sia il risultato dell'insieme di tutte le reti neurali nelle quali abbiamo memorizzato percezioni, pensieri ed emozioni, a prescindere da quanto siano stati contaminati da esperienze passate e relazioni associative.
" Ogni volta che interrompiamo un pensiero che produce una risposta chimica nel corpo, le cellule nervose collegate tra loro cominciano a rompere la relazione a lungo termine"
Interessante il concetto: la consapevolezza blocca la risposta automatica generata dalle reti neurali associate a un pensiero, e "Sua Maestà l'Intento" può cambiare le carte quando vuole, aggiungo io...
"N ell'ippotalamo prendiamo piccole catene proteiche chiamate peptidi e le assembliamo in neuro peptidi o neuro ormoni che corrispondono agli stati emotivi che sperimentiamo ogni giorno. [...] Un peptide, in un recettore, cambia la cellula in molti modi: mette in moto tutta una serie di eventi biochimici, alcuni dei quali portano dei cambiamenti nel nucleo stesso della cellula"
Direi che ce n'è abbastanza per ragionarci sopra.
Quindi, tornando al delizioso formaggio nato nell'omonimo ramo della val Brembana, la prossima volta che qualcuno mi dirà che puzza di piedi lo giustificherò con benevolenza: potrebbe aver avuto un infanzia difficile; ché so, una tata francese tifosa del Brie ...
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