La quarta “Alta s-Carica dello Stato italiano”, illazioni, riflessioni, considerazioni, notazioni, osservazioni, pensieri di….

Creato il 22 giugno 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Franco Luceri. La cura dei sistemi sociali sembrerebbe proprio qualcosa di miracoloso. In un secolo di comunismo, chissà quanti milioni di teste d’uovo russe e cinesi si sono cimentate con entusiasmo e fiducia nella rianimazione del collettivismo, prima di arrendersi al mercato.
In Italia abbiamo già sprecato sette decenni di cultura e politica cosiddetta democratica, senza riuscire almeno per un giorno a diventare quello “Stato Normale” a cui ambiva il presidente D’Alema: (ma nemmeno un piccolo staterello normale con la minuscola). E quel che è peggio, ancora evitiamo di farci le due domande fondamentali:

1°- ma siamo ridotti così perché gli Stati che contano nel Mondo ci combattono perché ci odiano; o ci hanno sempre amato alla follia, per succhiarci il sangue, e quando il “vampiro” Berlusconi gli ha chiuso i rubinetti delle trasfusioni, in crisi di astinenza si sono scatenati a combatterci per indurci a scaricarlo?

2°- nel tragico ventennio berlusconiano è stato lo “strapotere” del “vampiro Silvio” a ridurci così; oppure in Italia quella di Premier è la più grande finzione giuridica di “Carica dello Stato”, spacciata per “Alta”, mai inventata da mente umana, con l’encomiabile finalità di impedire il ritorno della dittatura, ma realizzando quella ben peggiore dell’irresponsabilità, corruzione e sfascio a tutto tondo?

Insomma, “il ventre molle” della democrazia italiana starebbe proprio nel potere del Premier, classificato “Alta Carica dello Stato”, (ma unica con le gambe segate) a cui si chiede di avere senso dello Stato e di essere “super partes” nel perseguire il bene comune. Salvo poi finire svilito o sabotato, in mano a mille parlamentari col potere di bocciarlo se fa a cazzotti con i loro interessi particolari: il potere del proprio partito, e l’ingozzamento ossessivo del proprio insaziabile appetito.

Questo è il problema italiano. Delle 5 Alte Cariche dello Stato, quella di Premier offre un “potente finto”, in pasto ai potenti veri, nazionali e internazionali, con la possibilità, niente affatto remota, che possano strappargli i canini, vedi Berlusconi, e sbranarsi popolo e Stato.

Perciò l’Italia non è morta di criminale dittatura berlusconiana come pensano quelli con le fette di prosciutto sugli occhi, ma di errore costituzionale: di sbilanciamento di poteri e quindi di democrazia malata. Ci si affida fiduciosi “all’unto del signore”, considerando realmente il Premier, la quarta Alta Carica dello Stato: una istituzione super partes come il Presidente della Repubblica.

Ma ahinoi, il Premier è l’unica “Alta s-Carica dello Stato”, essendo condizionata e assoggettata alla super visione del Parlamento e quindi della politica di parte, maestra in quel gattopardismo conservatore dei privilegi per i privilegiati e sfruttamento intensivo per gli altri.

Non mi sembra malvagio che le scelte del Premier e del governo siano sottoposte al consenso di altri organi super partes, come i Presidenti di Camera e Senato, la Corte Costituzionale e il Presidente della Repubblica.

Ma che senso ha sottoporre a l’approvazione dei Parlamentari, dei partiti e dei loro sindacati (“portatori sani”, di interessi particolari o peggio personali) la politica “super partes” del governo, chiamato a rendere compatibili i mille interessi nazionali che nascono conflittuali: di genere, età, parentela, famiglia, condizione sociale, istruzione, fede religiosa, residenza ecc.

Insomma, i poteri del Governo andrebbero ripensati in senso rafforzativo, per evitare l’ennesimo aborto della riforma dello Stato. Fatta dai liberali sotto Berlusconi, “abortita” con referendum dai comunisti e riproposta oggi con drammatico ritardo dagli stessi comunisti e con l’appoggio esterno di Berlusconi a Renzi. Ora auguriamoci che la medicina arrivi prima del decesso, e non annacquata.

Feateured image, L’Aurore’s front page on 13 January 1898 features Émile Zola’s open letter to the French President Félix Faure.


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