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La questione del pollo

Creato il 28 dicembre 2013 da Pe

La questione del pollo

Immagine dal sito internet della Fattoria Villa Baffo


Fino a quando ho vissuto in campagna circondata da prati dedicati alla coltivazione del fieno e al pascolo delle mucche non ho mai pensato di diventare vegetariana. Gli animali e i vegetali facevano entrambi parte del ciclo della vita, ed i primi venivano trattati con cura e rispetto garantendo loro una vita dignitosa mentre i secondi crescevano negli orti e nei frutteti. Gli escrementi degli animali servivano a concimare i vegetali, ed una parte dei vegetali nutriva gli animali. Tutto era perfettamente ecosostenibile.
In città invece è diverso. Carni, frutta e verdure crescono in vaschette di polistirolo e le insalate nascono nelle buste. Moltissime persone non hanno mai lavato vegetali sporchi di terra e sono così sensibili che ho paura a spiegare loro che alcune verdure crescono addirittura sotto la terra. Ho conosciuto anche una fanciulla che si vantava di non aver mai visto una mucca dal vivo e un amante della buona tavola convinto che polli e galline siano specie diverse. Possibile che non si conosca più l'aspetto reale del cibo?
Se le mie dichiarazioni vi sembrano assurde chiedete ai vostri amici onnivori gli animali di provenienza di bresaola e prosciutto, non è detto che vi diano la risposta corretta.*
Quando devo spiegare a qualcuno perché ho smesso di mangiare carne inizio parlando dei polli perché è l'esempio più facile.

La questione del pollo

Cochin Peking


“Prendi un foglio di venticinque centimetri per trenta e pensa che ci stia sopra un pollo adulto grande quanto un pallone da football con le gambe. Immagina trentatremila di questi rettangoli in un'unica area. Adesso chiudi l'area con muri senza finestre e mettici sopra un soffitto. Aggiungi sistemi automatizzati di ventilazione, riscaldamento, abbeveraggio e alimentazione. Questa è una fattoria.”

La questione del pollo

Chabo a penna riccia


Il passo in corsivo è tratto dal libro “Se niente importa. Perchè mangiamo gli animali?” di Jonathan Safran Foer. Dovrebbero leggerlo tutti perché non vuole spingere nessuno a diventare vegetariano, ma induce a riflettere su quello che mangiamo spiegando come vengono allevati industrialmente gli animali . Le sue descrizioni non riguardano solo gli Stati Uniti, anche in Italia circa l’80% delle galline ovaiole vive in gabbie di batteria come spiega bene il sito della LAV Galline Libere.

La questione del pollo

Moroseta


Le galline sono animali intelligenti e sociali. In campagna solitamente vivono nei pollai e razzolano felici in cortile. Esistono molte razze con caratteristiche fisiche e caratteriali diverse, alcune sono più portate alla cova, altre fanno più uova, altre sono prettamente ornamentali. In questo post ho condiviso alcune loro foto per farvi capire quanto possano essere diverse dall'immaginario collettivo.
Non sono fettine bianchicce avvolte nel cellophane.

La questione del pollo

Olandese nana


In città non è chiaramente possibile installare un pollaio nel cortile condominiale per cui diventa fondamentale per interrogarsi sul perché il sapore del galletto del supermercato o delle uova non assomigliano neanche vagamente a quelli dei polli ruspanti, sempre che si conosca la differenza. Se siamo quello che mangiamo, come diceva il filosofo tedesco Feuerbach, vogliamo davvero essere un prodotto industriale intriso di sofferenza?
* Soluzione al quesito: la bresaola è fatta con carne bovina, il prosciutto con carne suina

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